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Significato di parole, proverbi e modi di dire

Pecunia non olet: significato e chi l’ha detto

Cosa significa la frase Pecunia non olet? Esistono odori sopportabili nonostante tutto? Scopriamo perché l’antico adagio “pecunia non olet” ha avuto così tanto successo arrivando fino a noi, cosa significa e perché viene usato anche nel linguaggio comune.

Angela Mattera
Angela Mattera Pubblicato il 25-10-2022
Pecunia non olet: significato e chi l'ha detto

Pecunia non olet: che significa? Chi l’ha detto per la prima volta? Qual è il significato quando la frase viene usata come modo di dire?

Espressione utilizzata per indicare l’importanza del denaro indipendente dalla fonte dalla quale viene prodotta o il fatto che il denaro sia semplicemente denaro, la frase latina pecunia non olet arriva a noi dall’Antica Roma.

Tradotto letteralmente come “il denaro non ha odore”, in realtà il senso reale della locuzione latina è più probabilmente “il denaro non puzza”, ovviamente ricollegato all’episodio dal quale pare abbia tratto origine questa curiosa espressione.

Pecunia non olet: le origini del modo di dire

Attribuita da Svetonio prima (De vita Caesarum VIII, 23) e da Cassio Dione poi all’imperatore Tito Flavio Vespasiano, vissuto nei primi 80 anni dopo Cristo, questa frase sembra essere la risposta dell’imperatore a suo figlio Tito, contrariato dal fatto che il padre avesse imposto una tassa, la centesima vinalium, sui bagni pubblici gestiti da soggetti privati.

Fu proprio per questo motivo che queste toilette a pagamento vennero definite vespasiani. L’ammoniaca proveniente dalle urine raccolte nelle latrine veniva utilizzata per conciare le pelli, un settore estremamente vasto e di grande utilità in svariati settori. I proprietari di questi bagni pubblici riuscivano vendendo l’ammoniaca a ottenere entrate cospicue e la cosa non passò certo inosservata a Vespasiano che fiutò (è proprio il caso di dirlo) l’occasione per arricchirsi ulteriormente.

Grazie a questa curiosa tassa, com’è facile immaginare, permise all’erario di rimpinguare i propri conti in breve tempo.

Il figlio di Vespasiano, estremamente in disaccordo col padre per l’introduzione della centesia vinalium, osò lanciare alcune monete in uno di questi bagni in segno di sfida. L’imperatore, tuttavia, non mostrò alcun problema a raccogliere le monete e, avvicinatele al naso, pronunciò dunque la celeberrima frase “Pecunia non olet”, sottolineando così la scarsa importanza della fonte del denaro, purché questo entri nelle casse e permetta di raggiungere l’obiettivo.

Pecunia: denaro o bestiame?

Quella che a noi è arrivata come “il denaro non ha odore” o, ancor meglio, “il denaro non puzza”, suonava ai latini del tempo decisamente diversa da come interpretiamo noi il significato di tale espressione. Il motivo di questa curiosità è presto detto. Il termine pecunia, tradotto come “denaro”, deriva dalla parola pecus, originariamente inteso come “bestiame” e solo in senso translato come denaro.

Erano infatti gli animali, ancor meglio se allevati, la vera ricchezza del popolo che prima dell’introduzione della moneta utilizzava polli, pecore e altri animali come merce di scambio per acquistare altri beni essenziali. Per questo motivo la frase suonava ai romani come “le pecore non hanno odore”. Benché il senso della locuzione di Vespasiano fosse comunque molto chiaro in riferimento al denaro e alla loro origine, nel senso originale la frase veniva percepita dal volgo come “le pecore non puzzano” creando una sorta di bizzarro ossimoro incomprensibile, soprattutto a chi allevava bestiame e non aveva alcun altra pecunia che le proprie bestie a quattro zampe.

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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Pecunia non olet: significato e chi l’ha detto

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