Great Jones Street
- Autore: Don DeLillo
- Categoria: Narrativa Straniera
“Correre più forte, volere sempre di più, morire per primi”.
In questo laconico aforisma, dedicato a Opel, una “neutra” ragazza “non ricordabile e non dimenticabile”, si cela la sostanza di un mondo composto di rock, alcol, donne, tanta droga, amore, solitudine, disperazione e autenticità. E’ lo spettacolo affrescato, con implacabile realismo e una costante dose di postmoderno nichilismo, da Don DeLillo in Great Jones Street, il suo terzo romanzo, nel 1973. Il cosmo da cui il divo del rock Bucky Wunderlick ha deciso di fuggire, non per arrivare alla pienezza, ma per perdersi, forse dolcemente, nel malinconico quartiere dell’oblio con l’intento di “smitizzarsi” sottraendosi all’alienante culto di se stesso.
Bucky e Opel sono due ribelli dannati, che scalano la montagna della modernità e godono nel rotolare giù magari facendo crollare tutti i sassi che si erano portati in cima. L’autocompiacenza del nichilismo che satura (come fosse una totalizzante scenografia) ogni dialogo, trasporta in un palcoscenico ove i sentimenti fanno capolino tra grigie, smaliziate discussioni sul nonsenso del mondo moderno, sulla morte e sul viaggio.
Un’icona dello stars system che ne ha le scatole piene di essere un vuoto idolo per perdute, conformistiche masse di teenager, scappa dai palchi del successo ingenerando un’infinità di ipotesi che tracimano nei più celebri cliché. Si dissolve Bucky Wunderlick in una strada di New York, desolata, ma familiare, “perpetuamente sospesa sul ciglio dell’epifania”, priva di forma e per questo potenzialmente risanatrice, amica e originaria. Intorno a lui: uno scrittore che verga improbabili racconti porno per bambini; un discografico che, con paternalistico charme, usa il cuore per accumulare più quattrini; una fantomatica associazione intenta ad aprire nuovi spazi interiori, “privacy” e libertà tramite una droga sintetica; un pacco di illusione che passa di mano in mano, contraltare delle canzoni della montagna, le ultime rare perle di Bucky, quelle composte, in solitudine, dentro una baita, vicino al camino, in un periodo di ritorno creativo; un dottore trasformista e boss della droga, bizzarri musicisti girovaghi, spie della polizia, ladri, amici egoisti, insicuri e perdenti.
Tutti questi miserabili, teneri e spietati personaggi danzano tra le righe lontane di un libro attuale come il nulla che, ancora oggi, imbastisce, inesorabile e sprezzante, il suo lucente, ammaliante, putrido spettacolo.
Great Jones Street
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