Anni di grazia di Evelina Piscione

Anni di grazia (Castelvecchi, Roma, 2022, pp. 207), è un saggio della docente Evelina Piscione, da anni impegnata nei licei romani quale docente di Storia e di Filosofia, ma anche molto nel sociale.

Non voglio definirlo un romanzo, anche se la struttura è quella, in quanto ogni pagina, ogni capitolo sono, oserei dire, dei momenti di vita vissuta e delle considerazioni molto profonde. La linea guida è la vita di Maria, abbandonata dalla madre Ines, cresciuta a Pescara e amatissima dal padre. Quando purtroppo rimane orfana, si trasferisce a Roma per studiare Filosofia, dove conosce quello che sarà suo marito, Giacomo, impegnato nella comunità di Comunione e Liberazione. Maria è forse attratta dall’esperienza cristiana, e da filosofa ne studia anche le radici evangeliche, ma ha il terrore che possa compromettersi col potere. Fu grazie a Giacomo che Maria conosce don Franco, il quale le affiderà immediatamente la direzione didattica dell’Istituto Paritario Santa Chiara, dove la nostra diventerà un’apprezzata e rispettata docente di Storia e Filosofia. Per necessità, Maria conoscerà Teresa che, per mantenersi gli studi di medicina, sarà la baby sitter di sua figlia Ines Maria e poi una grandissima amica.
Il saggio è un vero e autentico spaccato della storia d’Italia dalla fine degli anni ’60 e fino all’elezione di Jorge Mario Bergoglio, col nome di Francesco, al Soglio Petrino. Ed ecco che assistiamo alla piaga del Terrorismo, a Tangentopoli, alla II repubblica, dove emerge la stella, che poi stella non era, di Silvio Berlusconi. Nel corso di un soggiorno in Argentina, Maria viene a contatto con le madri della “Plaza de Mayo”, le quali combattevano con determinazione e forza nella ricerca dei loro figli desaparesidos della atroce dittatura. Ed è tramite don Franco, trasferito in Argentina, che Maria apprezza la missione caritatevole di un certo arcivescovo Bergoglio. Poi assistiamo all’Italia delle cooperative sociali, dove lavorava Giacomo.

Anni di grazia è un saggio che si legge in brevissimo tempo. Si apprezza parola per parola perché scritto in una prosa limpida e colta, in uno stile leggero, ma che fa, e molto, meditare. Per me più che un saggio, o meglio un romanzo, è stato un riscoprire gli studi liceali di filosofia dove fede e ragione ci hanno accompagnati e ci hanno fatto, e molto, riflettere. E il saggio, sotto forma del racconto, è un vero e autentico trattato di filosofia, ma è anche un esplorare profondamente, intrecciandole, le mitiche dimensioni della fede, del perdono, della forza della femminilità e di quel fantastico dono che è la maternità; un saggio che non si può spoilerare per nulla e dove ogni pagina è una scoperta. La figura di Maria è quella di una donna forte, appassionata della scuola, dei suoi ragazzi, dei suoi piaceri necessari giornalieri, nonché madre di una figlia, Ines Maria, alla quale darà tutto in quanto lei, abbandonata dalla madre, non ha potuto vivere con questa figura necessaria nella vita di ciascuno di noi.