Leggendo Io sono vivo, voi siete morti (Adelphi, 2016, traduzione di Federica e Lorenza Di Lella), la biografia di Philip K. Dick scritta da Emmanuel Carrère, immaginavo che avrei raccontato un buon libro, a tratti romanzato, seguente un filo conduttore classico nella vita di uno scrittore geniale, ma tutto sommato un po’ noioso e patetico. In verità, invece, mi sono trovato dentro a una sinfonia di colori in cui la fantasia, la creatività, la pazzia, la paranoia di Dick si manifestano, mentre la sua esistenza prosegue fra un romanzo e l’altro.
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L’abilità di Carrère è penetrare in modo profondo, tagliente, doloroso e non anestetizzato dentro all’esistenza del grande scrittore di fantascienza, mostrandoci i nervi, le ossa, i vasi sanguigni, gli organi della fantasia di Dick, facendoci insomma viaggiare all’interno del suo mondo, dove ciò che accade ai suoi personaggi di riflesso e viceversa accade anche all’autore. Sembra un viaggio nella sua mente, nella sua psicologia e naturalmente nella sua vita fisica, ma è anche un viaggio straordinario nella sua creatività. Carrère ci mostra come pensava Dick e questo è naturalmente un privilegio, ma ci mostra anche cosa influenzava il suo modo di pensare. Dunque con la ricchezza dei dettagli che solo un cronista eccellente può tirare fuori, attraversiamo la vita di Dick, le mogli, i figli naturali e acquisiti, la droga, la follia, la paranoia, la creatività costante, le idee fulminee, la difficoltà nel vivere e nel trovare una strada come scrittore di successo, lui che ha di fatto inventato un genere letterario. Tutti questi eventi si incastrano con le idee e la creatività di Dick.
Carrère ci racconta come Dick pensava, perché nascevano idee che hanno generato libri straordinari e lo fa mostrandoci un personaggio pieno di contraddizioni, la cui vita fisica era fragile e confusa come quella dei suoi personaggi sempre intenti a comprendere quale fosse la realtà ultima di ciò che vedevano.
Io sono vivo, voi siete morti è un libro bellissimo proprio perché ci mostra molte facce di Philip K. Dick, trasformando la sua vita in un groviglio di allucinazioni, sogni, idee, confusione, genialità, malessere e quella difficoltà nel vivere che si mostra nei romanzi. Chi sono i personaggi di Dick, se non emanazioni delle sue esperienze e come fare a raccontarli? Bastano le fonti? Forse no ed è per questo che era necessario avere un cronista come Carrère.
Recensione del libro
Io sono vivo, voi siete morti
di Emmanuel Carrère
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La vita di Philip K. Dick raccontata da Emmanuel Carrère
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