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Recensioni di libri

Il segreto di Maša di Drago Hedl

Marsilio, 2019 – Un altro giallo in Croazia, dove cova sempre un conflitto senza fine, tra gruppi criminali, ma anche tra componenti della società civile in perenne sfida reciproca, per il potere o per la verità.

Felice Laudadio
Felice Laudadio Pubblicato il 09-01-2020

3

Il segreto di Maša

Il segreto di Maša

  • Autore: Drago Hedl
  • Genere: Gialli, Noir, Thriller
  • Categoria: Narrativa Straniera
  • Casa editrice: Marsilio
  • Anno di pubblicazione: 2019

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Giù il cappello davanti a “Drago” (bel nome!) Hedl. Il giornalista croato non lascia la narrativa, ma raddoppia. E con merito. Quest’anno ha proposto un nuovo thriller nella collana Le Farfalle/i Gialli Marsilio, Il segreto di Masa (288 pagine 17 euro traduzione di Estera Miocic), che segue dopo due anni l’ottimo Silenzio elettorale (sempre Marsilio, 2017), entrambi usciti in prima edizione per un editore di Zagabria, tra 2014 e 2015.

Corrispondente di guerra negli anni Novanta dai tormentati Balcani per testate tra cui Guardian e Time, Drago è un attivista per la pace e un cronista investigativo, attivo nelle ricerche sui crimini di guerra nella ex Jugoslavia dei conflitti etnici. Ha sfidato gli ultra nazionalisti, che in quella terra di estremismi radicali si sono spinti fino ad accusarlo di “tradimento nei confronti dello Stato”, come se la loro condotta non fosse un crimine contro l’intera umanità.
Dopo un intenso impegno come autore di saggi e reportage sulla pulizia etnica e dopo aver firmato sceneggiature per documentari sempre sulla guerra nei Balcani post federali, ha ottenuto una popolarità internazionale come scrittore di polizieschi di robusto spessore narrativo. Sono ambientati nella sua Osijek (quarta città della Croazia per grandezza) e si basano su due figure di riferimento: un giornalista, Stribor Kralj e un poliziotto, Vladimir Kovac, due tosti, ma giusti, che si scontrano un po’ con tutti nei loro ambienti e in una Croazia avvilita da gruppi criminali in lotta feroce tra loro, le mafie serba e croata.
Cova sempre un conflitto senza fine da quelle parti, ora sotto forme diverse da quelle militari. Non carri armati e artiglieria, ma pistole, kalashnikov, esplosioni, sparizioni.
Sui due, le vicende del primo romanzo hanno avuto una ricaduta pesante. Ancora ne soffrono le conseguenze. Stribor è stato sequestrato e tenuto prigioniero, per via dell’inchiesta che coinvolgeva un deputato locale in forte ascesa. Questo Hrovatin, all’insana passione per le minorenni associa una totale mancanza di scrupoli. Poco male il secondo difetto per un politico, ma il primo può diventare particolarmente grave, tanto più per uno di cui si chiacchiera un possibile incarico ministeriale, nientemeno all’Interno.

Cronista con contratto traballante della sua volta vacillante testata regionale. Kralj è anche corrispondente di un giornale di Zagabria e proprio non riesce a stare fermo. La compagna Lana, incinta, ha messo un muso lungo da Osijek a Belgrado alla notizia di una trasferta di Stribor in Serbia, col consenso del direttore. Ma il cronista non sente ragioni. Non vede l’ora di andare a investigare sui legami tra le organizzazioni di malaffare serbo-croate e non è poco attratto dalla prospettiva di rivedere una collega brava e bellissima, Elena Doroevic.
L’ispettore Kovac è in malattia da mesi. Quella pallottola non ci voleva. Ora, di rientro in servizio, teme d’essere assegnato a un incarico da scrivania.
Aria nuova nella polizia di Osijek: al capo precedente, il pessimo e compromesso Babić, è subentrato Martin Boban. La collega Vesna tiene Vladimir costantemente informato d’ogni sviluppo, gli si dimostra amica fidata e affettuosa, come sempre.
Per due primattori perfetti, con contorno di belle presenze femminili (che non disturbano, anzi sono un’attrattiva per le lettrici e i lettori che non soffrono le parentesi sentimentali nei gialli), ecco un colpevole perfetto. Fin troppo.
David Novak è uno psicopatico, un solitario, un disadattato che vive in un angusto monolocale abusivo, in compagnia di un riccio, incontrato un anno e mezzo prima e da allora ospitato come interlocutore passivo di monologhi strampalati. È più o meno dallo stesso tempo che Novak punta una ragazza bionda, diciotto anni o su di lì, gambe lunghe, bei capelli raccolti a coda, un “seno fermo, sodo, come quello della Venere di Milo”, statuaria.
Da tanti mesi è la runner dei suoi sogni. L’ha vista correre sui sentieri del bosco del Circolo ippico e non l’ha più dimenticata. A un certo punto, il piano che andava perfezionando gli è venuto in mente quasi da solo, ma prima di metterlo in atto dev’essere certo dell’efficacia. È convinto di non poter avere un’altra occasione.
Quella ragazza non è solo molto bella, è anche figlia di una persona in vista, un giudice, tra gli uomini più ricchi e influenti della città, in procinto di assumere una carica nella Corte Suprema.

È della giovane il cadavere che viene trovato ben lontano, 10 km, dal luogo dov’era solita correre. Non presenta segni di violenza, a parte quelli di un violento urto frontale che ha colpito la tempia sinistra (causa della morte) e fratturato anca e clavicola, sullo stesso lato.
Quando Masa viene trovata in quelle condizioni, tutto porta verso Novak: filmati delle telecamere di sorveglianza, testimoni, prove a carico d’ogni genere, anche informatico. Hai voglia a protestarsi innocente col suo profilo da stolker nato e cresciuto, una preda perfetta per il capo Babic, tornato in alto per i buoni uffici (cattivi, nel nostro caso) di Hrovatin, di nuovo in spolvero politicamente.
Ne Il segreto di Masa , accanto all’inchiesta sulla morte della giovane, Drago Hedl continua a puntare il dito contro il malaffare in politica e i colletti bianchi.


© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il segreto di Maša

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