Il 24 gennaio 1965 moriva all’età di novant’anni, nella sua casa di Londra, Winston Churchill, il grande statista inglese noto per aver guidato l’Inghilterra verso la vittoria della Seconda guerra mondiale.
Aveva spento novanta candeline il 30 novembre dell’anno precedente e per l’occasione si era affacciato alla finestra della sua abitazione di Hyde Park Gate salutando la folla che lo acclamava, mostrando il segno di vittoria.
Il 15 gennaio successivo Churchill fu colpito da un grave ictus che nove giorni dopo lo strappò alla vita. La cerimonia funebre in suo onore fu uno tra i più grandi funerali di Stato della storia mondiale: vi presenziarono ben centododici rappresentanti di nazioni diverse.
Winston Churchill e il premio Nobel
L’ex premier britannico non è stato solo uno dei maggiori protagonisti politici della storia del Novecento, ma fu anche uno scrittore prolifico. Questo aspetto della sua biografia è sconosciuto ai più, tuttavia merita particolare attenzione perché la produzione letteraria di Winston Churchill è di tutto rispetto: nel 1953 gli valse il premio Nobel per la Letteratura.
Churchill fu premiato dalla Reale Accademia di Svezia per la sua attività di memorialistica storica con la seguente motivazione:
Per la sua padronanza della descrizione storica e biografica e per la brillante oratoria in difesa dei valori umani.
La vittoria di Churchill fu proclamata all’ultimo minuto e apparve del tutto inaspettata. Il premier britannico infatti surclassò validi candidati in lizza per il Nobel, tra i quali figuravano lo scrittore inglese Walter John de la Mare, l’islandese Halldor Laxness e il celebre poeta statunitense Robert Frost.
Il premio Nobel per la Letteratura a Winston Churchill fece a lungo discutere gli esponenti dell’élite culturale dell’epoca.
Si vociferava che il Nobel gli fosse stato attribuito al premier in seguito a pressioni politiche. Erano in pochi quelli che affermavano che Churchill il premio se lo fosse effettivamente meritato. La sua attività di saggista e memorialista storico non poteva certo essere paragonata a quella di altri grandi poeti e letterati che avevano fatto la storia della letteratura mondiale.
In seguito, quando furono finalmente desegretate le liste dei candidati al Nobel in quegli anni, emerse che Churchill era stato candidato al premio più volte, nel 1946, nel 1948 e quindi tutti gli anni successivi, fino a che nel 1953 lo vinse.
Quell’anno in particolare il comitato Nobel giudicò tutti gli altri autori "inferiori per stile e qualità narrativa a Winston Churchill", come svelano i documenti aperti al pubblico cinquant’anni dopo la premiazione. Un’osservazione che sembrava sottolineare in particolare il “demerito” degli altri concorrenti. Fu una provocazione?
La stroncatura di Per Helström
Dall’analisi dei documenti emerge che il primo rapporto che l’ex segretario permanente dell’Accademia svedese, Per Helström, scrisse sul candidato Winston Churchill non era affatto favorevole.
Nel 1946 Helström scriveva che non riscontrava alcun merito nel romanzo fantapolitico e d’avventura Savrola. A Tale of the Revolution (1900) scritto dal giovane tenente Churchill durante la campagna nel Makaland.
Due anni dopo, nel 1948, un professore dell’Accademia svedese, Nils Achnlund, avrebbe ribaltato il verdetto affermando che il lavoro di memorialistica storica di Churchill meritava una menzione. Achnlund omaggiava in particolare l’attenta ricostruzione che il premier britannico fece nel trattare storicamente le due guerre mondiali. Tuttavia, a giudizio del professore dell’Accademia Svedese, tale merito non era sufficiente a giustificare la vittoria di un premio Nobel.
Nel 1953 anche l’ultima resistenza cadde: il comitato del premio decise di premiare Winston Churchill non solo per la sua opera storico-memorialistica, ma anche - e soprattutto - per i suoi innegabili meriti di oratore.
La produzione letteraria di Winston Churchill
Winston Churchill scrisse il suo primo libro nel 1898. Il titolo era The River War: An Historical Account of the Reconquest of the Soudan e narrava la storia della conquista del Sudan da parte delle forze anglo-egiziane guidate da Lord Kitchener.
Per molti anni, fino al suo secondo mandato come primo ministro, Churchill si dedicò professionalmente alla scrittura di libri, opuscoli e articoli di giornale. Memorabili furono anche i suoi editoriali giornalieri sulla politica internazionale pubblicati sull’Evening Standard a partire dal 1936.
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Lo storico Paul Johnson stima che Churchill abbia scritto tra le otto e le dieci milioni di parole in più di quaranta libri, migliaia di articoli di giornali e riviste.
La produzione letteraria del primo ministro inglese include due romanzi, due biografie, tre volumi di memorie e diversi saggi storici che firmò sotto lo pseudonimo di Winston S. Churchill (utilizzando il doppio cognome nobiliare di Spencer, Ndr) per evitare di confondersi con un autore americano suo omonimo.
Tra le sue opere più famose ricordiamo in particolare il monumentale The Second World War (La Seconda Guerra Mondiale), costituito da sei libri di memorie sulla Seconda guerra mondiale in cui mescola l’affresco storico-politico all’esperienza autobiografica.
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In seguito furono anche pubblicati dei volumi contenenti i suoi discorsi più celebri, come Into Battle "Speeches" (1938) divenuto un best-seller in Gran Bretagna e negli Stati Uniti. In Italia è disponibile Lacrime, sudore e sangue. I più bei discorsi sulla forza di resistere (Garzanti, 2021, trad. di Giuliana Mancuso).
Si racconta che Winston Churchill trovasse rifugio nella pittura e nell’arte per combattere gli episodi di depressione che lo perseguitarono per tutta la vita. Insomma, il primo ministro inglese aveva davvero l’anima del “poeta maledetto”.
Scrittore, giornalista, storico, Churchill è uno dei pochi uomini di Stato a poter vantare una produzione letteraria così affascinante e variegata. Non fu mai uno scribacchino dilettante, tutt’altro: per diletto l’ex primo ministro si dedicava alla pittura ritraendo incantevoli scorci paesaggistici. La scrittura Winston Churchill la prese sul serio e praticò l’attività letteraria con costanza per tutta la vita. Aveva il cuore duro dello statista, ma l’animo dell’uomo di lettere.
Dunque, malgrado tutte le illazioni illecite sul suo conto, possiamo sostenere che Winston Churchill quel riconoscimento se lo fosse davvero meritato. La sua opera monumentale di ricostruzione storica sulla Seconda guerra mondiale ci restituisce, ancora oggi, la più lucida fotografia dei tempi turbolenti del Secolo breve.
Recensione del libro
Churchill. La biografia
di Andrew Roberts
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Quando Winston Churchill vinse il premio Nobel per la Letteratura
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