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Aforismi e frasi celebri

“Addio mia bella addio”: origine e significato del popolare brano scritto nel marzo 1848

“Addio mia bella addio” è un celebre canto risorgimentale composto da Carlo Alberto Bosi nel marzo 1848. Oggi il brano è considerato parte integrante della storia d'Italia. Scopriamone testo, origine e significato.

Alice Figini
Alice Figini Pubblicato il 01-03-2022
“Addio mia bella addio”: origine e significato del popolare brano scritto nel marzo 1848

Al verso Addio mia bella addio fa subito seguito come un’eco l’armata se ne va, segno di un ritornello ormai sedimentato nella memoria, così naturale da essere ripetuto per inerzia, senza alcuno sforzo di volontà.

Addio mia bella addio, conosciuto anche con il titolo di L’addio del volontario o La partenza del soldato, è un canto popolare di origine risorgimentale.

Il testo di Addio mia bella addio fu scritto da Carlo Alberto Bosi nel marzo 1848. Bosi lo scrisse seduto a un tavolino del caffè Castelmur di Via de’ Calzaioli a Firenze, prima di partire come volontario nella guerra di indipendenza. Erano tanti i giovani ragazzi italiani che abbandonavano le famiglie per andare a combattere contro il nemico austriaco e quel brano era il tentativo di dare voce a tutti loro.
Bosi lo firmò con lo pseudonimo di “Basocrito”, anagramma del suo nome.

Il canto divenne celebre tra i soldati volontari che iniziarono a cantarlo al momento della partenza, riadattandolo sulle note di una vecchia ballata toscana.

Il poeta e patriota ne avrebbe in seguito rivendicato la paternità, ammettendo tuttavia che il testo originale fu modificato nel passaggio di bocca in bocca, di soldato in soldato. Il canto divenne collettivo, espressione di un sentimento popolare e struggente:

Col verso “io vengo a dirti addio” avea l’autore incominciato quest’ inno, ma il popolo, senza nessun dispiacere dell’autore, lo corresse in: Addio, mia bella, addio.

Il componimento fu pubblicato in Versi e canti popolari d’un fiorentino (1859).
Addio mia bella addio fu cantata, anni dopo, anche dai soldati italiani in partenza per la Prima guerra mondiale. Era ormai diventata una melodia immortale, un inno nazionale di guerra, amore e libertà.

Addio mia bella addio: testo

Addio, mia bella, addio,
l’armata se ne va;
se non partissi anch’io
sarebbe una viltà!

Non pianger, mio tesoro,
forse ritornerò;
ma se in battaglia io moro,
in ciel ti rivedrò.

La spada, le pistole,
lo schioppo l’ho con me;
allo spuntar del sole
io partirò da te.

Il sacco è preparato,
sull’omero mi sta;
son uomo e son soldato;
viva la libertà!

Non è fraterna guerra
la guerra ch’io farò
dall’italiana terra
l’estraneo caccerò.

L’antica tirannia
grava l’Italia ancor
io vado in Lombardia
incontro all’oppressor.

Saran tremende l’ire,
Grande il morir sarà!
Si mora: è un bel morire
morir per la libertà

Tra quanti moriranno
forse ancor io morrò;
non ti pigliare affanno,
da vile non cadrò.

Se più del tuo diletto
tu non udrai parlar,
perito di moschetto
per lui non sospirar.

Io non ti lascio sola,
ti resta un figlio ancor;
nel figlio ti consola,
nel figlio dell’amor.

Squilla la tromba
l’armata se ne va:
un bacio al figlio mio;
viva la libertà!

Addio mia bella addio: analisi e significato

Il brano parla di una guerra alle porte, di un’armata in partenza per il fronte. Il protagonista è un soldato pronto a raggiungere il proprio reggimento e costretto a dire addio, probabilmente per sempre, alla donna amata
Addio mia bella addio ci mostra il volto umano e meno eroico dei soldati in partenza per la guerra. Lo struggimento del soldato è evidente nella scissione tra la volontà di combattere in nome della patria e il desiderio di restare accanto all’amata.
Questi uomini pronti a battersi per la libertà del proprio paese erano profondamente divisi nell’animo: spesso ragazzi giovani, costretti a dire addio alle proprie famiglie.
Il soldato afferma di essere pronto a immolarsi per l’onore e per l’amor di patria ma, come ogni innamorato, decide di fare una promessa, l’unica che è in grado di mantenere. Il soldato, in questo canto che anziché una marcia richiama la melodia dolce di una ninna nanna, promette due cose: la prima è la “libertà”, ovvero di regalare all’amata attraverso il suo sacrificio un futuro sereno e in pace, e la seconda è la consolazione lasciata dal figlio che lui le ha dato. Lo definisce il “figlio dell’amore”, in un’espressione dal significato struggente, a dimostrare che persino in mezzo alla devastazione e alla violenza della guerra è ancora possibile parlare di amore, l’unico collante capace di dare un senso a tutto, e di donare un nuovo futuro possibile.

Curiosamente il ritornello rimanda a una canto patriottico tedesco intitolato Oh Strassburg, oh Strassburg ("Der unerbittliche Hauptmann", 1771). L’evidente somiglianza tra i due brani fa riflettere su quanto fossero tragicamente simili i sentimenti di questi uomini-soldati destinati a battersi sino all’ultimo sangue su due trincee opposte.

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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Addio mia bella addio”: origine e significato del popolare brano scritto nel marzo 1848

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