Michel Foucault è stato il filosofo del secolo? La sua biografia. scritta dal sociologo francese Didier Eribon, lo consacra tale.
Quel che è certo è che Michel Foucault alla sua morte, avvenuta a causa dell’Aids nel 1984, era considerato una delle più grandi menti del XX secolo.
Oggi le prese di posizione di Foucault continuano a suscitare un dibattito molto acceso e i pareri nei confronti del filosofo sono contraddittori.
Quasi quarant’anni dopo la sua dipartita il pensiero critico di Michel Foucault arde ancora come una fiammella, che continua a rischiarare le menti illuminandole al fuoco di una conoscenza nuova.
Il filosofo credeva che il sapere non fosse una verità assoluta, ma un’esperienza in continua evoluzione e considerava la riflessione come una parte inscindibile dal pensiero, quindi della vita.
Recensione del libro
La ricerca di Michel Foucault
di Hubert L. Dreyfus, Paul Rabinow
Michel Foucault: una biografia
Paul Michel Foucault nacque a Poitiers, in Francia, il 15 ottobre 1926. Proveniva da una lunga dinastia di medici, ma lui decise di seguire una strada diversa dalla tradizione familiare.
Nel 1948 si laureò in filosofia e nel 1950 in psicologia. Dopo la laurea ottenne vari incarichi universitari e iniziò a viaggiare per il mondo, in Svezia, Polonia, Germania, seguendo eventi, seminari e incontri culturali.
Il giovane Foucault era solitario, eccentrico e stravagante. Visse un profondo conflitto interiore a causa della sua omosessualità sino a tentare più volte il suicidio. Lo salvò la decisione di andare in analisi, dalla quale deriverà il suo amore per la psicologia.
Michel Foucault: dalle prime pubblicazioni al successo internazionale
Nel 1960 iniziò a farsi notare dal mondo culturale e accademico parigino grazie alla pubblicazione della sua formidabile tesi di dottorato, Storia della follia in età classica, considerata una delle sue opere principali che all’epoca piombò come un meteorite nella cultura francese. Nello stesso anno conobbe Daniel Defert, un suo studente, che sarà il suo compagno per la vita.
Tuttavia il mondo benpensante parigino gradiva poco la sua vita privata, considerata troppo sopra le righe, così Foucault decise di trasferirsi nel Nord Africa perché i pettegolezzi non ostacolino la sua carriera universitaria.
Nel 1966 pubblicò Le parole e le cose, libro che gli assicurerà un successo mondiale.
Tornato a Parigi, dove ormai la sua fama internazionale l’ha riabilitato agli occhi del mondo accademico, Michel Foucault continuò a insegnare storia del pensiero presso alcune università sino ad approdare al prestigioso Collège de France.
Il pensiero di Michel Foucault
Fin dagli studi universitari gli studi di Foucault si concentrarono essenzialmente sull’epistemiologia. Nelle sue prime opere il filosofo afferma che la storia non è, in prima istanza, il risultato delle azioni coscienti degli uomini. Individua nell’episteme i saperi caratteristici di una determinata epoca, dato da un sistema implicito e anonimo di regole prestabilite. Il suo scopo era portare alla luce l’episteme di ogni epoca, definendosi quindi un "archeologo dei saperi".
Il filosofo ritiene che ogni società abbia il suo ordine di verità e che sapere e potere siano indistinguibili in quest’ottica, due elementi strettamente collegati.
In seguito, a partire dagli anni ’60-’70, Foucault iniziò a occuparsi dei meccanismi sottesi ai sistemi penali della società occidentale. Con la pubblicazione del suo saggio più famoso, Sorvegliare e punire. La nascita della prigione, individua nella prigione una forma di potere tecnologico che può essere applicato indiscriminatamente anche alle scuole, alle caserme, agli ospedali ecc. La sua indagine parte dai supplizi impartiti ai detenuti nell’Ancient Regime fino ad arrivare all’epoca moderna in cui la pena viene considerata uno strumento di difesa dalla società. La disanima di Foucault analizza quindi la funzione della "prigione" come strumento funzionale alla società al fine di esercitare una forma di sorveglianza.
Infine, negli ultimi anni della sua vita Michel Foucault si dedicò al monumentale progetto della Storia della sessualità, nei quali insinua che la sessualità nel mondo occidentale sia sottoposta a un controllo produttivo, propositivo, ma non repressivo. Secondo Foucault la sessualità non è sempre esistita nel modo in cui la intendiamo oggi.
Con l’avvento della modernità, la sessualità è diventata una caratteristica intrinseca al sé, a tal punto da sentire il bisogno di dichiarare una specifica identità sessuale e di determinarla.
È così che Foucault giunge a determinare il concetto di biopotere, ovvero di un potere politico che costruisce i corpi, i desideri e modella l’esistenza umana.
Potrebbe dirsi che al vecchio diritto di far morire o di lasciar vivere si è sostituito un potere di far vivere o di respingere nella morte.
Recensione del libro
La volontà di sapere. Storia della sessualità 1
di Michel Foucault
Gli ultimi anni del filosofo
Da quel momento in poi Foucault iniziò a concentrare i suoi studi su come i potere abbia tentato, in Occidente, di controllare gli individui e i loro corpi nel tentativo di contenere tutte le forme di devianza. Le sue successive pubblicazioni, Sorvegliare e punire: la nascita della prigione e Storia della sessualità, saranno controverse e susciteranno al contempo polemiche e apprezzamenti.
Il filosofo subì in vita i contraccolpi della propria fama: spesso le sue conferenze venivano accompagnate da scontri e manifestazioni.
Malato di Aids Michel Foucault iniziò a diradare le proprie apparizioni pubbliche per concentrarsi maggiormente sulla scrittura delle proprie opere, in particolare sui tre volumi della Storia della sessualità. Riuscirà a concludere il suo mastodondico progetto giusto una settimana prima di morire.
Cinque giorni dopo, il 25 giugno 1984, Michel Foucault moriva in un ospedale di Parigi a soli 57 anni, in un silenzio attonito. I giornali apprendevano la notizia sgomenti; non sapevano che dire dinnanzi alla morte dell’uomo che aveva rischiarato il pensiero occidentale.
Foucault aveva sempre avuto tutte le risposte sulle eterne questioni umane; l’ultima parola spettava a lui, o piuttosto, a quel che ora evocava l’eco del suo nome.
Ancora oggi la sua figura divide il mondo occidentale. È stato un cattivo maestro oppure una mente geniale e visionaria? Di certo il pensiero di Michel Foucault ha lasciato il segno, il cosiddetto “foucaltismo” ha preannunciato molte tematiche scottanti nella società contemporanea come il post-umano e il trans-umano.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Chi era Michel Foucault, il filosofo del secolo
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