Nella poesia Sotto il cielo pacato di Novembre, Sergio Solmi ci accompagna nel paesaggio urbano e naturale di una Milano razionale e discreta, colta in un momento particolare dell’autunno, quando il grigio delle nuvole e l’irriverenza della pioggia lasciano il posto alla fresca tranquillità di un intermezzo di luce.
Sotto il cielo pacato di Novembre fu composta nel 1952 e confluì nella raccolta Dal balcone (pubblicata da Mondadori, nel 1968) in una sezione intitolata Tre paesaggi milanesi: scopriamo insieme testo della poesia di Sergio Solmi e il suo significato.
“Sotto il cielo pacato di Novembre”: il testo della poesia
Sotto il cielo pacato di Novembre
come nette profondano le linee
dei rettifili, preciso lo spigolo
dell’edificio l’ombra della luce
scompartisce, e beato posa l’albero.
Avrei voluto apprendere cotesta
tua chiarezza infallibile, meriggio
senza una nube, che a questo discreto
ed ovvio paesaggio cittadino
imprimi oggi un rigore architettonico
quasi di tela neoclassica. Invece
cancellarmi vorrei, tanto mi sento
un estraneo accidente in queste splendide
tue geometrie, non più che una confusa
macchia, una pena, un vagabondo errore.
Chi è Sergio Solmi
Torinese d’adozione e di formazione, partigiano col nome di battaglia di Mario Rossetti, Sergio Solmi (Rieti, 16 dicembre 1899 – Milano, 7 ottobre 1981), che di mestiere faceva l’avvocato alla Banca Commerciale Italiana, è una figura eclettica di intellettuale che ha attraversato, e segnato con i suoi lavori, gran parte del Novecento. Studioso appassionato di Leopardi e amico fraterno di Montale, Solmi, che conobbe e stimò anche Umberto Saba, si dedicò a grandi nomi della letteratura francese, come Montaigne e Rimbaud e fu attivo soprattutto come critico letterario.
Lettore onnivoro, come ben dimostra la sua passione per la fantascienza che lo portò a curare la celebre antologia einaudiana su Le meraviglie del possibile, Sergio Solmi non fu un poeta particolarmente fecondo, ma riuscì a concentrare nei suoi componimenti la sua profonda conoscenza della letteratura europea e le esperienze di una vita che a tratti può considerarsi anche avventurosa.
“Sotto il cielo pacato di Novembre”: analisi e significato della poesia
Link affiliato
Il componimento di Sergio Solmi presenta tre sezioni, di lunghezza quasi uguale, nettamente separate dal punto di vista sintattico, che affrontano tre diversi temi: la descrizione della città di Milano e degli elementi naturali presenti in essa (vv. 1-5); l’emergere del poeta e del suo punto di vista, delle sue attese deluse (vv. 6-11); il netto contrasto tra la condizione spirituale del poeta e la pacifica luminosità dell’ambiente circostante (vv. 11-15).
In questa esile poesia, allora, ci troviamo di fronte ad una meditazione di Sergio Solmi, che contempla assorto le vie e gli edifici di Milano, in un terso pomeriggio d’autunno.
Si percepisce dai primi versi un’atmosfera di serenità e di calma dove la luce permette di definire nettamente le linee delle reti elettrificate e i contorni degli edifici: si tratta di una condizione rara (come testimonia anche il termine "profondano", desueto) per il mese di Novembre, tendenzialmente uggioso e ricco di giornate di pioggia, specie nel capoluogo padano. A questa condizione di soavità e di pace partecipano anche gli elementi naturali, come l’albero che pare godere di una tranquillità che va ben oltre le condizioni atmosferiche (come indica la parola "beato", propria del lessico religioso).
Di fronte a questo paesaggio urbano affiorano i pensieri del poeta che esprime aspettative che, però, non si sono realizzate: egli avrebbe voluto raggiungere la chiarezza infallibile che si palesa solo quando il cielo è senza nubi, la chiarezza che solo la luce può donare, quando mostra i contorni netti delle cose, e le restituisce per quel che sono. È la luce che alla guardinga e silenziosa Milano, in quel momento, in quell’aria tersa, conferisce il rigore geometrico che è proprio delle architetture neoclassiche, una precisione senza fronzoli, fatta di poche linee essenziali, indice di una perfezione formale che nulla ha a che spartire con l’esuberanza indisciplinata del precedente barocco.
Proprio le aspettative deluse introducono lo iato (evidenziato dalla parola "invece") che si consuma nella parte finale del componimento. L’inadeguatezza del poeta, di fronte alla compostezza rigorosa della città e al candore dell’inusuale luce autunnale, emerge con espressioni icastiche: egli vorrebbe togliere se stesso ("cancellarmi") da quel paesaggio perfetto per il suo ordine geometrico, egli si percepisce non solo come un estraneo ma come un ente che non ha alcuna necessità di esistere (è questo il significato più proprio del termine "accidente", usato come sostantivo in un’accezione filosofica). Stride il contrasto, presente negli ultimi passaggi, col nitore della luce con il quale il componimento si era aperto: il poeta si percepisce come un corpo irregolare ("confusa macchia") che inquina la perfezione del paesaggio, prova pena, è turbato, sente un dolore tutto suo che lo rende colpevole ("errore") e lo porta a vagare inquieto, smarrito.
Stile e analisi metrica della poesia di Sergio Solmi
Sotto il cielo pacato di Novembre si compone di quindici endecasillabi liberi, ovvero privi di rima. C’è però, nel componimento, una particolare musicalità garantita dalla frequente presenza di parole sdrucciole (ossia di parole nelle quali l’accento cade sulla terz’ultima sillaba) che ricorrono non solo alla fine ma anche all’interno dei versi.
Questa particolare caratteristica, insieme all’enjambement, ossia al fatto che il significato di un verso non si esaurisce nel verso stesso ma trova il suo completamento grazie alle parole del verso successivo, contribuiscono a dilatare i versi stessi, conferendo al componimento un andamento rilassato che ben si accorda con il tema della passeggiata e dell’osservazione del contesto urbano.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Sotto il cielo pacato di Novembre” di Sergio Solmi: analisi e significato della poesia
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo Poesia News Libri Sergio Solmi Storia della letteratura
Lascia il tuo commento