Hodder e la fata di poche parole
- Autore: Bjarne Reuter
- Genere: Libri per bambini
- Casa editrice: Iperborea
- Anno di pubblicazione: 2022
Può un bambino salvare il mondo? Questa è la domanda che dà lo spunto iniziale a una graziosa storia per i piccoli lettori raccontata dallo scrittore danese Bjarne Reuter intitolata Hodder e la fata di poche parole (Iperborea, 2022, trad. it. Eva Valvo).
In realtà tale interrogativo che il protagonista della vicenda, Hodder, si pone per quasi tutto il corso della narrazione, non pretende necessariamente una risposta precisa e netta, ma rappresenta un pretesto per far riflettere bambini e adulti sul tema della crescita, sul senso di responsabilità e sullo scopo da porsi nella propria vita.
Tutti aspetti sui quali ogni persona è chiamata a interrogarsi prima o poi nella propria esistenza.
Non c’è quindi una risposta uguale per tutti, ma ciascuno di noi è chiamato a cercare di comprendere il suo ruolo nel mondo, attraverso la conoscenza di se stesso, l’accettazione della propria identità, il rispetto degli altri, il confronto con essi e l’osservazione del contesto socio-culturale in cui è chiamato a vivere.
Il protagonista di questa storia, Hodder Emanuel Jacobsen, è un bambino che va alle scuole elementari, presumibilmente in quarta, ma non gode certo di grande stima né da parte dei suoi compagni di classe, né da parte della sua maestra, sia per il suo rendimento scolastico che per abilità particolare nei giochi e nello sport e nemmeno per il suo aspetto fisico.
Insomma una sorta di antieroe agli occhi di molti, ma non tutti forse sanno che Hodder non ha una vita facile per un bambino della sua età.
Sua madre infatti è morta già da diversi anni e il piccolo Hodder e suo padre, che per guadagnarsi da vivere attacca manifesti pubblicitari sui muri della città di notte, devono cavarsela da soli. Senza fratelli e senza dei veri amici, Hodder è costretto a vivere come un adulto, aiutando il padre nelle faccende domestiche e trascorrendo molte ore da solo a causa dell’orario di lavoro del padre, che di giorno spesso dorme.
Il piccolo protagonista però non si perde d’animo e non rinuncia ai suoi sogni. Hodder non sa ancora cosa vuole fare da grande, ma è un bambino curioso, pieno di idee, gentile, sensibile, determinato e fantasioso.
Sa accontentarsi delle piccole e semplici gioie che la vita gli riserva, come assaporare delle deliziose girandole al rum che acquista nella panetteria sotto casa e delle quali è ghiotto, ascoltare la voce registrata di suo nonno che gli invia delle cassette nelle quali gli dà dei saggi consigli di vita e osservare di notte dalla finestra della sua camera la gente che passa per strada, o che intravede all’interno degli altri appartamenti vicini.
In una delle tanti notti in cui non riesce a prendere sonno, fa uno strano incontro con una fata che entra volando nella sua stanza e gli rivela che lui è il prescelto per salvare il mondo, anche se non sa bene da cosa.
La vita di Hodder da quel giorno cambia.
Tra viaggi progettati verso remote destinazioni,in particolare quello per l’isoletta africana di Guambilua sperduta nell’oceano dalla quale decide di iniziare per portare a compimento la sua missione e di cui scopre l’esistenza sul suo atlante geografico, strampalati personaggi adulti che conosce e con i quali fa amicizia, semplici e piccole avventure vissute in città o a scuola, Hodder impara molte cose sulla vita, sulle persone e su sé stesso che lo aiutano a formare il suo carattere e lo fanno crescere e maturare.
Sempre sospeso tra realtà e immaginazione il racconto, ambientato verosimilmente tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta a Copenaghen, in un luogo chiamato per tutta la sua durata in modo spiritoso “Copenaghenborg” nella traduzione italiana si sviluppa in modo semplice e senza apparenti colpi di scena.
In realtà l’autore è bravo con intelligenza narrativa a coinvolgere il lettore alternando momenti di ironia e spensieratezza, ad altri più riflessivi e tristi, ma sempre con un candore tipico dell’ottima letteratura per l’infanzia, che rendono il libro godibile fino in fondo.
Lo stile di scrittura è curato e mai banale con una narrazione in terza persona che però non si allontana mai dal punto di vista del protagonista, ma che lo affianca rimanendo sempre focalizzato su di lui.
La forza della storia si basa soprattutto sull’originalità dei personaggi, che non sono mai stereotipati, ma anzi sempre credibili nella loro caratterizzazione.
C’è la misteriosa fata volante dagli occhi chiari che a volte sembra triste e preoccupata, che conosce le abitudini notturne di Hodder, tanto da definirlo "falena" e parla poco.
Kamma Gudmansdottir,una bambina di origine islandese, compagna di classe di Hodder, trasferitasi da Reykjavik, che ha conservato bizzarre abitudini alimentari tipiche del suo paese e non che esita a mostrarle ai suoi compagni, durante le lezioni o nell’ora della merenda. Con lei Hodder sembra avere un buon feeling ed è tra i compagni di classe a cui il protagonista è più affezionato, tanto da desiderare di portarla con sé nella sua missione speciale per la quale egli vorrebbe allestire una vera e proprio squadra disposta ad affiancarlo.
