Calico Joe di John Grisham

John Grisham è uno scrittore straordinario e in questo libro abbandona il legal thriller con una storia bellissima e molto affascinante, ambientata nell’Arkansas degli anni settanta. Bisogna tuttavia superare tutta una prima parte del libro intrisa di partite e di regole di gioco del baseball: sarà una parte attraente, interessante, avvincente per chi ama questo sport, ma è pesante e noiosa per chi non ne capisce nulla e a ciò non giova neanche quella piccola e sintetica guida che si aggiunge in coda che, forse, potrebbe essere inserita prima e non alla fine del romanzo.

Il protagonista è un bambino che diventa adulto coltivando il mito del padre, Warren Tracey, un campione del baseball, che, in realtà, si dimostra un modesto atleta e, soprattutto, un uomo prepotente e sleale con la famiglia e sul campo da gioco. Warren è irretito da un astro nascente, Joe Castle, proveniente da Calico Rock e l’unico modo che ha per metterlo fuori gioco è un comportamento sleale, scorretto: durante una partita molto importante punta alla sua testa colpendolo così duramente da ridurlo in fin di vita e, a seguito di ciò, all’handicap. Ufficialmente è un errore, uno sbaglio non voluto da Warren, ma il figlio, che conosce la slealtà del padre, i biechi sentimenti di rivalsa e che ne ha assaggiato sulla sua pelle la cattiveria, resta scioccato per l’evento perché sa che il padre ha colpito volontariamente il suo avversario. Joe Castle è un vero e proprio mito, giovane, atletico, affascinante:

“Le foto del dopopartita mostravano un ragazzo dal viso fresco, un ventunenne in cima al mondo. Joe era bello, con profondi occhi azzurri e riccioli biondo cenere, un aspetto che presto avrebbe cominciato ad attirare le donne ovunque andasse. Secondo quanto affermava un articolo, era single e non c’era una ragazza importante nella sua vita. Tutti si stavano innamorando di Joe Castle”.

Per il figlio questa partita rappresenta il crollo definitivo di due miti: quello del padre, da biasimare anche come atleta, e come ammiratore di Joe, che è ormai incapace di giocare. Il bambino cresce e il padre è sempre più un estraneo, ha divorziato dalla madre, ha avuto innumerevoli donne e non si è curato della crescita del ragazzo, assente come figura paterna in tutto e per tutto. Warren però è colpito da un grave tumore e il figlio, ormai adulto, che ha moglie e due bambine che quasi non conoscono questo nonno, va a trovarlo e organizza la riconciliazione del padre con Joe. Quest’opera di mediazione non è facile, ma è il riscatto che il figlio cerca per il padre e, forse, un po’ anche per se stesso.