Padrona del gioco di Sidney Sheldon

“Padrona del gioco” di Sidney Sheldon è una saga familiare che segue per quattro generazioni l’evolversi e il risolversi di un disturbo psichiatrico, di pari passo con la conquista della ricchezza e del potere.

Il romanzo si apre con l’avventura in Sudafrica di Jamie Mc Gregor, un ragazzo giovane, ambizioso e volitivo fino alla spregiudicatezza come tanti. L’ambientazione storico sociale, descritta magistralmente dall’autore, immerge il lettore fin dalle prime parole in una realtà da cui non si scollerà per un istante fino all’ultima pagina. I fatti si susseguono, ora vittoriosi ora estremamente drammatici; cambiano gli scenari e si passa da un personaggio all’altro, ma non c’è una riga in cui la narrazione scenda di tono o si dimostri inefficace a coinvolgere nel mondo emozionale dei protagonisti.

La saga vede la nascita e la crescita di un impero finanziario, nato dal nulla attraverso la frode e la vendetta. Jamie Mc Gregor può apparire un personaggio assolutamente vincente, nonostante si sia fatto strada in maniera tutt’altro che morale e abbia causato la sofferenza di più di una persona. Ma il tempo, col passare delle generazioni, gli darà torto e troverà gli agnelli sacrificali per sanare le piaghe da lui avviate. I personaggi successivi infatti crescono coltivando i semi piantati da lui, nel bene e nel male.

Kate, la cosiddetta padrona del gioco, è il perno centrale: più spregiudicata e sottile del padre, sicuramente anche più malata di potere e disposta a disumanizzarsi, dirige le generazioni successive, fino a decidere addirittura della loro stessa permanenza in vita. I suoi piani perfetti e diabolici la vedono immersa in un gioco in cui potere ed eccessiva condiscendenza si incastrano in collusioni sempre più malate. Il conto si salda con le ultime nate della famiglia, che si fanno incarnazione del gioco di Kate: infatti laddove prima le figure più sane della famiglia avevano dovuto soccombere e quelle più malate e potenti avevano al contrario trionfato, le gemelle Eve e Alexandra fin da bambine fanno vivere materialmente i due lati opposti delle personalità familiari. Esse arriveranno a far collassare ogni eccesso e sarà lì che l’equilibrio morale e sentimentale della famiglia, dopo un’espiazione delle colpe dolorosa e devastante per tutti, potrà stabilirsi e donare una vita pacifica alle generazioni successive.

Realistico, inserito in un quadro storico vivo, "Padrona del gioco" riesce ad agghiacciare e ad appassionare, ma il suo merito è saper dare luce alla speranza di riscatto di cui ognuno, che sia autore, lettore o personaggio della storia, ha bisogno.