Lola, una donna misteriosa e attraente, che indossa scarpe rosse ed è vestita sempre in modo elegante, che ama camminare di notte nelle strade adiacenti al palazzo dove abita Hodder fumando sigarette.
Filip, altro compagno di Hodder, considerato il bambino più bravo della classe nello sport e in particolare nel calcio, che vuole apparire uno sicuro di sé stesso e forte, un duro insomma e che Hodder al contempo ammira e teme, ma che si scopre essere molto più fragile delle apparenze.
Il pugile Big Mac Johnson, di cui Hodder è un sostenitore e di cui il bambino conserva con cura un pelo del naso in suo ricordo. Sembra divertirsi più divertirsi più a comporre poesie, che fare a pugni sul ring, ma in entrambe le attività i risultati si rivelano assai modesti.
Il nonno e la nonna di Hodder, che vivono nella penisola dello Jutland, l’unico territorio della Danimarca che si trova sulla terraferma. Entrambi dispensano consigli e perle di saggezza al nipote, in particolare il nonno, raccontandogli aneddoti sulla dura ma anche sana vita che conducevano gli abitanti della loro regione appartenenti alla loro generazione; un’esistenza ben diversa da quella condotta dai coetanei di Hodder nella capitale danese.
Vogliono molto bene al loro nipotino, lo riempiono di regali, lo vanno spesso a trovare e quando non possono farlo, il nonno gli invia le cassette con i suoi racconti registrati.
La maestra Asta K.Andersen, che sembra sempre malinconica e pensierosa, forse perché vive un’esistenza solitaria e che sembra più vecchia di quanto non sia in realtà. Ha comunque un aspetto distinto e dei bei occhi chiari. Nonostante qualche incomprensione, Hodder è affezionato a lei, la riempie sempre di domande che ella sopporta con pazienza ed egli stravede per il profumo Harem Dreams che ella è solita mettere.
William Ludo, un misterioso principe africano che vive nell’isoletta di e del quale Hodder stesso non sa molto.
Un cane azzurro che quasi ogni notte compare nei pressi del portone del palazzo dove abita il piccolo protagonista e che sembra attenderlo per stare in sua compagnia.
Infine il padre di Hodder, uomo solitario ma onesto, grande lavoratore e dotato di grande generosità, che fatica a crescere da solo suo figlio, che ama moltissimo, ma che non sembra disposto ad assecondare il proposito di Hodder di trovarsi una fidanzata dopo la morte di sua moglie.
Spetta ai lettori il compito di comprendere nel corso della storia se alcuni di questi personaggi siano in carne ed ossa o soltanto frutto della fantasia del piccolo Hodder.
Nel finale viene svelato il mistero e sempre ai lettori è affidata l’interpretazione dell’esito della missione affidata al piccolo protagonista.
Bjarne Reuter, nato nel 1950 a Brønshøj, quartiere situato nella periferia occidentale di Copenaghen, è uno dei maggiori scrittori danesi di letteratura per l’infanzia, oltre a essere uno sceneggiatore cinematografico.
Ha scritto più di cento libri spaziando tra generi diversi. Considerato a oggi l’autore di fatto più popolare e più letto in Danimarca, considerato il numero di prestiti dei suoi libri nelle biblioteche della sua nazione, è stato tradotto anche in molte altre lingue oltre a ricevere numerosi e prestigiosi premi letterari in particolare nella sua patria.
In Italia ha ricevuto il Premio Strega Ragazzi nel 2021 per Elise e il cane di seconda mano il primo suo libro tradotto in italiano da Iperborea, che ha pubblicato anche "Hodder e la fata di poche parole" ( pubblicato in Danimarca nel 1998 con il titolo originale di " En som Hodder" letteralmente "Qualcuno come Hodder") nel 2022 con la traduzione di Eva Valvo entrambi nella collana I Miniborei.
Questo romanzo è stato nominato tra i finalisti del Premio Andersen 2023 nella categoria libri per bambini tra i 9 e i 12 anni. A oggi sono gli unici due titoli presenti in catalogo in Italia di questo autore.
In un’intervista rilasciata proprio alla sua traduttrice italiana Eva Valvo per la prestigiosa rivista italiana di letteratura per ragazzi “Andersen” il 31 maggio del 2020, Bjarne Reuter ha dichiarato:
Considero i generi letterari come strumenti musicali e non ho voglia di limitarmi a suonarne uno solo. Così come amo molto suonare il contrabbasso,la chitarra e il violino,così mi piace muovermi liberamente tra generi letterari diversi. Mi dà un grande senso di libertà. Non so da dove vengano le storie; so che mi si presentano e chiedono di essere scritte e raccontate.A volte mi considero un semplice portavoce.
E a proposito dei bambini:
La fantasia e la creatività dei bambini hanno la capacità di rompere i confini con il razionale: per me questo è liberatorio e consolatorio.
Queste ultime parole sono forse il più grande insegnamento che ci lascia Bjarne Reuter,da ottimo autore di libri per l’infanzia e per ragazzi e che viene confermato in questo grazioso libro che egli ci dona.
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