Ci sono luoghi entrati a far parte della poetica di scrittori e autori, tanto da diventare personaggi di spicco nei libri che li descrivono con tenera intensità. In linea con la poetica delle origini di Cesare Pavese, sono il paese cui fare ritorno e meritano una visita per le suggestioni che conservano. Così è Villa Hanbury, immersa in una vegetazione fiabesca sulla costa ligure che si fa Francia: un luogo di confine, trasformato in uno dei più famosi e apprezzati giardini botanici d’Europa. La storia del posto basterebbe di per sé ad affascinare il turista o il viaggiatore in cerca di un pomeriggio di svago, ma la casa, come il terreno circostante, è stata anche luogo del cuore dello scrittore, giornalista, poeta e pittore Nico Orengo che l’ha descritta nei suoi libri aggiungendo fascino a questo angolo di mondo che nel 2022 compie 155 anni.
Villa Hanbury: un sogno che diventa giardino botanico
La villa, un tempo palazzo Orengo, apparteneva alla sua famiglia. Venduta agli Hanbury nel 1867, è stata teatro di uno straordinario e riuscito esperimento di botanica con la creazione dei celebri giardini e l’importazione di specie dal resto d’Europa e da svariati continenti. Qui Sir Thomas, esportatore di tè inglese a Shangai, aveva visto l’ambiente ideale per realizzare un favoloso giardino tropicale: portò a termine il progetto con la collaborazione del fratello Daniel, farmacista appassionato di botanica, e di paesaggisti del calibro di Lodovico Winter. Il microclima locale, avevano intuito, favoriva la crescita di specie che in patria erano destinate alla vita in serra.
Nei tempi d’oro sul declivio che scende alla casa e al mare lavoravano fino a 60 giardinieri. Il declino durante i conflitti mondiali e la ripresa successiva ad opera degli eredi prima (il figlio di Thomas replicherà con successo l’esperimento nei giardini di villa della Pergola ad Alassio, oggi hotel di lusso), dell’Istituto di studi liguri e dell’Università di Genova poi, ne segna l’aspetto attuale.
Come visitare i giardini botanici Hanbury
Per trovare i giardini botanici Hanbury, bisogna percorrere la Liguria, superare Ventimiglia (Imperia) e raggiungere la penisola della Mortola, a un passo dal confine nazionale.
L’ingresso è subordinato al pagamento di un biglietto, ma oltre i cancelli il visitatore è atteso da un mondo a sé: 18 ettari che non hanno eguali in Europa ospitano 5800 specie di piante ornamentali, officinali e da frutto alternate a terrazze, edifici, fontane, pergole. Per visitare la villa è consigliabile fare scorta di libri perché qui gli scrittori sono parte del paesaggio e guida indispensabile per comprenderlo.
Villa Hanbury nei libri di Nico Orengo
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Restano invariati i viali e sentieri, gli scorci, gli agrumeti, la pineta e le aree dedicate alle specie esotiche. E la casetta con la finestra da cui si poteva pescare direttamente in mare raccontata da Orengo in Miramare, nel 1976.
Ma quell’angolo di Liguria è anche ne La curva del latte, Il salto dell’acciuga, L’intagliatore di noccioli di pesca, Islabonita, per citare solo alcuni titoli (pubblicati, come la maggior parte dei lavori dello scrittore, da Einaudi). Un paradiso popolato da gente di confine, pescatori, donne, finanzieri, contrabbandieri di sale, acciugai. E parole che Orengo usa da poeta, a restituire un paesaggio dell’anima, al cui centro gravita la villa avita. Lo stesso Orengo la descrive:
“Ero cresciuto in un giardino botanico con piante e fiori che venivano dai quattro punti cardinali. Io vedevo jacarande e brachichiti, peonie e dature, palme e bambù. Ed entravo in classe dalla finestra, dopo aver attraversato fasce di ulivi e garofani, di rosee fave e carciofi”.
E ancora:
“Vengo da un paese di mare. Il paese da cui vengo si confonde e affonda in quel giardino”.
Gli echi letterari di Villa Hanbury
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Villa Hanbury, però, non è solo Nico Orengo che qui volle ambientare un premio letterario. La ritroviamo anche ne L’Attore di Mario Soldati (ed. Bompiani, 2017).
L’Elegia di Giuseppe Conte (parte della raccolta L’Oceano e il ragazzo, ed. Tea, 2002) è stata scritta proprio nei suoi giardini. Ma poco lontani sono gli echi di Italo Calvino e Francesco Biamonti.
Oggi Orengo, strenuo difensore del paesaggio ligure dalle speculazioni edilizie, non c’è più, ma la villa mantiene intatto il sapore di allora e merita di essere inserita negli itinerari di viaggio dei lettori curiosi alla ricerca di svago, specie in questo stralcio di autunno che, di certo, sarebbe piaciuto allo scrittore con la riviera libera da vacanzieri e restituita alla pace dei residenti.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: I giardini di Villa Hanbury, amati da Nico Orengo, compiono 155 anni
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