

Delirio d’amore
- Autore: Beata Nagy
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Giraldi Editore
- Anno di pubblicazione: 2024
Il racconto personale di una malattia mentale, le difficoltà di una persona quando si trova a combattere una condizione medica che crea dolore psicologico, paure, incertezze e a volte dolore fisico. Scoprire di avere una sindrome bipolare significa attraversare periodi di euforia alternati a periodi di depressione, oscillando le proprie emozioni e i propri comportamenti tra sensazione di tristezza, di mancanza di speranza e imparare a conviverci quotidianamente. È la trama di Delirio d’amore (Giraldi Editore, 2024), seconda opera narrativa di Beata Nagy, di origine ungherese, che vive a Pistoia. Dopo aver frequentato il laboratorio di Gianni Cascone presso il centro di formazione dell’Associazione dei Teatri di Pistoia, si è dedicata con impegno e passione alla scrittura.
Al centro della storia c’è una giovane donna con la sua malattia che la stritola in una gabbia di ossessioni mentre il suo cuore vorrebbe amare. Il suo grido di dolore lo sentiamo nostro, sulla nostra pelle, con un linguaggio intimo e personale, senza censure, in una narrazione diaristica che ci accompagnerà dal ricovero della protagonista dopo la fine del suo matrimonio fino alla ricerca di un amore che la possa rendere felice. Era ricoverata in psichiatria da quaranta giorni, stringeva la sigaretta tra le labbra sapendo di non poterla accendere. Aveva trascorso troppo giorni in quei corridoi e non ne poteva più. Un posto di sofferenza che la portava ad aprirsi a qualsiasi sconosciuto si potesse incontrare in quelle stanze, nelle tante stanze dell’ospedale. Lei vorrebbe allontanare gli sguardi compassionevoli ed essere guardata con gli occhi dell’amore: vorrebbe sentirsi leggera, lontano dal mondo, e perdersi negli occhi dell’altro. Bruciare d’amore, nel corpo e nell’anima, è così che ci si sente quando si è innamorati?
Sarà reale quello che starà vivendo o erano le sue ombre della notte, misteriose: vederlo e non vederlo, sfiorarlo e non sfiorarlo. Racconterà quando ebbe inizio il suo disturbo, con il trauma di un test di gravidanza, una reazione esagerata come se il suo mondo fosse finito con l’arrivo di un figlio. Erano giovani, sposati da un anno, avevano un appartamento e un cane. Non avrebbe voluto bene neanche per un istante alla creatura, sentiva dentro il suo ventre un gigantesco tormento. La gravidanza l’avrebbe torturata ogni giorno. Stava lottando contro la vita, una decisione difficile e dolorosa per una donna nel suo stato. Aspettava solo di non farlo nascere, il patimento sarebbe cessato.
Non ero depressa, ma qualcosa non andava. Ero in lutto, nera come la notte profonda. La morte spietata stava scovando, stava logorando dentro di me il bambino mai nato. Era come un cancro, piano piano mi avrebbe invaso, mi avrebbe ammazzato.
Dopo la fine del suo matrimonio l’amore poteva nascere ovunque, lei ne era certa, anche in un posto di sofferenza come quello dove era stata rinchiusa. Il matrimonio era stato un aborto, suo marito amava altre donne e senza felicità il suo cuore era in un deserto. Sentiva di essere una foglia secca, moriva sempre di più dentro di se, un male continuo di mancanza d’amore e indifferenza. Aveva vissuto nel buio, lo conosceva, e la luce era come la libertà per gli schiavi. Nascondeva le sue paure sotto le lenzuola, aveva attraversato fiumi controcorrente, l’amore sembrava essere giunto, lo sentiva nel suo cuore. I giorni in ospedale cominciavano ad essere troppi, spesso le piaceva rimanere da sola e ascoltare il rumore della tranquillità. Rifletteva su di lei e sulle sigarette. La malattia le aveva insegnato a sentire e a capire; un passo verso Dio.
Avevo tutto, tranne l’amore umano. E avevo una scheggia piantata nel cuore, il bambino mai nato. Più volte ero caduta nella burrasca del tormento che mi inghiottiva, come nella notte l’oscurità.
I pensieri la stringeranno come una corda attorno al collo, una corda spietata. Uscirà dalla degenza con i deliri che le erano rimasti ancora dentro, ma bisognava andare avanti. Un racconto intensamente drammatico, Delirio d’amore, la storia di una donna alla ricerca di un amore e di una rinascita, con un bisogno disperato che diviene malattia quando è mancante e che porta a rifugiarsi nei sogni allontanando così la realtà.

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