L’Iliade si apre con un proemio nel quale Omero, dopo l’invocazione a Calliope, musa della poesia, introduce il lettore in quello che sarà l’argomento principale dell’opera.
L’intera vicenda ruota attorno all’ira di Achille in seguito a un furioso litigio con Agamennone, che diventerà causa di tanti lutti e sofferenze per il suo stesso popolo.
Vediamo testo (con traduzione dal greco di Vincenzo Monti), parafrasi, temi e analisi del testo.
Proemio dell’Iliade: testo
Cantami, o Diva, del pelide Achille
l’ira funesta che infiniti addusse
lutti agli Achei, molte anzi tempo all’Orco
generose travolse alme d’eroi,
e di cani e d’augelli orrido pasto
lor salme abbandonò (così di Giove
l’alto consiglio s’adempìa), da quando
primamente disgiunse aspra contesa
il re de’ prodi Atride e il divo Achille.
Proemio dell’Iliade: parafrasi
O Dea (si tratta di Calliope, musa della poesia), aiutami a raccontare in versi l’ira portatrice di morte di Achille, figlio di Peleo, che causò tantissimi lutti fra gli Achei, gettò nell’Aldilà troppo presto le anime di molti eroi valorosi e abbandonò i loro corpi affinché diventassero il pasto terrificante di cani e uccelli (compiendo così il volere di Giove), da quando per la prima volta un violento litigio divise il figlio di Atreo Agamennone, re dei coraggiosi, e il divino Achille.
Spiegazione del Proemio dell’Iliade
I primi sette versi dell’Iliade sono costituiti dal Proemio, che si divide nell’invocazione alla musa della poesia, Calliope, affinché lo ispiri a narrare i fatti, e nella protasi. In quest’ultima Omero enuncia il tema centrale che verrà trattato, ovvero la furia dell’eroe greco Achille e delle conseguenze enormi e devastanti che ne deriveranno nel corso della guerra contro i Troiani.
Subito dopo c’è la spiegazione dell’antefatto che ha portato l’eroe ad adirarsi in maniera così dirompente.
Il troiano Crise, sacerdote di Apollo, si reca presso le navi nemiche per richiedere, in cambio di un grosso riscatto, la restituzione della figlia Criseide, diventata una loro schiava.
Ma Agamennone, che ha ottenuto la ragazza come bottino di guerra, rifiuta sdegnato la proposta.
A questo punto Crise chiede ad Apollo di punire l’oltraggio subito e il dio lo accontenta scatenando una terribile pestilenza nel campo acheo.
Di fronte a tanto orrore, viene interrogato il profeta Calcante e il responso è chiaro: per tentare di placare l’ira di Apollo, Agamennone deve restituire Criseide al padre. Seppur di malavoglia il re accetta, ma in cambio pretende di avere con sé Briseide, la schiava di Achille. Quest’ultimo, inferocito, se ne va dal campo.
Proemio dell’Iliade: struttura e figure retoriche
Dal punto di vista strutturale, nel Proemio dell’Iliade sono già presenti alcune delle caratteristiche stilistiche tipiche di tutta l’Iliade.
Fra queste, la più evidente è l’utilizzo del patronimico, di cui l’autore si avvale per sottolineare la nobile discendenza dei personaggi.
Scopriamo così che Achille è figlio di Peleo (Pelide) e Agamennone di Atreo (Atride).
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Il poeta, inoltre, si esprime attraverso un’abbondanza di locuzioni fisse e topoi consolidati nel pieno rispetto di quei canoni stabiliti dal linguaggio formulare in uso presso i cantori dell’Antica Grecia.
Da qui le frequenti ripetizioni all’interno dell’opera di epiteti, versi e interi brani.
Da sottolineare infine la similitudine "scendeva come la notte" e l’iperbole "riscatto infinito", entrambe figure retoriche largamente impiegate nell’epica.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Proemio dell’Iliade: testo, parafrasi, analisi e temi
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