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PER: il numero 56 del periodico della Fondazione Salvare Palermo

Ritorna periodicamente e non manca nemmeno quest’ultimo appuntamento il prestigioso giornale della Fondazione Salvare Palermo, che continua il suo impegno sul territorio con temi diversi e argomenti oggetto di dibattito.

Gaetano Celauro
Gaetano Celauro Pubblicato il 14-09-2021
PER: il numero 56 del periodico della Fondazione Salvare Palermo

Ritorna periodicamente e non manca nemmeno quest’ultimo appuntamento il prestigioso periodico della Fondazione Salvare Palermo, che continua il suo impegno sul territorio. Un costante e continuo intervento sul campo del restauro e della divulgazione culturale. Questo numero è particolarmente interessante poiché affronta temi diversi e argomenti oggetto di dibattito.

In una rinnovata veste grafica, pur mantenendo il progetto originario cui rimane fedele, il numero 56/2021 (gennaio-giugno 2021) riferisce delle attività culturali della Fondazione anche in un periodo infelice quale quello della pandemia, rimanendo sempre attenta al territorio, all’ambiente e alla sua storia, in un ponte ideale tra passato, presente e futuro.
Si fa seguito al precedente numero con la suggestiva copertina che raffigurava con quel telo sulle poltrone del Teatro Biondo, il prolungato e forzato momento di pausa delle attività di intrattenimento, dell’arte e della cultura.

La copertina del numero 56, con una riuscita e significativa foto, è opera di Arianna Cona e ritrae la struttura del mercato al coperto di Ballarò che si vuole riportare all’antico, ritornando a un passato che si vuole fare riemergere.

All’interno del numero, le consuete rubriche il cui contenuto di seguito si riporta.
In “Osservatorio” si tratta di: “Ballarò, Tradizione e innovazione sociale di Marco Sorrentino, seguito da “Liberty, un movimento a libera interpretazione” di Francesco Andolina. “La Selva urbana” una pianura tra costa e montagna di Ketty Giannilivigni; “Per una rinnovata utopia” di Assunta Lupo; “Era la Fiera del Mediterraneo” di Gaetano Corselli D’Ondes; “Le decorazioni di Alfonso Amorelli” di Giulia Ingarao.
In “Patrimonio a rischio”: “il Monastero del Cancelliere” di Adriana Chirco; “ La “Chiesa di Piedigrotta” di Giovanni Renna; “Il Muse di Storia Naturale” di Maria Concetta Cosentino.
Per “Ricerche e memorie”: “Dalla pianta geometrica di Palermo ( 1777)” di Salvatore Pedone e poi un omaggio a Dante Alighieri di Giuseppe Scuderi con l’articolo “Buon Compleanno Dante”.

Sono dunque tante le tematiche affrontate in questo numero, tutte degne di attenzione. Fra di esse si segnala quella su Ballarò e la copertura del mercato. Sul Mercato di Ballarò, di cui alla foto di copertina, si sta completando il primo intervento di riqualificazione, quale è appunto la copertura, un primo processo di governo della prospettiva del mercato per mantenerne l’autenticità, pur rimodernandola. È forse l’ultima forma autentica, rimasta ancora in piedi, per alcune caratteristiche, di quello che erano i mercati storici che rischia di divenire solo un’attrattiva turistica.

Sulla Fiera del Mediterraneo, nei suoi aspetti artistici (cfr. articolo di Giulia Ingarao), il notevole e curato approfondimento evidenzia come dovrebbe per la sua Storia essere oggetto di un’attenzione maggiore. Giulia Ingarao descrive nel suo articolo quelle opere che sono rimaste, di cui si tratta con cura e attenzione. Sono beni che non vanno di certo eliminati ma di cui occorre fare un uso più contemporaneo. E su questo è auspicabile una sinergia con altre associazioni operanti sul territorio, specie per i grandi spazi che la Fiera offre per attività culturali recuperando e rifunzionalizzando ciò che rimane della antica struttura.

Altro tema importante trattato in questo numero è il Mercato ittico dove è inclusa la Chiesa di Piedigrotta (cfr. l’attento e curato articolo di Giovanni Renna) i cui resti si vuole valorizzare.
Particolare l’articolo di Francesco Andolina sul Liberty palermitano, con una visione diversa di un periodo importante per Palermo e la sua architettura. Elegante l’articolo su Dante che porta a conoscere elementi nuovi del Collegio Massimo dei Gesuiti. Tre grandi letterati sono legati a questo complesso dai molti aspetti ancora da scoprire.

Ma un filo comune lega i diversi articoli, quello di parlare alla città e di creare un momento di educazione permanente. Un fil rouge che si vede nell’articolo di Assunta Lupo, una recensione del libro della dott.ssa Valbruzzi che racconta la nascita dei beni culturali in Sicilia. Il discorso sullo stato e sulla buona conservazione dei Beni culturali è presente poi nell’articolo e nella recensione sul libro di Kettj Giannilivigni sul furto del Caravaggio.
Di rilievo l’articolo di Adriana Chirco sul Monastero del Cancelliere, un topos emblematico del centro storico, di cui è assente in particolare una precisa progettualità.

Un indirizzo che si vuole far seguire e quello della valorizzazione dei Musei della scuola, come quello dell’Istituto Filippo Parlatore (cfr. articolo di Maria concetta Parlatore), dove è presente un museo scientifico all’altezza di altri più rinomati quali il Doderlain, e questo per un sempre più ampio percorso di conoscenza. Di particolare interesse e curiosità è ancora l’articolo di Salvatore Pedone sulla carta settecentesca di Palermo del Villabianca.

Il numero 56/2021, tutto da leggere, si conclude con in appendice l’elenco e notizie sulle attività e i restauri della Fondazione, le accurate recensioni e le e mail.

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