

Il 2025 è l’anno del ricordo dei 125 anni dalla morte di Oscar Wilde.
Personaggio eccentrico, rappresentante di quell’Irlanda ricca di talenti letterari bizzarri, fu un grande poeta, grande autore di teatro e di un unico romanzo amatissimo dai giovani di tutto il mondo, Il ritratto di Dorian Gray, storia inquietante di una vita spesa male.
Dorian Gray e Lord Henry Wotton


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Perchè dico questo? Perché rileggendo il romanzo, mi sono resa conto di come Dorian Gray usi in modo sbagliato il dono dell’avvenenza che la Natura gli ha dato e annulli il privilegio della bellezza, in quanto ne toglie la base morale ed etica. Bellezza è bontà, bontà è bellezza, mentre Dorian cerca il divertimento senza pensare alle conseguenze delle sue azioni, un dandy del Decadentismo come Des Essaintes di À rebours di Huysmans, ma a differenza di quest’ultimo non ha la cultura né gli strumenti per creare un’opera d’arte a partire da sé stesso. Ha solo un mentore malvagio, Lord Henry Wotton, che lo spinge (ma lo fa veramente?) verso una vita vuota e, in ultima analisi, brutta.
L’estetismo, la superficie bella delle cose, nascondono vacuità e orrori che nulla riesce a cancellare. Lord Wotton è il personaggio che compare per primo nel romanzo, colui che si innamora di Dorian Gray e lo corrompe con le sue chiacchere, la sua morale apparentemente spregiudicata e da nullafacente che trova tutto ridicolo perché nulla lo interessa, che con i suoi aforismi rende Dorian Gray suo ammiratore e schiavo; a mio giudizio è il vero protagonista dell’opera. Attraverso lui il giovane conosce l’arte della conversazione e del paradosso che (come tutto è attuale) fa apparire interessanti ma al tempo stesso toglie alle parole la loro carica emotiva rendendole innocue. Nessuna rivoluzione in un mondo di cartapesta e tuttavia ferocemente classista (lord Wotton si scandalizza della probabile mésalliance tra Dorian Gray e Sybil Vane) come la società vittoriana di fine secolo.

Recensione del libro
Il ritratto di Dorian Gray
di Oscar Wilde
Condizione femminile e società nell’opera di Wilde


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Nel secondo capitolo, Wilde tira un forte manrovescio alla nobiltà inglese e al suo dolce far nulla senza annoiarsi mai, dimostrando il proprio fallimento come dimostrano i vari personaggi del romanzo. Ad esempio le figure femminili della nobiltà si mostrano argute, ma in fondo sono consapevoli della degradazione della donna in una società dominata dagli uomini.
La bellezza e l’arte del ricevere sono le uniche armi di cui dispone una donna, e il matrimonio è solo di facciata e non ha nulla a che vede con l’amore, fino a quando una donna si stufa di essere un oggetto e abbandona il marito come avviene con lady Wotton. Lord Wotton parla della moglie come di un soprammobile, con una vita vuota e, nonostante le apparenze, disperata. Di lui resteranno solo le arguzie che hanno conquistato un giovane illuso che sostanzialmente era innocente, ed è questo il contrasto tra innocenza e corruzione del romanzo, un’innocenza che riesce a trionfare uccidendo l’orribile mostro Dorian Gray e nello stesso tempo mostrando la vera essenza di una vita priva di morale. Non è un finale tragico, ma al contrario lieto perché la creatura di Lord Wotton (Dorian Gray) ha ritrovato la sua anima.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Innocenza e corruzione fra le pagine de “Il ritratto di Dorian Gray”
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