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Recensioni di libri

Casa Trelawney di Hannah Rothschild

Neri Pozza, 2021 - Dopo aver raccontato con uno sguardo satirico e romantico il mondo dell’arte, Hannah Rothschild si concentra con questo romanzo sull’aristocrazia e sull’alta finanza britanniche.

Lidia Gualdoni
Lidia Gualdoni Pubblicato il 16-12-2021
Casa Trelawney

Casa Trelawney

  • Autore: Hannah Rothschild
  • Genere: Romanzi e saggi storici
  • Categoria: Narrativa Straniera
  • Casa editrice: Neri Pozza
  • Anno di pubblicazione: 2021

Nel suo romanzo d’esordio, The Improbability of Love – selezionato per il Baileys Women’s Prize For Fiction 2016 e vincitore del Bollinger Everyman Wodehouse Prize for Comic Fiction nello stesso anno – la scrittrice inglese ed ex presidente della National Gallery di Londra Hannah Rothschild ha descritto, con uno sguardo comico, satirico e romantico al tempo stesso, il mondo dell’arte.
In Casa Trelawney (Neri Pozza, 2021, traduzione di Alessandro Zabini), la sua attenzione si concentra invece sul mondo dell’aristocrazia britannica e dell’alta finanza: due ambienti che, da figlia di un barone, membro di un’importante famiglia di banchieri, conosce molto bene.

Trelawney Castle è stato per oltre 800 anni la dimora dei Conti di Trelawney che, dopo aver ottenuto il titolo nobiliare nel 1179, hanno usato la ricchezza e l’astuzia per trovarsi sempre dalla parte dei vincitori.
Le generazioni di conti e di contesse che si sono succedute hanno domato e rimodellato il terreno creando un ambiente unico, il più affascinante delle isole britanniche; hanno inoltre ampliato il castello facendolo diventare non solo un insieme di stili architettonici spesso in contrasto fra loro, ma anche il più maestoso e il più sontuoso edificio della contea di Cornovaglia.

Purtroppo, la mollezza delle abitudini, la dissolutezza, la totale mancanza di acume e l’inettitudine finanziaria che hanno contraddistinto gli ultimi conti, insieme a due guerre, il crollo di Wall Street, alcuni divorzi e le tasse ereditarie, hanno causato il disfacimento di una secolare fortuna.
Nel giugno del 2008, in quella che è diventata per lei una prigione fatiscente, è Jane, viscontessa Tremayne, nuora del ventiquattresimo conte di Trelawney e moglie dell’erede, Kitto, a svolgere la maggior parte delle mansioni domestiche e ad accudire il giardino, i suoi tre figli, gli anziani suoceri, Pooter, il labrador della famiglia, e l’ultimo cavallo rimasto nella stalla:

“Aveva sottili capelli castani che ingrigivano alle tempie, carnagione pallida, occhi più grigi che azzurri, guance rosee, levigate dalle intemperie. Se si fosse presa la briga d’interessarsi minimamente al proprio aspetto, avrebbe potuto passare per una bella donna. Invece, con i capelli tagliuzzati (forbici da cucina), la tuta da lavoro grezza e sbiadita, le mani prive di manicure, sembrava una bracciante e non somigliava affatto all’immagine che la gente aveva degli aristocratici”.

Il marito Kitto, presidente della banca Acorn, ha sempre avuto la tendenza a investire in progetti improbabili, la cui conseguenza è stata solo un aumento dei debiti.
Il maggiore dei figli, Ambrose, frequenta l’ultimo anno a Harrow, mentre le tasse esorbitanti della scuola privata costringono il secondogenito, Toby, e la sorella, Arabella, a frequentare il liceo pubblico locale.
In quella che è chiamata l’ala delle amanti, in una stanza fredda persino in giugno, vivono Enyon e Clarissa, conte e contessa di Trelawney – ottant’anni lei, ottantacinque lui:

“Ormai, con il viso rugoso e il collo magro e avvizzito che spuntava dal colletto troppo largo, il conte sembrava una vecchia tartaruga, ma in gioventù era stato alto e imponente […]. Nel corso del loro lungo matrimonio le era stato costituzionalmente, quasi patologicamente, infedele. Poche donne erano state al sicuro dal suo insieme di bell’aspetto, suprema fiducia in se stesso, titolo nobiliare e libido monumentale. Aveva conquistato mogli di amici, attrici, domestiche, stalliere: così tante donne che era stato soprannominato conte di Trelinfoy. Eppure sua moglie, decisa a ignorare i suoi adulteri, considerava il loro matrimonio felice in maniera non comune”.

