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Storia della letteratura

Dino Dibona, le Dolomiti e il mistero di Carlos Espinosa

Nella sua Guida insolita delle Dolomiti (Newton Compton, 2007) lo scrittore Dino Dibona (1936-2014) ha inserito la leggenda di un tesoro abbandonato nei pressi di Cortina da un ufficiale spagnolo. Si tratta davvero di un racconto attendibile o è solo una storiella per turisti?

Riccardo Pasqualin
Riccardo Pasqualin Pubblicato il 23-03-2023
Dino Dibona, le Dolomiti e il mistero di Carlos Espinosa

Quella di Dino Dibona (1936-2014) è stata una mente poliedrica e iperattiva: nell’arco della sua vita egli è stato un poeta, uno scrittore di viaggio, un docente universitario, ma soprattutto un grande amante della montagna.

Nato a Cortina d’Ampezzo, ha collezionato alcuni successi editoriali pubblicando favole, racconti e saggi. In questa occasione ci occuperemo di un piccolo mistero contenuto in uno dei suoi libri più noti: Guida insolita delle Dolomiti (Newton Compton, 2007), un grande itinerario tra i luoghi dei suoi ricordi più cari. Proprio trattando della sua terra natale, l’Ampezzano, lo studioso inserisce una leggenda moderna con diversi punti oscuri: la storia del tesoro di Carlos Espinosa.

Ecco il breve testo:

Nel 1898 passò per Ampezzo il colonnello spagnolo Carlos Espinosa con la sua scorta. Influente membro di un gruppo di cospiratori, era diretto a Vienna dove avrebbe dovuto acquistare armi e a tale scopo portava due casse colme di monete d’oro e d’argento. Qui lo raggiunse la notizia che la cospirazione era stata scoperta e che i suoi compagni erano stati arrestati e rinchiusi nelle prigioni spagnole. Espinosa allora decise di ritornare in Spagna in tutta fretta, ma per poter procedere più speditamente abbandonò le casse di monete d’oro e d’argento sotterrandole in un luogo segreto della valle d’Ampezzo. Il colonnello Carlos Espinosa fu poi condannato a 15 anni di deportazione nell’isola di Fernando Pòo e non vi fece più ritorno. Il tesoro è quindi ancora là, dove lo sotterrò il colonnello spagnolo, in qualche parte della valle d’Ampezzo.

Sembrerebbe una storia degna di ispirare un romanzo, ma a quale congiura si fa riferimento?

Le guida insolita alle Dolomiti di Dino Dibona

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Il 1898 per la Spagna è un anno terribile, il paese fu aggredito dagli Stati Uniti che lo privarono dei suoi ultimi territori oltreoceano: Cuba, Puerto Rico e le Filippine.
La sconfitta produsse una vigorosa reazione intellettuale e nazionalistica che mise le sue radici anche tra le file dell’esercito.
Diversi ufficiali tornati da Cuba iniziarono a simpatizzare per il Carlismo, il tradizionalismo ispanico, poiché ai loro occhi era rimasto l’unico solido elemento di continuità in una Spagna alla deriva. Ogni speranza, però, si rivelò vana. Gruppi di carlisti insorsero in Catalogna, nel Maestrazgo e in Navarra cercando di coinvolgere anche i militari nei moti, ma l’azione del governo di Madrid fu rapida e una serie di arresti bloccò sul nascere il progetto di una possibile "quarta guerra carlista".

A seguito del fallimento delle ribellioni, il capo della Comunione Tradizionalista (l’organismo in cui si riconoscono i carlisti) Enrique de Aguilera y Gamboa (1845-1922), Marchese di Cerralbo, e Vázquez de Mella y Fanjul (1861-1928), l’ideologo del movimento, lasciarono la Spagna. Iniziò quindi una campagna repressiva che portò alla chiusura delle sedi di numerosi circoli e giornali carlisti.

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Il Carlismo, ossia il tradizionalismo spagnolo

In quegli anni Carlo Maria di Borbone-Spagna (1849-1909), riconosciuto come Re legittimo dai tradizionalisti, abitava a Venezia; il quartier generale del Carlismo era Palazzo Loredan sul Canal Grande e forse un legame tra Vienna e la laguna non è implausibile, ma nella narrazione di Dibona il problema resta il protagonista: Carlos Espinosa.

Il mistero di Carlos Epinosa

Spulciando i testi di storia militare si possono rinvenire notizie su un generale di nome Carlos Espinosa de los Monteros y Ayerdi, tuttavia egli nacque nel 1775 e spirò nel 1847. Un omonimo è Carlos Espinosa de los Monteros y Sagaseta de Ilúrdoz (1847-1928), diplomatico e ufficiale, che però fu sempre ligio alla monarchia illegittima e non si avvicinò mai al Carlismo.

Dando uno sguardo alla sua bibliografia e ai suoi interessi, sicuramente Dibona conosceva bene la storia ispanoamericana, ma in considerazione delle ultime osservazioni che abbiamo esposto, nel suo racconto non sembra esserci alcun elemento di attendibilità. Probabilmente si tratta di una fantasia dell’autore, seppur basata su vaghe congetture storico-militari e politiche.

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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Dino Dibona, le Dolomiti e il mistero di Carlos Espinosa

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