Figurine Panini. Storia di un impero industriale, di una famiglia italiana e di un fenomeno di costume
- Autore: Nunzia Manicardi
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2019
Anche se i tempi sono molto cambiati, non credo ci siano in Italia bambini che, almeno per una stagione della loro adolescenza, non hanno tentato di completare l’album delle figurine dei calciatori Panini. Forse non si gioca più a “battimano” o a “soffio” (quando si doveva far capovolgere le figurine dell’avversario, messe in pila e leggermente curvate, per conquistarle), ma per tanti bambini ancora la raccolta delle figurine dei calciatori rappresenta l’anticamera per sfide ben più costose da giocare a colpi di carte Magic o Pokémon.
Anche una volta diventati adulti è difficile ci si domandi chi e cosa ci sia dietro quei pacchetti tante volte aperti con bramosia alla ricerca della “figu” mancante.
Colma la lacuna un dettagliato saggio di Nunzia Manicardi dal titolo Figurine Panini. Storia di un impero industriale, di una famiglia italiana e di un fenomeno di costume (Guaraldi, 2019) che ricostruisce una storia che scopriamo non essere troppo distante da quella di tanti altri self made-man italiani: da Enzo Ferrari a Giorgio Armani, da Leonardo del Vecchio (Luxottica) ai fratelli Ferrero (un prodotto su tutti: Nutella).
L’avvio di Panini nasce da un’intuizione, anzi da una serie di intuizioni, che trasformano gli altalenanti inizi, il chiosco nel corso Duomo di Modena gestito dalla madre nel 1945 e l’omonima Agenzia di distribuzione di giornali nata nel 1954, in un impero editoriale: l’idea di rimettere in commercio un lotto di vecchie figurine delle “edizioni milanesi Nannina” con i volti dei beniamini del calcio italiano. È il 1961.
Le figurine vengono imbustate due a due da manodopera improvvisata. Le prime bustine sono quasi anonime: bianche con cornice rossa. Il prezzo: 10 lire. Ne venderanno per quasi tre milioni di lire!
Il risultato mette appetito a Giuseppe e Benito Panini che, due anni dopo, riescono a coinvolgere anche gli altri due fratelli, Umberto e Franco, in un progetto tutto loro. Sarà proprio Umberto, rientrato appositamente dal Venezuela, ad inventare la “Fifimatic”: la prima macchina per l’imbustamento delle figurine. Da quel momento non ci sarà più pausa. L’azienda è un treno in corsa. Nel 1988 il fatturato ha raggiunto i 100 miliardi di lire.
È qui però che cominciano i guai. La concorrenza, i tempi che cambiano. Proprio nel 1988 la proprietà passa a due società straniere. Le cose non vanno, le promesse non vengono mantenute… e allora, nel 1999, Panini torna ad essere italiana al 100%.
Da Carlo De Benedetti a Robert Maxwell, dalla cordata De Agostini al gruppo Marvel Comics ed ancora Vittorio Merloni e i manager interni.
Oggi la società col logo del paladino con la lunga lancia conta filiali in Europa, USA e America Latina, con una distribuzione in più di 120 paesi, e ora… scusate: “Ce l’ho, ce l’ho… mi manca!”
FIGURINE PANINI: storia di un impero industriale, di una famiglia italiana e di un fenomeno di costume
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