E mentre la vecchia zia Tuffy – che sta studiando la connessione fra l’innalzamento della temperatura e la proliferazione di insetti che portano malattie – è costretta a lasciare il villino nel parco a causa di un’invasione di topi, e lo zio Tony ha trovato il proprio ruolo, a Londra, come consulente d’arte privato, Blaze, la sorella di Kitto, allontanata dalla famiglia per ragioni di eredità, vede la sua brillante carriera nella finanza messa in discussione dalla crisi che lei stessa ha da tempo profetizzato.

Come l’antico maniero, senza una completa ristrutturazione, è destinato a crollare, così la famiglia dei Trelawney sta per toccare il fondo: i fratelli non si parlano, le fortune sono state sperperate e Jane deve lottare quotidianamente per sfamare la famiglia con la carne trita che acquista in quantità industriale al supermercato e che nessuno vuole più mangiare.
Le poche, residue forze saranno messe a dura prova dall’arrivo di Ayesha, la figlia di Anastasia, che Jane e Blaze conoscono fin dai tempi dell’università. La donna ("era così bella da fermare il traffico”) è fuggita vent’anni prima dall’Inghilterra senza dare spiegazioni, ha sposato un maragià indiano e, ora che sta morendo, consumata dalla dengue, ha scritto una lettera a Blaze e a Jane in cui le implora di accogliere la figlia:

“Anastasia era misteriosa, non imperiosa. Aveva sempre indotto gli altri a ubbidirle incantandoli con il suo fascino. Non aveva mai alzato la voce, anzi, aveva sempre tenuto nascosto i propri sentimenti persino alle due più intime amiche. Il suo potere di seduzione consisteva in parte nel mantenere le persone a lei vicine in una condizione permanente di ansiosa attesa, senza mai tradire le proprie reazioni o i propri pensieri. Sua figlia, sfrontata, rozza, esigente, era un mostro”.

Per mantenere la promessa fatta alla madre e per sposarsi per soldi, Ayesha si lega a Thomlinson Sleet, uno “stronzo” opportunista, altrimenti detto investitore professionista, impegnato a ricavare denaro dalle disgrazie altrui.
L’esperienza gli ha consentito di mettere insieme un’immensa fortuna, ma gli anni non lo hanno affatto migliorato. Spinto dalla più volgare avidità e dalla sete di vendetta per un affronto subito in passato, Sleet diventa un inconsapevole burattino nelle mani della ragazza.

La scrittura della Rothschild è elegante, le descrizioni minuziose, i dialoghi brillanti e alcune delle situazioni descritte – come il funerale del conte e la festa per i diciotto anni di Ambrose – sono un capolavoro di umorismo e di satira sociale.
I personaggi, lungi dall’essere semplici stereotipi, tendono a diventare veri e propri archetipi psicologici: Kitto è l’aristocratico goffo e inetto, diseredato dal padre in favore del figlio Ambrose, con la tutela temporanea in mano a Blaze; Enyon e Clarissa sono gli snob che non si arrendono al passare del tempo, convinti come sono che nulla sia cambiato, né cambierà mai; Jane è la moglie tanto affidabile quanto sottovalutata dal marito; Blaze, un tempo considerata una delle analiste azionarie di maggior successo della City, è stigmatizzata come una malaccorta dispensatrice di rovinose predizioni e, incapace di stabilire relazioni amorose stabili, nonostante il suo acume, la sua intelligenza e la sua bellezza, non riesce a vedere altro che la cicatrice che le sfigura il viso; Ayesha, benché sprovvista di mezzi economici, riuscirà a imporsi grazie al suo irresistibile fascino; la giovane Arabella, convinta che il mondo della zia Tuffy popolato da miliardi di creature – la scienza – possa diventare il suo stesso mondo; e infine Glenda Sparrow, la donna delle pulizie, custode dei più nascosti segreti di famiglia.

Insensibile al contrasto fra la moderna eleganza dei palazzi della City londinese e la selvaggia costa della Cornovaglia, impassibile di fronte alle vicende umane, compresa la crisi economica che sta riducendo sul lastrico i piccoli investitori, il castello dei Trelawney fa da sfondo all’affresco di un mondo fatto di retaggi, doveri, tradizioni e privilegi, che si scontra con il nuovo che avanza, come la zia Tuffy spiega ad Arabella:

“Pensa a tua nonna, che cerca di mantenere vivo il passato raccontando all’infinito tutte quelle storie di famiglia, per cercare di convincere della loro importanza chiunque sia disposto ad ascoltare. [… ] I tempi cambiano e i tipi no”.

Il destino della famiglia, qualunque esso sia, è sicuramente in mano alle donne – persino attorno ad Anastasia, nonostante la sua assenza, gravitano ancora diverse esistenze.
In un finale che lascia aperte alcune questioni, tutto dipenderà dalla tenacia, dal duro lavoro, dalle scelte che queste donne faranno e dai legami che vorranno riannodare.

Casa Trelawney

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Casa Trelawney

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