Filosofia del Cane
- Autore: Diogene di Sinope
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Casa editrice: :duepunti edizioni
- Anno di pubblicazione: 2010
- Libro a cura di Andrea L. Carbone
Diogene di Sinope, oggi città e porto della Turchia, discepolo di Antistene, il fondatore della scuola cinica, è uno dei filosofi più bizzarri che si conoscano. Non aveva una casa in cui abitare. Viveva in una botte, portando in mano una lanterna, anche in pieno giorno, perché – a suo dire – era alla ricerca dell’uomo. Aveva con sé inoltre un doppio mantello, quasi un prototipo del sacco a pelo, una bisaccia e un bastone. Non possedeva altro. Era un antieroe che filosofava anche attraverso il gesto, talvolta volgare, per evidenziare le contraddizioni umane. Abile conversatore, poteva contare su una capacità dialettica singolare e corrosiva. Platone lo definì un Socrate impazzito. Ma mentre quest’ultimo era il filosofo delle domande, Diogene lo era invece delle risposte, spesso sarcastiche e canzonatorie. Con il suo parlare e il suo modo di agire, egli mordeva appunto come può farlo un cane. La sua critica era rivolta al potere, alle istituzioni, alle ipocrisie e alla vanità umana. Disprezzava apertamente gli uomini, le ricchezze e le convezioni sociali. Non aveva teorie da insegnare. Era un filosofo che agiva.
Mangiava, dormiva, pensava, conversava senza problemi ovunque si trovasse. Incurante del giudizio altrui, all’occorrenza arrivava persino a masturbarsi in pubblico. Oppure espletava i suoi bisogni fisiologici nell’agorà. Uno stile di vita randagio, insomma. Irriverente nei confronti dei potenti, irrise persino Alessandro Magno chiedendogli un giorno di spostarsi perché lo copriva dal sole. Diogene non invidiava i lussi e i privilegi di cui godeva il re, mentre invece lo compativa perché questi non poteva godersi il piacere del semplice filosofare. Dietro questa apparenza bislacca, si celava in realtà un autentico maestro di vita.
Andrea Carbone in questo libretto, assai piacevole alla lettura, ha raccolto in una silloge le testimonianze di autori quali Aristotele, Cicerone, Seneca, Plutarco, Diogene Laerzio, Stobeo e tanti altri. Decine di aneddoti, talvolta anche molto divertenti, delineano la figura singolare di Diogene di Sinope (o il Cinico), con il suo modo di parlare sferzante, le performaces a dir poco stravaganti, i giochi dialettici arguti e mordenti, tipici della filosofia del Cane. Pur disprezzando l’umanità in generale, i suoi insegnamenti erano tuttavia rivolti verso il bene degli uomini, in quanto il nostro affermava che “gli altri cani mordono i nemici, io mordo gli amici per salvarli”.
- :duepunti edizioni - Palermo, 2010
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