Emily Gide di Stefania De Girolamo

Stefania De Girolamo nasce e vive a Genova. Cura un blog dedicato alle ingiustizie sociali e ai libri, è stata editorialista per il “Movimento contro ogni violenza sulle donne”, collabora con la testata giornalistica “Il coraggio delle donne” e la rivista “White Moon”, dove si occupa prevalentemente di attualità. Pubblica racconti e poesie con diverse case editrici. Nel 2018 ha pubblicato il romanzo intitolato Insieme ce la faremo, nel 2020 il romanzo di formazione Richiamo dalle foibe, e nel 2021 il racconto lungo Covid e paperi, e la seconda edizione di La colpa e la solitudine, vincitore del premio internazionale della critica al The Grand Award to Exellence. Nel 2022 è uscito il suo ultimo romanzo intitolato Resta in noi. Ora torna in libreria con un romanzo di formazione intitolato Emily Gide, pubblicato da .

Chi è quest’ultima? Emily è una giovane ragazza appartenente alla cosiddetta Generazione Z, che dopo la pandemia ha tanti sogni e molte illusioni. Ragazza non voluta dalla madre, è cresciuta con la nonna, che ovviamente ha cercato di trasmettere valori e consuetudini che a Emily vanno particolarmente stretti. Non si riconosce nella società in cui vive, e cerca in ogni modo di combatterla. Insieme a lei c’è Roberto:

“Emily e Roberto erano molto giovani, avevano sognato di perseguire le loro inclinazioni, lei voleva diventare magistrato, lui medico; naturalmente i loro genitori ne erano entusiasti, ma nessuno di loro aveva idea del prezzo che avrebbero dovuto pagare per raggiungere le loro mete e nessuno intorno a loro comprendeva quanto questi loro obiettivi fossero in realtà poca cosa.”

Entrambi lottano per una società differente, ma non sempre ci riescono. Emily vorrebbe avere tanto un figlio, Roberto, invece, vuole lottare per la pace insieme al loro movimento studentesco.

“Si lotta per mantenere quello che si ha e allo stesso tempo lo si disprezza, la moglie non è abbastanza bella o non guadagna abbastanza, i figli non sono mai una sufficiente gratificazione dell’ego degli adulti, li partoriscono e poi li vivono come cosa scomoda, un impedimento alla loro libertà di uscire, di comprare una macchina nuova. Amarli e null’altro darebbe la pace che si cerca, ma si preferisce vivere da povere vittime.”

Emily scrive sul suo diario le riflessioni e i suoi desideri, cercando così di essere libera. Ma riesce ad esserlo veramente? Che accadrà ai due giovani, quando il destino si compirà con il suo zampino tragico?

Un libro interessante, che pone molti spunti di riflessioni. Una su tutte è la tematica riferente l’aborto, visto da una ragazza giovane che si sta affacciando al mondo:

“Maria rimane incinta. E’ solo arrabbiata, fatica a trovare un medico disposto a toglierlo: esatto, proprio così ha detto, lo vuole togliere, non vuole abortire, non vuole praticare un’interruzione di gravidanza, l’era della scienza e dei suoi termini in questo caso viene accantonata. Lo vuole togliere, così, semplicemente, come si toglie l’erbaccia infestante intorno a una piantina che vogliamo far crescere, togliere e gettare via.”

Un romanzo di formazione, caratterizzato da un linguaggio fluido, ma spesso scarno, cinico e a tratti privo di inutili orpelli, che induce a una riflessione profonda. Consigliato per chi vuole leggere una vicenda che guarda alle nuove generazioni, al loro ruolo nella società, per conoscerli meglio e venire incontro ai loro dubbi e alle loro sofferenze. Non sempre facile comunque da comprendere.