“Aquì, onde a terra se acaba e o mar começa”, qui dove la terra si ritira e il mare comincia, recita una stele perennemente illuminata dal sole situata in Portogallo, nel punto più occidentale del continente europeo. È Cabo da Roca, la ripida scogliera affacciata sull’infinito blu dell’oceano Atlantico: da quel punto mare a perdita d’occhio, blu marino senza confini, una superficie acquorea sterminata.
“Aquì, onde a terra se acaba e o mar começa” sono le parole di Luís Vaz de Camões, uno dei maggiori poeti e scrittori della letteratura portoghese.
Camões moriva a Lisbona il 10 giugno del 1580, ma i suoi versi oggi sono di tutti i pellegrini che cercano di spingersi oltre il confine del mondo conosciuto e andare là, nel punto in cui ha inizio il mare. Prima della scoperta dell’America da parte di Colombo si credeva che il mondo finisse a Cabo da Roca, che non ci fosse nessun altrove.
Ancora oggi, chi si reca nel punto più estremo di Cabo da Roca e sente il vento soffiare forte sin dentro l’anima, conserva un poco questa illusione: ovvero di essere arrivato al limite estremo del reale, nel punto in cui la visione diventa vertigine e un mistero si spalanca davanti agli occhi in una rivelazione ineffabile. Si vede mare e mare per miglia e miglia, si sentono gli occhi perdersi nell’oceano, lacrimare di sale e farsi acqua, si diventa un tutt’uno con quella visione e con la luce che scende sulle cose senza lasciare spazio a un millimetro d’ombra. Le parole di Camões, incise sulla pietra, sembrano concretizzarsi e diventare parte stessa del luogo, sono sonanti come lo scroscio delle onde marine sulle scogliere, incisive come la luce che ferisce gli occhi e, tuttavia, aiuta a vedere.
“Onde a terra se acaba e o mar começa.”
Abbiamo la certezza che sì, anche Luís de Camões è stato in questo luogo ed è stato colto dalla medesima vertigine geografica di appartenenza.
Chi era Luís de Camões, il maggiore poeta portoghese
Luís de Camões nacque probabilmente a Coimbra nel 1524. Le notizie sulla sua vita ci giungono frammentate, ammantate tuttavia da una parvenza eroica: perse un occhio durante un duello, fu navigatore, oltre che poeta, e venne confinato in esilio a Ceuta a causa del suo amore clandestino per una nobildonna, Catarina de Ataíde, la figlia di Álvaro de Sousa. Lui continuò a cantarla nei suoi sonetti con il nom de plume di Natercia. Lei era una dama di palazzo, la dama di compagnia della regina consorte di Filippo I, re del Portogallo.
Leggenda narra che Camões la vide per la prima volta in chiesa e se ne innamorò perdutamente: fu il grande amore spirituale di tutta la sua vita. Pare che Catarina fosse la nipote di Vasco da Gama, il grande esploratore portoghese che Luís de Camões rese protagonista del suo poema più celebre Os Lusíadas, Le Lusiadi (1572). L’opera di Camões è considerata il racconto più vibrante dell’epoca delle scoperte, che celebrava l’arrivo di Da Gama nelle Indie negli anni dal dal 1497 al 1499. Da Gama fu il primo uomo ad attraversare il Capo di Buona Speranza, all’epoca ancora conosciuto con il nome di Capo delle Tempeste. La nuova - e più lieta - denominazione fu dovuta proprio all’impresa straordinaria di Vasco da Gama. Nel poema il Capo delle Tempeste veniva personificato nel titano Adamastor che l’intrepido Vasco da Gama riuscì a vincere col suo coraggio.
L’autore scrisse Os Lusíadas, il suo capolavoro, proprio mentre era in esilio in India, dove era stato confinato come pena da re Giovanni III per essere stato coinvolto in una rissa e aver aggredito un ufficiale reale, e aveva in cuore una struggente nostalgia per il suo Portogallo e la città di Lisbona.
Os Lusíadas fu tradotto poco prima della sua morte e gli diede una discreta fama, concedendogli il privilegio di una pensione reale; si narra inoltre che l’opera rischiò di andare persa in un naufragio, ma si salvò miracolosamente.
Luís de Camões riuscì a trasfondere in parole l’epica dei grandi esploratori, la percezione di un mondo che era in realtà più grande e sconfinato del sapere umano, che andava ben oltre la conoscenza razionale. Era ancora possibile scoprire continenti nuovi sulla Terra, all’epoca infatti l’espansione portoghese in Oriente era al suo apice.
Si ha la stessa percezione quando si giunge sulla sommità di Cabo da Roca e si guarda il mare: la sensazione che lo sguardo non basti a contenere il reale né a comprenderlo. Si è sul confine di una linea immaginaria, in bilico sulla soglia dell’inesplorato. Forse fu proprio quel punto, là dove il mare comincia, a ispirare a Camões il suo capolavoro.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Chi era Luís de Camões, il poeta che cantò Cabo da Roca
Lascia il tuo commento