Sapete che nel film Il Postino è nascosta una poesia di Pablo Neruda? La pellicola diretta da Michael Radford nel 1994, che vede l’ultima interpretazione di Massimo Troisi, è del resto intrisa di letteratura. Il film è tratto da un libro, Il postino di Neruda (El cartero di Neruda,1986) di Antonio Skàrmeta, e ha per protagonista proprio il poeta cileno Pablo Neruda, interpretato da Philippe Noiret. La poesia di Neruda è il vero filo conduttore della sceneggiatura, ma in una scena in particolare viene celata in un dialogo spontaneo tra i personaggi.
Si tratta di una scena ambientata in una location già di per sé letteraria: si tratta della spiaggia nera dell’isola di Procida, oggi chiamata proprio “la spiaggia del Postino” in omaggio al successo cinematografico. Proprio nell’isola di Arturo di morantiana memoria si svolge l’indimenticabile conversazione tra il postino Mario Ruoppolo e il poeta Neruda che si è rifugiato nel sud Italia (la località non è definita nel film, in realtà è l’isola di Capri) con l’amata Matilde Urrutia. Sulla riva del mare deserta, in un momento epifanico, il grande autore cileno recita dei versi in spagnolo che lasciano di stucco il suo accompagnatore. Sembra un’improvvisazione fatta ad arte, in realtà si tratta di una vera poesia di Pablo Neruda che si intitola Oda al mar, in italiano Ode al mare.
Inizia così:
Aquí en la isla el mar y cuánto mar
“Amo il mare perché mi insegna, non so se imparo musica e coscienza”, spiegava Neruda ne Il memoriale dell’Isla Negra; il mare è infatti un elemento ispiratore che ricorre di frequente nelle sue liriche. La poesia citata nel film Il Postino è contenuta nella raccolta Ode al mare e altre poesie elementari, edita da Passigli editore nel 2006.
Il commento più formidabile al testo, però, ce lo offre l’ingenuo Mario che ascolta la poesia come se fosse incantato da un sortilegio e ci restituisce intatto tutto il suo stupore.
Nel film Il Postino viene citata solo la prima strofa della poesia che ha il ritmo ridondante di una cantilena. Scopriamo il testo integrale di Ode al mare di Neruda e la sua analisi.
Ode al mare: la poesia di Neruda citata nel film “Il Postino”
Qui nell’isola
il mare
e quanto mare
esce da sé stesso
in ogni momento,
dice di sì, di no,
di no, di no, di no,
dice di sì nell’azzurro,
nella spuma, nel galoppo,
dice di no, di no.Non può stare tranquillo,
mi chiamo mare, ripete
battendo su una pietra
senza ottenere di convincerla,
allora
con sette lingue verdi
di sette cani verdi,
di sette tigri verdi,
di sette mari verdi,
la percorre, la bacia,
la inumidisce
e si colpisce il petto
ripetendo il suo nome.Oh mare, come ti chiami,
oh compagno oceano,
non perdere tempo e acqua,
non scuoterti tanto,
aiutaci,
siamo i piccoli
pescatori,
gli uomini della riva,
abbiamo freddo e fame,
sei il nostro nemico,
non colpire così forte,
non gridare a questo modo,
apri la tua cassa verde
e offri a tutti noi
tra le mani
il tuo regalo d’argento:
il pesce di ogni giorno.
Il Postino di Neruda: la poesia citata nel film
Ode al mare: analisi e commento della poesia di Neruda
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Nella scena del film il postino Mario Ruoppolo, un uomo semi-analfabeta che “sa leggere e scrivere, senza correre però”, ascolta questi versi direttamente dalle labbra di Neruda, sulla riva del mare di una non meglio precisata isola del sud Italia.
Le parole del poeta cileno sono dunque accompagnate dallo sciabordio quieto delle onde, il loro naturale sottofondo. Mario rimane attonito, sopraffatto dalla viva emozione che la poesia gli ha suscitato e commenta sbalordito: “Strano”. Neruda lo rimprovera per quell’osservazione “Sei un critico severo” e lo invita a spiegarsi meglio.
Proprio nelle parole di Mario, nella loro purezza, troviamo l’analisi più perfetta della poesia Ode al mare. Il postino, senza volerlo, spiega il ritmo con una efficace metafora:
Mi sento come una barca sbattuta dalle parole
In una scena precedente Neruda diceva a Mario che la poesia non si può spiegare, perché se cerchi di spiegarla le togli qualcosa, la privi dell’emozione che suscita. Questa è la più grande lezione di poetica del film e anche la più profonda analisi della lirica dell’autore cileno. La prima strofa di Ode al mare è tutto ritmo, un moto sillabico che riproduce l’andamento senza posa delle onde, il mare che esce da sé stesso:
dice di sì, di sì, dice di no, di no
È questo sciabordio a ispirare a Mario la metafora che stupisce Neruda. A quel punto il postino ha capito la poesia, perché ha inteso l’emozione da essa suscitata. Le immagini nascono casuali, spiega Neruda, non conta l’intenzione. Quindi sarebbe inutile tentare di spiegare Ode al mare con altre parole, aggiungendo altro testo a un brano già di per sé evocativo.
Da qui nasce una delle considerazioni più profonde de Il postino, che è poi la chiave di lettura dell’intero film:
Voi volete dire allora che il mondo intero è la metafora di qualcosa?
Il semianalfabeta Mario capisce, grazie a Pablo Neruda, che le metafore possono essere uno strumento per descrivere il mondo intero, persino quella parte di mondo che non conosciamo. Il paesaggio stesso che fa da scenografia a quell’istante, il mare dalle onde lunghe e spumose della spiaggia nera di Procida, sembra essere una metafora della poesia. Abbiamo l’impressione di toccare qualcosa di profondo, di essere posti nel cuore di una verità, proprio lì sulla riva sabbiosa che pare dischiudere la soglia dell’infinito. Perché tutto il mondo è la metafora di qualcosa, lo capisce bene Mario e lo intuiamo noi punti dalla commozione suscitata da una semplice frase. La vera poesia è quella scritta dal Postino, è il commento di Mario Ruoppolo all’Ode al mare che si conclude impacciato incurvandosi nel tono di una domanda. Tutto il mondo è la metafora di qualcosa? A quel punto Pablo Neruda si congeda affermando che ci deve riflettere; la verità è che Mario, con la sua naturalezza disarmante, gli ha rubato la poesia, o meglio, il suo segreto.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Il Postino”: la poesia di Neruda sul mare citata nel film
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