Il re delle fate d’autunno. In fondo alle filastrocche è sempre buio
- Autore: Claudio Chiaverotti, Pierluigi Porazzi
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Mursia
- Anno di pubblicazione: 2024
Il re delle fate d’autunno. In fondo alle filastrocche è sempre buio è un giallo scritto a quattro mani da Claudio Chiaverotti e Pirluigi Porazzi, pubblicato nella prestigiosa collana “Giungla Gialla”, editore Mursia. Come afferma lo stesso Vladimir Propp nel famoso libro Morfologia della fiaba, spesso quest’ultima ha contenuti tragici e finali che lo sono ancora di più; e non è sicuramente il lieto fine a caratterizzarla.
In queste pagine la tensione è assicurata.
Il re delle fate d’autunno è ambientato nel piccolo paesino del Friuli, denominato “Dolcezza”:
Dolcezza, un puntino quasi dimenticato su qualunque mappa stradale, qualche migliaia di abitanti, poche anime rimaste, la maggior parte vendute per molto meno di trenta denari. Tutti invece conoscono la fabbrica di prodotti chimici che dà lavoro alla maggior parte degli abitanti del paese, l’Ekta.
Chi è il re delle fate d’autunno? E’ una leggenda locale, che vede un uomo psichicamente instabile, detto Lupo, scrivere un volumetto di fiabe, il cui protagonista assoluto non può che essere lui stesso:
Lupo rimase un solitario, smise di andare a scuola dopo le medie e iniziò ad aiutare Anita, la madre adottiva, con il commercio del legname.
Dopo che l’Ekta aprì lo stabilimento, Anita morì di tumore e Lupo perse la testa: era convinto che fosse stata la fabbrica a uccidere la madre. Così una notte si introdusse nella casa del direttore e lo uccise. Poi andò dall’avvocato dell’azienda , che aveva vinto la causa contro gli abitanti di Dolcezza per la questione delle emissioni, e ammazzò anche lui. I carabinieri lo trovarono a casa dell’avvocato Crudeli e lo arrestarono. Venne giudicato incapace di intendere e volere e lo ricoverarono in un ospedale psichiatrico.
Dove è tutt’ora ricoverato, anche se:
In realtà non è più considerato un ospedale, adesso è solo un presidio sanitario, ma Lupo è sempre rimasto lì, nessuno ha pensato di trasferirlo.”
Proprio a Dolcezza viene ritrovato un cadavere di una giovane ragazza, Silvia, composta in un modo alquanto strano:
È distesa a terra, nuda, le braccia e le gambe allargate, gli occhi sbarrati. I capelli sono rossi, ma più ondulati, i boccoli le circondano la testa.
La causa della morte: una puntura di acido alla base del collo, e poi composta.
In bocca ha un biglietto con una strofa tratta poi dal libretto di fiabe scritto da Lupo:
Le fate d’autunno, sepolte nei corpi, invocano il re, all’ombra dei morti fate ammalate, con le ali rotte, occhi di cenere, carni corrotte prendi una scure, signore del vento, e libera me dal sommo tormento! Le fate d’autunno sporche di sangue, volano al cielo, nel nulla che langue...
Qual è il significato vero di questo foglio? C’è forse qualcuno che emula le gesta di Lupo? O forse Lupo stesso è in grado di evadere dalla struttura in cui è ricoverato?
A indagare Giulia Foscari, una donna dai molti segreti, preda di un’oppressione pesante, che le impedisce di vivere appieno la sua giovane vita.
Trasferita a Udine dalla questura di Torino:
È una donna che non ama le chiacchiere inutili, le conversazioni di circostanza. Non si sa nulla della sua vita privata. Sa soltanto che adesso vive sola.
Qual è il misterioso segreto che la riguarda? Sarà in grado di fermare l’assassino prima che commetta altri reati?
Un giallo intrigante e avvincente in cui i colpi di scena si susseguono uno dopo l’altro. La tensione è garantita, dall’inizio alla fine, e le azioni sono al fulmicotone.
I due autori che firmano questo libro sanno alla perfezione ricostruire il quadro di vita di provincia, dove all’apparenza regnano il silenzio e la tranquillità, ma è un luogo che spesso cela inquietudine, azioni turpi e vergognose, e malaffare.
I temi sociali che stanno alla base di questo romanzo sono di grande attualità, quali l’inquinamento atmosferico e ambientale, la corruzione di giovani e belle fanciulle attraverso un guadagno tanto facile quanto illusorio, e la malattia mentale con le sue degenerazioni. Il tutto è narrato con un linguaggio fluido, ma preciso e ricercato.
Ne consegue una lettura di genere assai accattivante, dove l’enigma è sciolto e non del tutto, soltanto nelle ultime righe. Di modo che il lettore è tenuto in bilico fino all’estremo finale.
Un giallo perfetto, con una trama perfettamente pensata e compatta. Un narrato che conquista e trascina il lettore con emozioni forti.
Il re delle fate d’autunno: In fondo alle filastrocche è sempre buio
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Un libro perfetto per...
Adatto a chi ama le storie forti.
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il re delle fate d’autunno. In fondo alle filastrocche è sempre buio
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