Un luogo incerto di Fred Vargas

"E poi avevo voglia di una storia di vampiri, una bella storia di vampiri" ha detto Fred Vargas, raccontando la storia di questo romanzo in cui Adamsberg parte per Londra per seguire insieme a Scotland Yard un crimine in apparenza di routine.

A Londra un convegno europeo delle forze di polizia sulla “regolamentazione del flusso migratorio” impegna il commissario Adamsberg, suo malgrado, a stare lontano tre giorni dalla sua divisione Anticrimine di Parigi assieme al suo fedelissimo collega Danglard. A rompere la monotonia e la noia di quelle giornate è il singolare ritrovamento di diciassette scarpe, con i piedi infilati dentro, di fronte al cancello del cimitero di Highgate. Questo fatto risveglia nell’ispettore londinese Radstock timori che erano sepolti nel passato collegati a macabre vicende riguardanti l’antico proprietario del cimitero, Peter Plogojowitz, e certi vampiri che hanno sconvolto per anni la tranquillità dei cittadini. Alcuni giorni dopo, a Parigi, accade un omicidio di un’efferatezza disumana. Il corpo della vittima, praticamente ridotto a brandelli, ha subito lo stesso rituale di alcuni altri in Europa. Le indagini e le intuizioni del commissario Adamsberg rivelano che c’è un filo conduttore tra questi omicidi e il bizzarro ritrovamento delle scarpe che scorre tra superstizione e realtà. Per vederci chiaro egli arriverà fino in Serbia nella terra in cui sono sepolte, ai margini di un piccolo villaggio, le spoglie di Plogojowitz e da quel momento verrà avvolto in una spirale di pericolosi avvenimenti che lo vedranno impegnato, da una parte, con una persona importante del suo passato e, dall’altra, con i poteri forti dello stato francese.

Una nuova travolgente avventura del commissario che ha segnato il successo della scrittrice francese, Fred Vargas, in cui si fondono mirabilmente colpi di scena, dialoghi avvincenti e una straordinaria capacità di esaminare la psiche umana. La vera forza di questi racconti sta proprio nella caratterizzazione dei personaggi con i quali il lettore entra inevitabilmente in simbiosi. In particolare, non ci si può non affezionare a Adamsberg e alla sua eccentricità: spesso viene definito lo “spalatore di nuvole” per il fatto di sembrare sempre con la testa altrove; singolare, inoltre, la sua abitudine di portare al polso due orologi sfasati dai quali lui riesce comunque a risalire all’ora esatta attraverso una sorta di media aritmetico-intuitiva. Anche quando segue un’indagine egli non è fornito di un metodo analitico definito, semplicemente si abbandona a profonde riflessioni, in genere durante una lunga passeggiata, durante le quali nella sua mente si affollano fatti e situazioni apparentemente sconnessi tra loro e con le ricerche in essere. Ma alla fine tutto in qualche modo quadra. In un angolo remoto della sua mente c’è un meccanismo straordinario, una sorta di setaccio, grazie al quale Adamsberg nella sua apparente confusione riesce a risalire ad elementi rilevanti che lascia sbalorditi i suoi stessi colleghi. Ogni romanzo del commissario Adamsberg è appassionante e si legge di un fiato. Ognuno mette in risalto lo straordinario talento di Fred Vargas, autrice che sicuramente vale la pena di seguire. Buona lettura.