Georgofili. Dalla strage alla verità processuale
- Autore: Domenico Del Nero, Edoardo Benelli
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2022
È l’art. 41bis dell’ordinamento penitenziario il bersaglio del movimento terroristico anarchico che pretende l’esclusione di Alfredo Cospito dal regime carcerario speciale introdotto da quella norma nel nostro ordinamento giudiziario. Puntava a fare abolire il 41bis la catena di attentati scatenata dalla mafia nel 1993 contro il patrimonio artistico italiano. Dieci vittime in due mesi, metà delle quali per l’esplosione di un’auto bomba nei pressi del Museo degli Uffizi a Firenze. È dedicato alle cinque vite strappate la notte del 27 maggio di trent’anni fa il libro-inchiesta di Domenico Del Nero ed Edoardo Benelli intitolato Georgofili. Dalla strage alla verità processuale, pubblicato all’inizio del 2022 dalle Edizioni La Vela di Lucca (collana Schegge, 120 pagine).
Il libro è stato edito con la collaborazione di Alice Bertini, Edoardo Nastri, Filippo Sanzo per la componente documentale e la presentazione del sindaco di Firenze Dario Nardella, dell’assessore regionale alla legalità Stefano Ciuffo e dell’attrice Giulia Bianchi Weber, ferita nell’esplosione e autrice-interprete di un testo teatrale, “La ferita", per non dimenticare.
Un libro realizzato non da storici e scrittori, ma da un gruppo ancora più motivato: un docente e giornalista pubblicista, Del Nero, un allievo ora diciannovenne, Edoardo Benelli e un gruppo di studenti del liceo scientifico fiorentino Leonardo da Vinci. Sicchè, un lavoro non paludato, non redatto da addetti ai lavori, per questo ancora più prezioso. Un documento necessario, per informare sugli attentati di mafia e non solo che uccisero innocenti, scossero il Paese, violentarono la sua cultura secolare, undicesima vittima, incolpevole alla pari delle altre, di una strategia stragista che per una volta ha conosciuto una verità processuale.
I colpevoli sono stati condannati, le responsabilità ricostruite. Restano nell’ombra solo i mandanti coperti.
Nelle prime ore della notte del 27 maggio 1993, l’esplosione di un furgoncino Fiat Fiorino rubato, imbottito con 250 chili di una miscela esplosiva di pentrite, T4, tritolo e nitroglicerina, provocò il crollo della Torre del Pulci in via dei Georgofili, sede dell’Accademia omonima. I palazzi storici vicini vennero sventrati e in uno scoppiò un incendio. Nell’attentato persero la vita cinque persone: Fabrizio Nencioni, la moglie Angela Fiume, custode dell’istituto, le figlie Nadia di nove anni e Caterina di due mesi. Lo studente di architettura Dario Capolicchio perì nell’incendio del palazzo di fronte. Decine di persone rimasero ferite.
Sei mesi prima, sempre a Firenze, a titolo di avvertimento quattro mafiosi avevano depositato un ordigno nel Parco di Boboli, dietro Palazzo Pitti. Due mesi dopo, il 27 luglio, altre due bombe esplosero quasi contemporaneamente davanti alla basilica di San Giovanni in Laterano a Roma e in via Palestro a Milano (4 morti, 12 feriti). Il giorno appresso, un’autobomba davanti alla chiesa romana del Velabro (altri feriti).
Il (capo)lavoro dell’insegnante e dei ragazzi, una ricerca piena di cuore e sentimenti, è nato da un documento asettico, la nota ministeriale che nel 2017 invitava a partecipare a un progetto sulla memoria e sul diritto alla giustizia delle vittime di terrorismo. Probabilmente sarebbe passata inosservata tra le tante proposte alle scuole, se non fosse stato per una persona eccezionale: Giovanna Maggiani Chelli (scomparsa nel 2019), presidente dell’Associazione familiari delle vittime di via dei Georgofili, madre di Francesca Chelli, la fidanzata di Dario gravemente ferita nella tragedia. Convinse alcuni studenti del Leonardo a ricostruire insieme la storia della strage, in vista del venticinquennale, disponendo del LeoMagazine: più di un giornalino scolastico, un vero giornale online, coordinato da un docente, Domenico Del Nero e redatto da generazioni di studenti volenterosi.
Il libro ha voluto ricostruire tutto della vicenda “che non può e non deve essere dimenticata”. Se a firmare sono in due, il progetto, concretizzato in questo prodotto editoriale e in un audiovisivo, ha visto il contributo di vari alunni e alunne che si sono avvicendati nella redazione del LeoMagazine.
Tre anni di ricerche, consultazioni di atti e pubblicazioni, interviste a protagonisti e testimoni. Nella prima parte, ricostruisce gli eventi fino alla conclusione processuale. La seconda è documentaria, con articoli del LeoMagazine e la lectio magistralis di Danilo Ammannato, avvocato di parte civile dei parenti delle vittime nei processi sulle stragi del 1993. Nel terzo capitolo, il verbale dell’interrogatorio al gen. Mori, sull’imbarazzante trattativa Stato-mafia, per fare cessare le violenze in cambio di concessioni a Cosa Nostra.
È stata la signora Giovanna, la mamma di Francesca, a convincere il presidente Napolitano ad includere i parenti “dei Georgofili” nella cerimonia della Giornata delle vittime del terrorismo. Produsse la sentenza di Cassazione che parla di terrorismo eversivo.
Così il Quirinale capì che non siamo solo vittime di mafia, ma di uno stragismo ancora tutto da comprendere. Molto probabilmente, i mafiosi hanno agito per fare favori a politici.
Giovanna Maggiani volle aggiungere il secondo cognome “Chelli” per evidenziare la provenienza da una famiglia terribilmente coinvolta nella strage dei Georgofili. Dal 2001 ha presieduto l’Associazione che rappresenta i familiari e lotta tuttora per la verità politica definitiva.
Georgofili. Dalla strage alla verità processuale
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