

Nell’articolo dedicato alle poetesse nate in primavera, cito alla fine Chiara Matraini, poetessa rinascimentale nata il 4 giugno 1515 e quindi alla fine della stagione. A differenza delle altre poetesse dell’articolo, era una donna del passato, del Cinquecento, un periodo poco propenso all’emancipazione femminile, ma non alla poesia femminile. Poetesse rinascimentali furono Gaspara Stampa, Tullia d’Aragona e Veronica Franco.
Chiara Matraini: vita della poetessa di Lucca
Chiara Matraini è una figura minore, ma la sua influenza fu notevole in quanto non fu solo poetessa ma anche organizzatrice di cultura, creando scandalo in una città conservatrice come Lucca.
Nacque il 4 giugno 1515 da una famiglia di ricchi artigiani che fu coinvolta nelle lotte per il potere politico dei ceti più bassi della repubblica. Sposata giovanissima, diventò vedova nel 1542; non lasciò Lucca e si dedicò alla poesia e alla letteratura a cui l’aveva educata il padre, cosciente della non comune intelligenza della figlia.


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Ebbe una relazione con Bartolomeo Graziani, uomo politico di cui si parla nelle sue poesie di stampo petrarchesco. Il suo amante fu ucciso e lei lo pianse a lungo nelle sue Lettere e poesie.
Fu traduttrice dell’orazione di Isocrate A Demonico, dedicata a Giulio De’ Medici, anche se nel frattempo aveva intrecciato un sodalizio amoroso e intellettuale con Cesare Ceccapani, scrittore e intellettuale lucchese ma di simpatie medicee.
La vita della Matraini non fu facile perché dovette sopportare la disobbedienza dell’unico figlio, Enrico, che non le voleva restituire la dote che l’avrebbe resa una donna indipendente anche dal punto di vista economico. Il dolore fu terribile e i rapporti tra i due non si ricucirono mai.
Chiara Matraini: un grande esempio di libertà femminile


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La sua fama di donna libera non piaceva alla Chiesa e tuttavia la poetessa, in età avanzata, scrisse Meditazioni religiose, inserendosi nella letteratura religiosa della Controriforma. Chiara Matraini morì nel 1604 all’età di 89 anni, eccezionale per l’epoca. Si era fatta costruire una tomba decorata con un quadro che la ritraeva come la Sibilla Cumana, ora di proprietà del Comune di Lucca.
Una figura di donna nata nel periodo più fecondo del Rinascimento e vissuta all’epoca della Controriforma che impediva alle donne la libertà. E tuttavia la Matraini riuscì a viverla.
Le sue opere comprendono traduzioni, poesie, lettere e meditazioni religiose nell’ultima parte della sua vita. Le Rime risentono dell’influenza del Petrarca, come in questi versi:
Ohimè, dov’or quel vago viso,
e l’angelico riso, che solea
far chiara e dolce l’aura fosca e rea
e me gustar del ben ch’è in paradiso?
tratti da un componimento dedicato a Bartolomeo Graziani dopo la sua morte violenta.
Chiara Matraini fu ispiratrice del romanzo di Laura Bosio Per seguire la mia stella, edito da Guanda, uno spaccato sulla società rinascimentale.
In sostanza la poetessa lucchese fu un grande esempio di libertà femminile in un contesto in cui non era ammessa.

Recensione del libro
Per seguire la mia stella
di Laura Bosio e Bruno Nacci
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Chi era Chiara Matraini, la poetessa rinascimentale simbolo di libertà
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