L’8 marzo 2022 il Quirinale celebra la scrittrice sarda Grazia Deledda (1871-1936), prima donna italiana a ricevere il premio Nobel per la Letteratura nel 1926.
Deledda fu la seconda donna al mondo, dopo la svedese Selma Lagerlof, a ottenere l’ambito riconoscimento letterario.
In occasione della Giornata internazionale della donna la Camera ha organizzato il convegno “Grazia Deledda - Donna, scrittrice, premio Nobel - Femminista ante litteram”, sottolineando come la scrittrice sia tuttora uno straordinario esempio di emancipazione femminile e libertà.
La vita stessa della Deledda, ha sottolineato il ministro della cultura Franceschini, ne rivela l’eccezionale modernità.
Per l’occasione è stata promossa l’edizione nazionale dell’opera omnia di Grazia Deledda ed è stato istituito un comitato, presieduto da Marcello Fois, per divulgare il lavoro della scrittrice anche tra le nuove generazioni.
Grazia Deledda: femminista ante-litteram
L’autrice sarda infatti ha saputo precorrere il proprio tempo con uno spirito controcorrente e proto-femminista. Grazia Deledda è stata padrona del proprio destino e fautrice del proprio successo letterario.
Con incrollabile fiducia nelle proprie capacità ha saputo rimuovere tutti gli ostacoli che si frapponevano tra lei e la sua vocazione letteraria: barriere che non erano solo di ordine sociale e culturale, ma soprattutto limiti imposti da un’epoca che non offriva grandi prospettive alle donne.
Il ministro Dario Franceschini nella cerimonia che si è tenuta alla Camera nella giornata di ieri ha ribadito:
Le istituzioni hanno un debito verso questa scrittrice che a lungo ha subito, nel recente passato, una sorta di ostracismo nel riconoscimento che merita nel pantheon culturale del Paese
Grazia Deledda si è aperta al mondo grazie alla letteratura, affrontando la lettura di autori italiani e stranieri e intessendo una fitta rete di corrispondenze, di scambi, di rapporti culturali.
L’autrice sarda appare straordinariamente moderna nella sua determinazione, una donna che ha saputo rompere gli schemi e le convenzioni rigide di inizio Novecento.
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La presidente del Senato, Elisabetta Casellati, è intervenuta con queste parole:
Grazia Deledda è da sempre considerata uno straordinario simbolo di riscatto, modernità e progresso. Un esempio per intere generazioni di donne. Un’esortazione a prendere coscienza delle proprie potenzialità a non abbassare mai la testa, nemmeno di fronte a ostacoli in apparenza invalicabili.
Ricordiamo che la scrittrice sarda fu anche la prima donna italiana candidata al Parlamento nel 1909.
Il femminismo di Grazia Deledda: la sororità
Recenti studi in ambito critico-letterario hanno dato al femminismo di Deledda un nome preciso: “Sororità”.
Quello promosso dalla scrittrice novecentesca era infatti un femminismo della sorellanza. Non era dunque un femminismo generalista, ma piuttosto un femminismo privato, individuale che però diventava collettivo nel rapporto da donna a donna.
Il rapporto interfemminile perfetto è, per Grazia Deledda, quello sororale, un legame per definizione privo di ogni forma di antagonismo e agonismo competitivo.
La stessa autrice rivelò più volte di essere stata spesso incompresa dalle altre donne che la criticavano duramente per le sue scelte di vita che davano priorità alla scrittura e non alla famiglia. Era lo scotto da pagare per aver giocato in anticipo sul proprio tempo e aver annunciato il futuro, con la lungimiranza di una profetessa quando ancora la parola femminismo non esisteva.
Deledda parlava di “sororità”, una parola che rimanda al moderno movimento Me Too, solo che fu pronunciata quasi un secolo prima dei nostri hashtag e delle nostre manifestazioni. E soprattutto una parola declinata al femminile: perché fratellanza non avrebbe sortito lo stesso effetto né indotto alcuna forma di riflessione.
L’eredità di Grazia Deledda
Ricordare la figura dell’autrice premio Nobel, in occasione dell’8 marzo, è dunque un’opportunità per rinnovare la consapevolezza del percorso di emancipazione.
L’emancipazione femminile in Italia è un libro ancora incompiuto e tutto da scrivere, come dimostrano le discriminazioni, le barriere e i pregiudizi che affliggono la vita delle donne nel nostro Paese dove la cultura patriarcale è ancora radicata e fortemente presente.
Spesso si tratta di discriminazioni sottili e infide, in ambito lavorativo o domestico, che passano il più delle volte sotto silenzio.
Per metterle a tacere non basta il tripudio di mimose che oggi adorna il Quirinale, in occasione della celebrazione in presenza del Capo dello Stato, ma la figura di Grazia Deledda e soprattutto le sue parole possono illuminare questo percorso ancora in salita.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La scrittrice Grazia Deledda donna-simbolo dell’8 marzo 2022
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