Bilico di Paola Barbato

Un serial killer, “il seviziatore”, si diverte a mietere vittime differenti tra loro, senza alcun filo logico.
Non un solo elemento che li accomuni: uomini e donne, giovani e vecchi, ricchi o poveri. Un pazzo che si diverte o dietro si nasconde qualcosa di più?
Soltanto Giuditta Licari, anatomopatologa e psichiatra, noterà qualcosa di strano che accomuna i delitti. Un trailer, un indizio che farà capire quale sarà la vittima successiva. Per capire una mente criminale, bisogna pensare come un criminale e lei è sulla buona strada…

Giuditta è una donna solitaria, un’amante dell’ordine, una perfezionista: la tipica donna di ghiaccio. Evitata e derisa dai colleghi, soprannominata con epiteti che definire volgari sarebbe un eufemismo. Soltanto un suo collega sembra capirla e forse, nel profondo, anche qualcosa in più: l’agente Michelangelo Giglio, detto Miglio.
Lei lo vede come un allievo, sia per la differenza d’età che per l’inesperienza del ragazzo sul campo. Lui la vede… e basta.
Un imprevisto, una dichiarazione mal riuscita farà uscire allo scoperto la dottoressa Licari, inducendo il killer a concentrare i propri sforzi sull’eliminazione di Giuditta. A meno che…

Paola Barbato, sceneggiatrice storica di Dylan Dog, decide di esplorare i vasti meandri della psiche umana e ci regala un thriller psicologico denso di emozioni e sentimenti contrastanti.
Bilico (Rizzoli, 2006) è una storia che v’ipnotizzerà per poi prendere una direzione totalmente opposta, spiazzandovi e lasciandovi con un sapore metallico in bocca: il sapore di sangue innocente…
Un libro da leggere di sera a luci spente, magari mentre fuori piove. Unica avvertenza: rimanete vicino all’interruttore della luce… Da aggiungere alla vostra biblioteca.