

Preghiera alla madre fa parte di Cuor morituro (1925-30), raccolta poetica di Umberto Saba (1883-57). Il fulcro del componimento è costituito dal tema dell’amore materno, cui si legano quelli del ricordo, del senso di colpa e del perdono.
Fra l’esperienza personale e la dimensione universale alla quale essa si estende, la psicanalisi, che giocò un ruolo importante nella vita dell’autore, si inserisce come elemento di congiunzione fra passato e presente attraverso il recupero delle memorie dell’infanzia e dell’adolescenza. L’atmosfera di nostalgia e di rimpianto che aleggia dall’inizio alla fine della lirica, è tipica della poetica di Saba.
In questo giorno speciale, festeggiamo le mamme analizzando il testo di Preghiera alla madre.
“Preghiera alla madre”: testo della poesia
Madre che ho fatto soffrire
(cantava un merlo alla finestra, il giorno
abbassava, sì acuta era la pena
che morte a entrambi io m’invocavo) madre
ieri in tomba obliata,
oggi rinata; presenza,
che dal fondo dilaga quasi vena
d’acqua, cui dura forza reprimeva,
e una mano le toglie abile o incauta
l’impedimento;
presaga gioia io sento
il tuo ritorno, madre mia che ho fatto,
come un buon figlio amoroso, soffrire.
Pacificata in me ripeti antichi
moniti vani. E il tuo soggiorno un verde
giardino io penso, ove con te riprendere
può a conversare l’anima fanciulla,
inebbriarsi del tuo mesto viso,
sì che l’ali vi perda come al lume
una farfalla. È un sogno,
un mesto sogno; ed io lo so. Ma giungere
vorrei dove sei giunta, entrare dove
tu sei entrata
ho tanta gioia e tanta stanchezza!
farmi, o madre,
come una macchia dalla terra nata,
che in sé la terra riassorbe ed annulla.
“Preghiera alla madre”: metrica e parafrasi
Preghiera alla madre si può considerare una canzone libera in forma di preghiera composta da settenari, quinari ed endecasillabi che si alternano all’interno di uno schema libero, con strofe disuguali e rime irregolari.
Questa la parafrasi:
Madre che ho fatto soffrire
(cinguettava un merlo alla finestra, il giorno
stava declinando (stava per sopraggiungere la sera), tanto acuto era il dolore
che io invocavo la morte per tutti e due) madre
ieri in una tomba dimenticata,
oggi tornata alla mente; presenza,
che emerge dal fondo come fosse una vena
d’acqua, che una dura forza reprimeva,
e una mano le toglie abile o incauta
l’impedimento;
io percepisco il tuo ritorno, come una gioia,
madre mia che ho fatto soffrire,
come un qualsiasi altro buon figlio pieno d’amore
Pacificata nel mio cuore continui a ripetere gli ammonimenti di una volta, che io non ascoltavo. Immagino il tuo soggiorno come un verde
giardino, dove poter riprendere a conversare con te e la mia anima di bambino,
possa di nuovo inebriarsi davanti al tuo viso triste,
così che vi perda le ali come fa in prossimità di una fiamma
una farfalla. È un sogno,
un malinconico sogno; ed io ne sono consapevole. Ma vorrei giungere
dove sei giunta tu, entrare dove
sei entrata tu
ho tanta gioia e tanta stanchezza! (si riferisce alla morte)
(vorrei) farmi, o madre,
come una macchia nata dalla terra,
che la terra riassorbe ed annulla ancora dentro di sé.
“Preghiera alla madre”: spiegazione e analisi


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Il profondo e complesso rapporto con la madre ebrea Felicita Rachele Cohen è al centro del componimento Preghiera alla madre di Saba e si lega, come quasi sempre accade nella poetica del triestino, al tema dell’infelicità.
Il percorso psicanalitico, cui si sottopone a lungo, fa riaffiorare nella memoria del figlio, che sembrava quasi averla dimenticata, la figura della madre morta da tempo. I ricordi tornano all’infanzia e all’adolescenza, nonché alle difficoltà che a tratti sono subentrate nel rapporto fra i due.
Saba riconosce di aver fatto soffrire la donna, tuttavia mai per cattiveria, piuttosto a causa di quei comuni e inevitabili attriti che sempre insorgono tra una madre adulta e un figlio che sta crescendo. Adesso che è un uomo maturo, il poeta ripensa con tenerezza a quei momenti, quasi sorride dei piccoli screzi e dei banali malintesi di una volta, e comprende quanto essi siano fisiologici al rapporto madre/figlio in una determinata fase della vita, tutt’altro che mancanti d’amore ma, al contrario, conseguenza dell’amore stesso.
Ora che l’ha ritrovata, Saba non vorrebbe mai più separarsi dalla mamma e sente forte come non mai il desiderio di ricongiungersi a lei. Gli piacerebbe tornare bambino per ritrovare ciò che ha perduto da adulto. Un’aspirazione umanissima che liricamente si traduce nella similitudine finale, che al contempo rivela anche lo struggimento che deriva dall’impossibilità di poterla appagare: la madre viene vista come la "terra" che crea una "macchia" (il figlio) e la riassorbe dentro di sé, annullandola nella morte.
La psicoanalisi, il desiderio di regressione e il ricongiungimento/annullamento nella morte
La terapia psicoanalitica rappresenta per Saba un’esperienza importante, un viaggio che gli permette di far luce dentro di sé, di esplorare i meandri più oscuri e nascosti del proprio "io" alla disperata ricerca dell’origine di quelle angosce esistenziali che tuttavia non riesce mai a superare del tutto, e che si rispecchiano fedelmente nella sua vasta produzione letteraria.
L’immagine della madre sofferente ricorre spesso nella poesia del triestino, così come pure le atmosfere cupe e un opprimente senso di angoscia definiscono gran parte della sua arte. L’intima e profonda tristezza che permea la Preghiera alla madre risulta evidente al lettore fin dai primi versi e si fa più intensa nella seconda parte, dove l’amore coincide con la morte.
Il sospirato sebbene impossibile ricongiungimento con la genitrice scomparsa, infatti, che si estrinseca nella voglia di regressione allo stato prenatale, rivela la volontà di una riunificazione "in essa" piuttosto che "con essa", in un totale e definitivo annullamento che equivale a morire.
E così anche il soggetto artistico e poetico classico dell’amore madre/figlio, solitamente trattato in maniera gioiosa, a Saba offre invece un motivo ulteriore per trasporre in versi quel disagio esistenziale che è la cifra del suo essere e della sua poetica.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Preghiera alla madre”, la poesia di Umberto Saba sull’amore materno e il senso di colpa
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