Lewis Carroll moriva a Guildford, nel Surrey, il 14 gennaio del 1898 a causa delle complicazioni insorte in seguito a una grave forma di bronchite.
Il suo vero nome era in realtà Charles Lutwidge Dodgson, nato a Daresbury, nel Cheshire, il 27 gennaio 1832. In vita Dodgson fu un noto matematico, fotografo per passione e diacono devoto.
La sua fama tuttavia rimane legata al capolavoro Alice nel paese delle meraviglie, che pubblicò nel 1865 sotto lo pseudonimo di Lewis Carroll.
I critici letterari considerano la storia di Carroll un’opera rappresentativa del genere “nonsense”, a causa delle numerose metafore e atmosfere surreali che costellano il racconto.
Pare che Carroll soffrisse di epilessia e che questa malattia avesse in parte contribuito alla stesura di alcuni controversi episodi del romanzo. Nonostante la trama bizzarra, onirica, a tratti allucinatoria, Alice nel paese delle meraviglie è diventato un grande classico della letteratura per l’infanzia anche grazie al successo del lungometraggio omonimo prodotto dalla Walt Disney Animations. Ma cosa spinse il giovane matematico inglese a scrivere le avventure di Alice? Scopriamo più nel dettaglio la storia di Lewis Carroll, all’estremo limite tra vita e letteratura.
Lewis Carroll e la storia di Alice nel paese delle meraviglie
Negli ultimi anni si è diffusa attorno a Lewis Carroll una certa fama di personaggio bizzarro. La vicenda del matematico inglese che scrive libri per l’infanzia e le caratteristiche stravaganti dei suoi racconti hanno fatto il modo che si iniziasse a chiacchierare a sproposito anche sulla vita privata dell’autore, quel timido Charles Lutwidge Dodgson che sarebbe divenuto immortale attraverso il suo alter ego letterario.
Per quasi tutta la sua esistenza Dogson fu titolare di una cattedra di matematica presso la Christ Church School di Oxford. Nel tempo libero Dogson si dilettava nella fotografia - il suo talento è stato riscoperto solo in tempi più recenti - e nella scrittura di poesie e racconti satirici per alcune riviste locali.
Pubblicò sulla rivista The Train una poesia romantica dal titolo Solitude utilizzando per la prima volta lo pseudonimo di “Lewis Carroll”. Si trattava di una deformazione giocosa del suo vero nome: Lewis è la versione inglese di Ludovicus, da cui deriva Lutwidge; mentre Carroll è l’anglicizzazione di Carolus, il latino per Charles.
Nel 1856 arrivò alla Christ Church un nuovo rettore, Henry Liddell. Dogson divenne un grande amico della famiglia Liddell con la quale era solito uscire ogni fine settimana tra gite in barca e picnic. Dogson in particolare amava la compagnia delle tre bambine Liddell: Ina, Edith e la piccola Alice, alle quali raccontava storie fantastiche.
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Fu proprio la piccola Alice a pregare Dogson di mettere per iscritto una delle storie fantastiche che vedevano lei come protagonista. Pare che lo scrittore le avesse raccontato la celebre storia durante una gita in barca lungo il Tamigi, il 4 luglio del 1862.
Charles obbedì alla richiesta della bambina e compose il manoscritto di Alice Adventures Underground (Le avventure di Alice sotto terra, Ndr), oggi conservato nella British Library. In seguito Dogson pensò di sottoporre il racconto, firmato sotto lo pseudonimo di Carroll, all’editore MacMillan.
L’editore apprezzò molto la storia di Dogson e si espresse a favore della pubblicazione, ma a condizione che fosse cambiato il titolo. Si valutarono diverse opzioni, tra cui Alice tra le fate e L’ora dorata di Alice, infine vinse
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Alice nel paese delle meraviglie . Il libro fu pubblicato con quest’ultimo titolo nel 1865, integrato con le illustrazioni di John Tenniell. Fu un immediato successo mondiale.
Charles Ludwig Dogson in seguito continuò a scrivere racconti per l’infanzia sotto lo pseudonimo di Lewis Carroll - amato dal pubblico. Scrisse il seguito della storia di Alice, Alice attraverso lo specchio (1872) e altri romanzi minori, quali la poesia nonsense Caccia allo Snark (1876) e Sylvie e Bruno.
La doppia vita di Lewis Carroll
Charles Ludwig Dogson sembrò condurre per tutta l’esistenza una doppia vita: sotto lo pseudonimo di Lewis Carroll scriveva infatti celeberrimi racconti per bambini, mentre con il suo vero nome pubblicò diversi trattati di matematica e di logica, come La logica simbolica (1894).
Negli ultimi anni il mito di Lewis Carroll è stato infangato da teorie controverse: le numerose foto di bambini ritrovate nei suoi archivi (spesso nudi, Ndr) hanno gettato sull’autore l’accusa di pedofilia, e alcuni critici hanno ipotizzato che avesse scritto il suo capolavoro Alice in Wonderland sotto l’effetto del laudano. Si ipotizzò addirittura che Lewis Carroll fosse in realtà innamorato di Alice Liddell, che all’epoca della pubblicazione del romanzo aveva solo dodici anni.
Tuttavia è molto più probabile che le caratteristiche allucinatorie dei romanzi per l’infanzia di Carroll fossero invece legate al complesso pensiero logico del suo autore che - ricordiamo - in origine era un matematico. Sono infatti numerosi i riferimenti al gioco degli scacchi in Alice nel paese delle meraviglie e soprattutto nel suo seguito, Alice attraverso lo specchio. Molti dei giochi e delle invenzioni di Carroll si basavano infatti sulle regole della logica. Questo suo pensiero geniale, altamente matematico, fu spesso male interpretato dalla critica che vi individuò caratteristiche morbose.
Tuttavia un enigma rimane.
Il mistero di Alice Liddell
Quanto ad Alice Liddell, verso la fine dalla sua vita Lewis Carroll ribadì più volte che il personaggio di Alice non era affatto basato su una bambina reale.
E rifiutò di accostarlo alla figura della Liddell.
I rapporti tra la famiglia Liddell e lo scrittore si erano allentati da tempo, ma non ne furono mai chiariti i motivi.
Alice è un personaggio totalmente immaginario, non basato su una bambina in particolare o realmente esistita.
La bambina disegnata da John Tenniell per le illustrazioni di Alice in Wonderland non presenta alcuna somiglianza con la piccola Liddell. Tuttavia pare che i libri di Carroll fossero stati in origine almeno dedicati alla sua piccola musa, come riporta un curioso poema che figura nel XII capitolo del manoscritto originale Through the Looking-Glass, and What Alice Found There. Si tratta di un acrostico che, se letto dall’alto verso il basso, la prima lettera di ogni verso forma la scritta: Alice Pleasance Liddell.
Il mito di Alice Liddell e le sue foto, in cui la bambina mostra grandi occhi espressivi, continuano quindi ad accompagnare come un’ombra il capolavoro di Lewis Carroll.
Recensione del libro
Alice nel paese delle meraviglie
di Lewis Carroll e Valeria Docampo
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La vera storia di Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll
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Mi è piaciuto molto l’articolo. In realtà mi piacciono tutti i vostri articoli e li leggo con piacere. Trovo sempre cose curiose, interessanti e scopro spesso cose nuove... Grazie per il vostro impegno!