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“Il quadro mai dipinto” di Massimo Bisotti


Cristina Biolcati    16-06-2014

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La Feltrinelli
Il quadro mai dipinto copertina del libro

Patrick, insegnante e un pittore, decide di lasciare Roma per trasferirsi a Venezia dove cominciare una nuova vita. Prima di partire, si reca in soffitta per dare un’ultima occhiata al quadro in cui aveva ritratto la donna che ha amato, ma fa un’amara scoperta. La tela è vuota. Il soggetto sembra avere abbandonato il dipinto, così come, tempo prima, aveva fatto con lui. Lo assalgono mille dubbi, fra cui anche quello di non averla mai dipinta.
Sull’aereo che lo conduce a Venezia, Patrick rimane vittima di un incidente e sbatte violentemente la testa. Viene colpito da amnesia, e non ricorda più il motivo per cui ha lasciato la sua città. In tasca trova un biglietto, con un nome e un indirizzo: “Residenza Punto Feliz”. Si reca quindi in questa pensione, dove fa la conoscenza del proprietario, Miguel, un uomo molto saggio, del gondoliere Vince che ancora deve riprendersi da una storia d’amore finita male, e del piccolo Enrique, un bimbo vivace. Questi personaggi lo accolgono con generosità nella loro vita, e a poco a poco lo portano a ricordare.
Quando ad una festa Patrick conosce Raquel, non ha dubbi. È lei la donna che è fuggita dal suo quadro.

La storia è contornata da tanti piccoli colpi di scena, tante piccole scoperte che portano il lettore a ricostruire la storia di Patrick, e soprattutto del perché egli si sia recato a Venezia.

“Dovrà capitare prima o poi che due anime selvatiche, che non vogliono sentirsi strette da nessuno né chiuse agli angoli del mondo e che si amano abbastanza da non scappare né inseguire, si fermino a comprendere che completarsi è questo.
È chiudersi all’aperto sapendo che a nessuno dall’esterno sarà permesso entrare dentro.
Si può rischiare di restare insieme tutta la vita così, senza che sia una minaccia ma solo un sublime stato di grazia e di strafottente e imbarazzante felicità.”

Spesso, l’ossessione per la perfezione, come quella che ha Patrick nei confronti della pittura, porta alla perdita dell’autenticità; mentre invece se ci si mostra genuini agli occhi degli altri si può essere amati per ciò che si è. Questa appare, in sostanza, l’idea di fondo. Patrick perde e ritrova se stesso attraverso sviluppi originali e inattesi.

“Capì allora che Raquel era scappata da lui, non dal quadro, e il non averla più vista non era altro che una sua proiezione, il riflesso di ciò che aveva dentro, del suo senso d’inadeguatezza, delle sue inquietudini e fissazioni. Proiettiamo sugli altri quello che abbiamo dentro”.

Evocative le descrizioni di Venezia, delle mostre visitate dal protagonista e dei quadri di Frida Kahlo, che avvolgono il lettore nella giusta atmosfera, al punto che sembra di essere presenti sulla scena.

Sicuramente più avvincente la seconda parte, rispetto alla prima, di quella che è un’opera che pone l’attenzione su quanto sia possibile andare controcorrente nella vita, ma mai “controcuore”.

Unico appunto, doveroso. Le dissertazioni sull’amore vanno benissimo, ma se si vuole distinguere un saggio da un romanzo è bene caratterizzare i singoli protagonisti, mentre qui sono tutti abili oratori in egual misura e quando intervengono sembra sempre che abbiano appena scartato un bacio Perugina.

“Il quadro mai dipinto”, scritto da Massimo Bisotti ed edito da Mondadori nell’aprile 2014, è tutto questo. E molto di più.

Il quadro mai dipinto copertina del libro
SCHEDA DEL LIBRO
  • Titolo libro: Il quadro mai dipinto
  • Autore del libro: Massimo Bisotti
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Casa editrice: Mondadori
  • Anno di pubblicazione: 2014
  • Prezzo: prezzo libro su amazon prezzo libro su ibs


© Riproduzione riservata

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il quadro mai dipinto

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