Il resto della storia
- Autore: Sarah Dessen
- Genere: Libri per ragazzi
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: HarperCollins
- Anno di pubblicazione: 2019
Un’altra ragazza che cresce, nei romanzi di Sarah Dessen, un’altra giovanissima che si pone domande su di sé, sul proprio carattere, sul futuro e anche sul passato della sua famiglia. Narrativa di formazione: così la critica definisce i romanzi della scrittrice americana, come il più recente, Il resto della storia, in prima edizione, nella traduzione di Berenice Capatti, da HarperCollins Italia nell’ottobre 2019 (448 pagine, 14.90 euro).
Prima ancora delle vicende della protagonista, è la vita stessa dell’autrice una vicenda da raccontare. Nata nel 1970 in Illinois, per mantenersi al liceo ha lavorato da adolescente in un negozio di scarpe per bambini, pur essendo figlia di genitori entrambi docenti di letteratura e classici shakespeariani. Laureata in scrittura creativa, col massimo dei riconoscimenti, nella Nord Chapel Hill University dello Iowa, l’ex ragazzina timida ed emotiva è diventata una scrittrice professionista sicura di sé, consapevole dei suoi mezzi e capace di una profonda autoanalisi. Ha imparato innanzitutto a conoscere socraticamente se stessa, anche per questo i suoi romanzi affrontano argomenti intimi, all’interno di scenari familiari e ambientali più ampi. Sono temi come la maturazione dei giovani, la crescita, la perdita di un’innocenza infantile che col passare del tempo diventa improponibile, un difetto, un handicap inaccettabile.
Il New York Times l’ha considerata la più efficace scrittrice di romanzi sugli adolescenti e per gli adolescenti. Ne conta oltre una dozzina, pubblicati in trenta e più Paesi. È conosciutissima.
Anche in questo volume troviamo dunque una giovane che si avvia a diventare donna, a trovare il primo vero amore, a elaborare la perdita di una madre, che pure era una donna indubbiamente problematica. Miss Payne ha 17 anni, due migliori amiche coetanee, Bridget e Ryan e anche due nomi: Emma come la chiama il papà, Saylor come la chiamava esclusivamente mamma Calvander. Non c’è più da cinque anni, ma aveva già abbandonato figlia e marito, dopo il divorzio per una storia di dipendenza dall’alcol e anche peggio.
La Dessen è geniale nel tratteggiare questa figura materna tanto debole e unica. La ragazzina aveva sentito definire la madre con un’infinità di aggettivi e la descrive in un modo allo stesso tempo tenero e obiettivo: “bella” è un aggettivo che le si addiceva molto di frequente, subito seguito da “sfrenata” o dalla più gentile versione “vivace”. In qualche momento si poteva pure dire “tragica”, però anche “dolce” e “piena di vita”. Sono soltanto parole, ma per la figlia la mamma resta più importante di qualunque combinazione di vocali e consonanti.
È morta il giorno dopo il Ringraziamento, che avevano trascorso insieme, anche col papà, sebbene fossero separati da cinque anni. Emma-Saylor era tanto piccola da non ricordare quando i genitori si rovinavano con litigi continui. Come non sa dire quando la mamma avesse iniziato a bere smodatamente, precipitando anche in una dipendenza da analgesici, dopo aver scoperto i poteri di un farmaco assunto per lenire i dolori di una frattura al polso. Ricorda però l’ultimo saluto, “Ciao, cucciola”, poi la donna aveva raggiunto degli amici. Qualche birra, l’incontro con un uomo con cui aveva diviso la somma per acquistare eroina e “continuare la festa”. L’overdose era stata fatale.
Emma e il papà vivono a Lakeview, a casa della nonna paterna, Nana, una donna molto attiva. Babbo Payne si sta rifacendo una vita con Tracy, una compagna riposante. Si stanno sposando e andranno in viaggio di nozze in Grecia. Intanto, una squadra edile ristrutturerà la casa e dato che anche Nana andrà in viaggio sul Nilo, Emma dovrebbe passare l’estate con la famiglia di Bridget. Il progetto è quello, ma il nonno dell’amica è colto da un infarto e l’esigenza di assisterlo in Ohio lascia la ragazza senza un posto in cui stare. L’unica soluzione è fare affidamento sull’altra nonna, Mimi, che vive sul lago, luogo d’origine della mamma.
Accanto al grande specchio d’acqua - che sembra estendersi all’infinito - sorge la vecchia casa scricchiolante della famiglia Calvander, coi pavimenti sconnessi. Durante gli inverni l’acqua gelida e la zona abbandonata mettono tristezza, ma d’estate i villeggianti si ripresentano a popolare la zona. Col caldo il mondo tornava al lago, diceva la mamma.
Emma vi era stata l’ultima volta quando aveva solo quattro anni, conservava solo delle fotografie. Ora ci si ritrova e viene sorpresa da parecchi particolari: ci sono due insediamenti intorno al lago, North Lake da una parte, Lake North dall’altra. Il primo è quello originario, un luogo di vacanza di gente semplice, di operai, per questo l’immobiliarista che aveva realizzato un ricco habitat ben lontano aveva tenuto a distinguere la denominazione.
La casa della nonna è indicata da un cartello molto singolare, “Solo per i Calvander”. Mimi è una donna piccola di statura ma di aspetto e tempra formidabili. È come se il posto le appartenesse.
C’è tanto tutto da scoprire, anche di sé, per Emma-Saylor e c’è da conoscere Roo. Chi è? Un ragazzo…
Il resto della storia
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