

Sovente, nei romanzi fantasy e anche in serissimi studi etnologici troviamo la dicitura “piccolo popolo”. Siamo abbastanza addentro in questo immaginario per sapere che esso connota le fate, i nani e gli elfi soprattutto, piccoli esseri che noi non vediamo ma che condizionano la nostra vita nel bene e, in rari casi, nel male. Ma da dove arriva questo piccolo popolo?
Le origini del piccolo popolo: Eva e Dio


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Alcuni etnografi ritengono che alla base ci sia una popolazione preesistente non indoeuropea sottomessa e quindi resa invisibile, altri invece sostengono che essi siano esseri mitologici di antiche religioni. Un’interessante teoria ci viene spiegata dalla fiaba iniziale della raccolta di favole islandesi della mitica Iperborea Genesi del popolo nascosto, dove viene fatta risalire all’inizio del cristianesimo.
Il Signore fece visita ad Eva, che gli mostrò i figli più belli, alti, biondi e robusti, ma Dio le chiese se avesse altri figli e lei disse di sì. Li aveva nascosti perchè non li aveva ancora lavati e si vergognava. Ciò non piacque all’Onnipotente, che la rimproverò dicendole che tutto quello che era nascosto a Lui sarebbe stato nascosto agli uomini e quindi, di conseguenza, questi ultimi non potevano vedere gli esseri umani.
Così nacquero questi esseri fantastici, che popolarono le terre d’Islanda. Una curiosità: ancora oggi gli Islandesi mostrano rispetto verso le loro storie e non si possono avviare opere edilizie in certi luoghi perchè abitati dai folletti che sigono rispetto, pena dispetti e disgrazie.
Il piccolo popolo e il folklore nordico
Ma quanto è importante il piccolo popolo nel folklore europeo? Molto, se si considera la mitologia nordica e celtica, meno nel mondo mediterraneo, piu urbanizzato e razionale. La luce forte e il sole accecante del Sud sono nemici di una religione fondata sui misteri della notte e sul chiarore pallido della luna. Semmai è il giorno, la controra, a fare paura nel Mezzogiorno.
I rapporti fra umani ed elfi
Ma come si definiscono i rapporti tra esseri umani ed elfi? Gli elfi rispettano gli uomini, ma solo se vengono rispettati, altrimenti si vendicano con dispetti e disgrazie.
Nella Fiaba del popolo nascosto, due sorelle si comportano in modo diverso nei confronti degli invisibili: una è buona mentre l’altra è cattiva. Quest’ultima sarà punita con la morte e il suo nome sarà dimenticato, mentre l’altra sarà ricompensata con la ricchezza come in ogni fiaba che si rispetti.
Ma alcuni si chiedono se gli elfi e le fate esistano veramente o sono solo proiezioni della nostra mente. Non ci sono risposte certe.
Nella fiaba La danza degli elfi un giovane scettico assiste a una luculliana cena di elfi e al loro furore quando vengono scoperti i loro segreti. Gli uomini sono uccisi perchè dimostrano poco rispetto nei loro confronti, tanto che il giovane della fiaba, atterrito dalla loro presenza, non ne nega più l’esistenza. Verrà ricompensato con denaro e una buona reputazione, cosa importantissima nel Medioevo.
Anche i re devono stare attenti a quello che fanno e ai divieti imposti dagli elfi, che li puniscono talora in modo atroce, più spesso in modo grottesco.
In sostanza il piccolo popolo sa farsi valere rispetto agli esseri umani che sono troppo cattivi e curiosi; e questa è la morale della favola.

Recensione del libro
Fiabe islandesi
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Folletti e fate: il “piccolo popolo” protagonista delle fiabe islandesi
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