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Treccani 2022 per la parità di genere: introdotta la forma femminile di nomi e aggettivi

Treccani nella nuova edizione 2022 promuove la parità di genere. Per la prima volta nella storia dei vocabolari di lingua italiana non sarà privilegiato il genere maschile. Che ne pensate?

Alice Figini
Alice Figini Pubblicato il 13-09-2022
Treccani 2022 per la parità di genere: introdotta la forma femminile di nomi e aggettivi

La lingua cambia, muta, si evolve e si adatta alle sfide del nostro presente. A stare al passo coi tempi è anche Treccani che lancia un’innovativa edizione del vocabolario 2022. È pur sempre un vocabolario, direte voi, cosa può avere di così particolare una nuova edizione? Eppure stavolta, davvero, cambia tutto.

Il nuovo vocabolario Treccani 2022, curato dai linguisti Valeria Della Valle e Giuseppe Patota, è molto più della versione aggiornata del precedente. Sarà infatti il primo dizionario nella storia italiana a non presentare le voci privilegiando il genere maschile, ma scegliendo di registrare anche nomi e aggettivi al femminile secondo l’ordine alfabetico. Seguendo questa convenzione “gatta” si troverà prima di “gatto”; “bella” prima di “bello” e così via. Per la prima volta inoltre troveremo ufficializzate anche le professioni femminili cui, fino ad ora, non era ancora stata riconosciuta vera e propria autonomia come “soldata”, “architetta”, “medica” e “notaia”. Le parole riflettono la prospettiva di una società più inclusiva, la stessa che oggi sul web parla attraverso gli asterischi e lo schwa (la cosiddetta e capovolta, Ndr) per liberare la lingua dal dominio maschilista che vede il genere maschile come dominante.

Fanno capolino inoltre, tra i nuovi lemmi adottati da questa edizione, anche numerosi neologismi nati in tempi pandemici, come Dad, distanziamento sociale, lockdown, smartworking, infodemia, parole che sono entrate a tutti gli effetti nella nostra quotidianità e fanno parte del lessico comune ormai usurato dalla consuetudine.

Treccani 2022: le novità del vocabolario

Il nuovo Treccani 2022 presenta alcune novità. Si propone come uno strumento accessibile a tutti, con spiegazioni chiare e semplici che privilegiano esempi di uso quotidiano e non adottano i costrutti del cosiddetto “vocabolariese”. Alle questioni legate all’uso sociale della lingua, come la parità di genere e l’inclusività, si affiancano alcuni preziosi approfondimenti di ordine storico.
Viene introdotta la Storia dell’italiano per immagini che attraverso la commistione tra testi e illustrazioni intende trasmettere un punto di vista innovativo sulla storia della nostra lingua.
Nella sezione Dizionario storico-etimologico - Parole da scoprire viene dedicata una pagina a ciascuna delle 521 voci analizzate, per condurre il lettore attraverso un viaggio temporale alla scoperta di aneddoti, storie e curiosità sulla propria lingua.

Treccani e la parità di genere: una sfida attuale

Treccani si schiera a favore della parità di genere abolendo inoltre dalle didascalie esemplificative espressioni desuete che fanno riferimento a stereotipi che andrebbero sradicati dalla cultura collettiva. Di conseguenza non ci saranno più esempi che riportano spiegazioni sessiste e quindi discriminanti, quali “La donna stira” o “La donna cucina”, mentre “L’uomo legge il giornale”. Lo scopo del nuovo vocabolario della lingua italiana 2022 è restituire a ogni persona la propria dignità di essere umano. Negli esempi è inoltre sottolineato quando certe parole, espressioni o modi di dire sono lesive della dignità personale.

L’uso corretto della lingua non risiede solamente nella proprietà di linguaggio e nella grammatica irreprensibile, ci sono mille sfumature di cui, chi parla e chi scrive, deve tenere conto. E queste mille sfumature delle parole passano attraverso i mutamenti sociali, le mode, i tempi storici, la nuova sensibilità maturata dalle persone. Un vocabolario non può assolutamente prescindere da questi cambiamenti che si manifestano anzitutto attraverso la lingua.

Il futuro fa irruzione ogni giorno insidiando la calma apparente del presente sottoforma di neologismi: tutto il nuovo che è entrato nelle nostre vite, persino i cambiamenti devastanti del biennio pandemico, si è presentato nella veste di un cambiamento lessicale. Abbiamo imparato a dire con scioltezza “Covid-19”, e poi “smartworking” e persino “Dad”. Perché le cose devono essere nominate e solo quando, finalmente, hanno un nome e dunque acquisiscono un’identità iniziano davvero a vivere.

Agire sulla lingua e quindi sulla parola è il primo passo per cambiare la società e, di conseguenza, dischiudere la mentalità delle persone a nuovi orizzonti. Insegniamo ai bambini parole nuove perché il loro mondo diventi un poco più grande di quello che prima conoscevano e loro, con infinito stupore, apprendono e ci ringraziano per quel sortilegio inaudito. Allo stesso modo, da adulti, non dobbiamo perdere questa capacità di imparare, di dare alle cose il loro giusto nome, perché la nostra visione non cessi mai di ampliarsi e rivelare nuove, inesplorate possibilità.
Le parole custodiscono la tradizione del passato - la lingua colta e letteraria degli scrittori e dei poeti - ma sono anche il futuro, e la loro incessante trasformazione lo dimostra. A questo perenne mutamento non possiamo sottrarci ed è giusto che il vocabolario della lingua italiana vi si adatti, mostrandoci il ritratto, lessicale e semantico, del mondo che verrà.

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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Treccani 2022 per la parità di genere: introdotta la forma femminile di nomi e aggettivi

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Commenti: 1

  • Lorena
    13 settembre 2022, 22:45

    Finalmente !!

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