La negoziazione è stata lunga e sofferta ma sembra che l’accordo Ue sulla riforma del copyright sia giunto alle fasi finali. Dopo le tante controversie tra chi era favorevole e chi no, Consiglio, Parlamento e Commissione europea hanno raggiunto un compromesso, anche se sul filo del rasoio. Le parole di Axel Voss, popolare relatore per l’Europarlamento tedesco ha dichiarato che "anche se ognuno è scontento per qualcosa, tutti ci siamo potuti trovare d’accordo”. Si è imboccata la strada per il definitivo ok rispetto all’accordo sulla riforma ma l’esito positivo non è ancora sicuro al 100% poiché ci sono alcuni paesi che ancora devono dare il via libera definitivo, compresa l’Italia. Serve anche il benestare definitivo della plenaria dell’Europarlamento entro e non oltre l’ultima sessione di questa legislatura, a inizio aprile.
Vediamo cosa prevede l’accordo raggiunto per la riforma del copyright.
Riforma copyright: cosa prevede
La prima e più importante novità dovrebbe riguardare i reali benefici che la riforma comporterà per tutti, ovvero i diritti per gli utenti e un’equa remunerazione per i creatori di contenuti con particolare attenzione alla chiarezza delle regole delle piattaforme. Vediamo nel dettaglio cosa dovrebbe cambiare:
- remunerazione equa per attori, scrittori, musicisti, giornalisti e audiovisivo da parte dei colossi del web (Facebook, Youtube, Google);
- maggiori diritti agli editori di stampa secondo l’art. 11 rispetto all’utilizzo che viene fatto dei loro materiali da parte delle piattaforme online;
- indebolimento della protezione degli snippet rispetto a ciò che gli eurodeputati sostenevano a settembre, ovvero le parole individuali o gli estratti molto corti di articoli di stampa sono esenti dal copyright;
- no tassa sui link, che era tanto temuta dai critici della riforma;
- i giornalisti beneficeranno di maggiori introiti visto che gli editori avranno più soldi grazie agli accordi con le piattaforme;
- approvato il compromesso franco-tedesco sul nodo delle pmi dell’art. 13. Questo significa che non saranno sottoposte agli obblighi sui materiali protetti da copyright ma non autorizzati tutte quelle piattaforme che sono considerate piccole, che esistono da meno di tre anni, che hanno un giro di affari che ammonta a meno di 10 milioni di euro l’anno e con meno di 5 milioni di visitatori unici;
- i colossi del web saranno responsabili al posto degli utenti del materiale caricato online senza l’autorizzazione e dovranno immediatamente procedere con la rimozione dopo una segnalazione. Viene richiesto loro "il massimo sforzo" perché venga garantita la non disponibilità di tutti quei contenuti caricati sul web senza l’autorizzazione di chi ne detiene i diritti;
- garantita trasparenza sui ricavi da parte di chi gestisce i diritti di artisti, musicisti e creatori con un apposito meccanismo di risoluzione delle dispute;
- saranno da ora in poi tutelati meme, gif, diritto di parodia, di satira e di citazione, le enciclopedie online, i materiali didattici, il patrimonio culturale e le opere i cui diritti sono scaduti, data mining, ai quali non si applicherà il copyright.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Copyright, l’accordo Ue sulla riforma c’è: ecco cosa prevede
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