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Recensioni di libri

Educazione non sentimentale di Sybille Bedford

Neri Pozza, 2011 - Educazione non sentimentale è l’ultimo romanzo scritto da Sybille Bedford, scomparsa nel 2006, ed elogiato dal Sunday Times come il libro più brillante della scrittrice.

Teresa D'Aniello
Teresa D’Aniello Pubblicato il 08-01-2014

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Educazione non sentimentale

Educazione non sentimentale

  • Autore: Sybille Bedford
  • Categoria: Narrativa Straniera
  • Casa editrice: Neri Pozza
  • Anno di pubblicazione: 2011

Ci sono libri che ami da subito, basta leggere alcune righe della prima pagina e sei già immerso nella storia. E’ ciò che accade per Educazione non sentimentale, l’ultimo romanzo scritto da Sybille Bedford, scomparsa nel 2006, ed elogiato dal Sunday Times come il libro più brillante della scrittrice.

Sybille Bedford è stata una delle più grandi autrici della letteratura inglese. In questo romanzo narra la sua vita, l’infanzia con tutte le sue vicissitudini, l’adolescenza e la giovinezza vissute come una nomade fra l’Inghilterra, l’Italia e la Francia, i paesi che amerà per sempre, a stretto contatto con artisti e scrittori, Thomas Mann, Bertolt Brecht che, negli anni Venti e Trenta a cavallo delle due guerre, si davano appuntamento sulla costa francese. Della sua vita, piena di avvenimenti racconta gli eventi reali cercando di non lasciarsi andare alla fantasia, come di solito amava fare, perché ciò che voleva costruire, afferma Sybille,

era un racconto sugli eventi e le persone che avevano formato, e segnato, la mia prima giovinezza: ovvero la mia educazione non sentimentale.

Sybille, figlia del barone Maximilian von Schoenbeck, nacque in Germania nel 1911. Dopo la separazione dei genitori, la madre scappò via, crebbe insieme al padre in un paesino della Germania del Sud, in uno Schloss, un castello fatiscente ma incantevole con una preziosa collezione d’arte, bordeaux in cantina e in tavola, ma niente soldi per il macellaio. Alla morte del padre, torna a vivere con la madre. Una madre particolare quella di Sybille: inglese di nascita, di una bellezza bruna e regolare, capelli e occhi scuri, aveva un’aria di serena calma interiore, completamente disinteressata a esser madre, non si preoccupava granché di quello che indossava, in realtà a volte vestiva molto male, ma non importava, aveva fascino, aveva personalità. Amava gli uomini e gli uomini amavano lei; sposerà Alessandro, italiano, più giovane di lei e per un suo tradimento diventerà morfinomane. Non è un ritratto spietato quello che Sybille fa della madre, anzi in alcuni tratti della narrazione appare commovente. Saprà giustificarne alcuni dei suoi comportamenti e apprezzarne le qualità come quella di averla educata alla cultura e alle arti. Inizia il suo nomadismo fra le città inglesi e la campagna provenzale, fino ai paesi sulla costa francese. Continui cambiamenti di orizzonti non solo paesaggistici. Artisti e scrittori dei quali la madre, fine intellettuale ma piena di sé, amava circondarsi.

"… la casa era dell’epoca di Giacomo I, piena di oggetti d’arte, sibaritica. Era pure piena di ospiti, uomini colti, divertenti, non particolarmente cordiali, e due o tre donne spregiudicate. Ecco un altro ambiente nuovo, che avevo immaginato e desiderato conoscere: quello degli inglesi colti amanti della letteratura, i cui orizzonti comprendevano la Francia, l’Italia, la Grecia e oltre. Alla fine di una breve corsa in bicicletta nell’Essex ero arrivata a una delle correnti del mondo letterario inglese.“

Molte conoscenze avrà modo di fare la nostra giovane autrice, persone straordinarie che resteranno legate a lei per tutta la vita come lo scrittore Aldous Huxley, del quale sarà anche biografa. Tutto si svolgeva nella leggerezza delle giornate e si era portati a credere che la vita andava trascorsa con calma e spensieratezza, invece gli orrori erano alle porte.

“Eravamo negli anni Venti, con il desiderio e l’illusione che la storia potesse fermarsi, e stavamo entrando negli anni Trenta con la testa infilata sotto la sabbia.“

Una classe aristocratica e borghese che seppe nascondersi alla tragica realtà perché indolente e negligente. Flaubert nel suo romanzo L’educazione sentimentale aveva celebrato la moralità fallimentare dei costumi parigini di fine Ottocento; Sybille, nel suo libro, riesce a descrivere una generazione troppo affascinata da sé stessa, fallimentare perché del tutto cinica e mai interessata e responsabilmente coinvolta nella realtà di una epoca. Un libro di ricordi, dolci e amari, le proprie memorie, scritto senza remore e in alcuni tratti con un innocenza intellettuale da renderlo un libro raffinato. Una scrittrice aristocratica che ha sempre avuto il coraggio di vivere in maniera non convenzionale. Con l’ascesa del nazismo e la sua crescente avversità politica, che le procurò una situazione difficile se non drammatica, fu aiutata da Aldous Huxley e la moglie a divenire cittadina inglese. Trasferitasi in America per mettersi al sicuro, alla fine della guerra, con la sua compagna, la scrittrice americana Evelyn W. Gende, fece ritorno nei paesi che più amava, fra i quali l’Italia. Sono gli anni in cui scrisse Il retaggio, considerato da molti un capolavoro, uno dei più bei romanzi del Novecento. Ha vissuto gran parte della sua vita con il suo più grande amore, la scrittrice americana Eda Lord, scrivendo fino all’ultimo dei suoi giorni.

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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Educazione non sentimentale

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