Amore e guerra
- Autore: Ilaria Goffredo
- Anno di pubblicazione: 2012
Siamo in Rwanda, a metà degli anni Novanta. Una terra calda, abbondante e accogliente come poche, che però è pervasa dall’odio, dalla sete di vendetta e dalle sanguinarie lotte perpetrate dall’etnia Hutu nei confronti dell’altra etnia locale, i rwandesi Tutsi. Dopo mesi di guerra senza esclusione di colpi, la rivolta raggiunge l’apice per poi sfociare in un vero e proprio genocidio.
In un Paese stravolto da ogni genere di crimini – furti, violenze e bombardamenti in primis – in cui tutti lottano per sopravvivere, Siria, giovane educatrice italiana che lavora in un orfanotrofio, si batte per regalare una speranza alle creature più innocenti di tutte, i bambini, che nessuna colpa hanno di ciò che accade intorno a loro. Coraggiosa e tenace come una vera eroina dei giorni nostri, Siria incontra Ian, bellissimo giornalista newyorkese dagli occhi verdi che con la sua troupe si reca all’orfanotrofio per realizzare un servizio. La giovane ne è immediatamente attratta, un’attrazione profonda e istintiva che, ricambiata, sfocia in una notte di passione. Ma l’attraente americano non è l’unico a desiderare l’amore di Siria, perché all’orizzonte compare anche un coraggioso tenente delle Nazioni Unite…
La prima cosa che colpisce, in questo romanzo dell’esordiente pugliese Ilaria Goffredo, è l’assoluta originalità dell’ambientazione: è raro, soprattutto degli ultimi anni, imbattersi in romanzi d’amore che hanno come contorno la guerra, l’odio e una nazione alla deriva, dove apparentemente non ci dovrebbe essere posto per sentimenti del genere.
In realtà, come ci dimostra la Goffredo, non è affatto così: proprio come i fiori possono germogliare e crescere nel deserto oppure su una parete di pietra spoglia e diroccata, così l’amore e l’amicizia possono crescere proprio laddove ce n’è più bisogno, quasi fossero un messaggio di speranza per il futuro, la dimostrazione lampante che nonostante tutto la guerra non potrà mai distruggere fino in fondo l’umanità dell’uomo, quel sentimento che i latini avrebbero chiamato “pietas”. Un sentimento che può spingere a credere anche quando non esiste più nulla in cui credere, a sperare anche se ogni speranza è ormai vana, a desiderare l’amore come una sorsata d’acqua fresca, pulita, il segnale che c’è un altro mondo possibile, e che per la pace non è mai troppo tardi, né mai tutto è perduto.
L’autrice di Amore e guerra (Zerounoundici, 2012) dimostra di conoscere molto bene la realtà africana, dal momento che l’ha vissuta in prima persona; difficilmente, infatti, anche il più bravo degli scrittori sarebbe riuscito a rendere con tale intensità, realismo ma anche romanticismo un mondo che noi occidentali conosciamo solo di seconda mano, filtrato – spesso in maniera inesatta – dalla televisione e i documentari.
Scritto in maniera incantevolmente pulita, “Amore e guerra” colpisce perché è in grado di parlare al cuore pur essendo lontano anni luce dalla melensaggine dei romanzi d’amore cui siamo abituati.
È un romanzo appassionante, che spesso lascia i lettori col fiato sospeso per paura di quello che sta per succedere: la Goffredo, infatti, possiede una rara abilità nell’intrecciare passione e pericolo, dolore e un’insperata, fugace sensazione di felicità. Un libro emozionante, consigliatissimo.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Amore e guerra
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