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Storia della letteratura

Giuseppe Parini: le opere giovanili, l’Arcadia e l’incontro con Mozart

Andiamo alla scoperta di Giuseppe Parini, quando firmava con i nickname di Ripano Eupilino e Darisbo Elidonio. E quando lavorò con Mozart. Lo sapevate?

Isabella Fantin
Isabella Fantin Pubblicato il 10-03-2022
Giuseppe Parini: le opere giovanili, l'Arcadia e l'incontro con Mozart

Nel 1752 il ventitreenne Giuseppe Parini compone Alcune poesie di Ripano Eupilino. Il nome proprio contenuto nel titolo della raccolta è lo pseudonimo da lui scelto secondo le consuetudini arcadiche. Un nickname di facile decifrazione:

  • Ripano è l’anagramma del suo vero cognome, Parino;
  • Eupilino è l’aggettivo derivato da Eupili, nome latino del lago di Pusiano dove nacque nel 1729.

Alcune poesie di Ripano Eupilino

Per un giovane come lui, di cui i contemporanei rilevano un temperamento iper sensibile e incline alle emozioni, la lirica arcadica è una tappa obbligata nell’apprendistato letterario. Vediamo questa raccolta più da vicino.

Alcune poesie di Ripano Eupilino sono un importante documento umano di un ragazzo ambizioso. Infatti Parini ha appena terminato gli studi dai Barnabiti, ma non è stato ancora ordinato prete. Per ragioni a noi oscure, appone alla raccolta un falso nome sia dell’editore, sia del luogo di pubblicazione. Dietro il misterioso Giacomo Tomson, infatti, si cela l’editore milanese Bianchi. Vezzo o prudenza?

Le rime sono divise in due parti: Poesie serie e Poesie giocose. Le prime, pur affrontando argomenti religiosi e moraleggianti, sono poco incisive. D’altronde l’autore sceglie l’abito talare per necessità. Le seconde sono ingrigite da un goffo bembismo toscaneggiante. Insomma, Parini ha ambizione e dottrina, il talento lo sta affinando. Come si può intravedere nel taglio abbastanza spregiudicato della "presentazione ai Leggitori", dove manifesta un insolito desiderio: conoscere dal pubblico il tipo di poesia della sua raccolta meglio riuscita.

L’Accademia dei Trasformati

Nel 1753 a Milano Giuseppe Parini viene accolto dall’Accademia dei Trasformati, fondata nel 1546 da un sodalizio di aristocratici con il motto virgiliano (Georgiche, II, 70)

"et steriles platani malos gessere valentes": "con innesti sapienti perfino da un platano si possono ottenere buoni frutti".

Tra i membri, che si incontravano a casa del conte Giuseppe Maria Imbonati, anche Pietro Verri, Cesare Beccaria e il Baretti. Poiché questa accademia non pubblicò nulla, è dalle opere dei soci che possiamo individuare la sua sfera di interessi, in primis lirica arcadica e milanese del Seicento.

La partecipazione all’Accademia dei Trasformati permise a Giuseppe Parini di entrare in contatto con la vita letteraria dell’aristocrazia meneghina, tanto che l’anno seguente, ordinato sacerdote, viene assunto dal duca Gabrio Serbelloni come precettore del figlio Gian Galeazzo. Questa esperienza decennale confluirà nella complessa satira antinobiliare de "Il Giorno" in cui la nobiltà non viene criticata in sé, ma in quanto ceto improduttivo. Parini non vuole fare la rivoluzione.

Nel 1777 entra nell’Accademia dell’Arcadia con il nome di Darisbo Elidonio. Ora Parini è l’uomo maturo e moderatamente illuminato che compone le Odi.

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Quanto al melodramma, Ascanio in Alba è l’unica opera teatrale pariniana completa e musicata da un Mozart 15enne. Di certo Parini e il compositore in erba si incontrarono in due occasioni nel capoluogo lombardo, eppure la scintilla di stima o simpatia non scoccò mai.

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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Giuseppe Parini: le opere giovanili, l’Arcadia e l’incontro con Mozart

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