

Noialtri
- Autore: Paolo Parrottino
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2025
In tempi di egotici fortilizi (dis)ideologici edificati a tutela della planetaria dittatura liberista, inquadrare la figura del migrante come emblema del nostro io-plurale risulta prospettiva contro-tendente e per ciò fascinosa. Il paradigma speculativo che dall’Uno, nessuno e centomila pirandelliano sbocca nella relazione con lo straniero che è in noi, e al tempo stesso nell’altro da noi, abita le pagine del solido lavoro saggistico di Paolo Parrottino Noialtri. Sulla natura relazionale dell’identità personale (Paginauno, 2025), che elegge l’estraneità a fondamento di un dinamismo al tempo stesso personale e sociale.
Espiantato - a cominciare dalla lingua - da consuetudini, luoghi, affetti propri, il migrante assurge a modello di una coscienza plurale, in relazione a lingua, abitudini geografie altre da sé. Per rifarsi ancora a Pirandello: il protagonista dell’Uno, nessuno e centomila impazzisce proprio in quanto incapace di accettare il suo status di essere plurimo:
Nella concezione pirandelliana la vita è un magma in continuo fluire che, di tanto in tanto, si solidifica momentaneamente in forme stabili ma effimere, statue morte che intrappolano la vitalità nell’illusione di potersi cogliere e riconoscere.
Secondo l’accezione pirandelliana, e di Pallottino a sua volta, ciascun tentativo di ricondursi a uno risulterebbe destinato allo scacco; una sconfitta che fa il paio con il tentativo di risposta alla questione basica del “chi sono io?”. Introvabile proprio in virtù della mobilità dell’io, il quale, per dirla ancora con le parole di Paolo Parrottino:
Straniero a se stesso, si insegue sempre senza afferrarsi mai.
Ed è alla luce di questo postulato che Noialtri propone la condizione migrante come epitome di quella che l’autore definisce relazionomia: piuttosto che nel timore dell’ospite sconosciuto (che è in noi, come nell’altro da noi) il rapporto con lo straniero dovrebbe invece caricarsi di senso in un rapporto fiduciario, fondato su una naturale somiglianza nella dissomiglianza fra ospite e ospitante. Posto ben oltre l’attestata dicotomia straniero-ospite (colui che viene a mani vuote)/straniero-nemico (colui che viene a mano armata), Noialtri introduce insomma a un’accezione ulteriore della relazionalità identitaria, proponendosi come inquadratura alternativa che mira a superare l’unidimensionalità con cui oggi si tende a stigmatizzare l’individuo, e il migrante conseguentemente.
Pensato per lettori allo stato di veglia e redatto in una lingua fluida e degna di riflessioni, Noialtri è una proposta filosofica doppiamente disvelante: da un lato la naturale pluralità dell’io, dall’altro le potenzialità intrinseche al rapporto con lo straniero migrante. Consigliato.
Ospiti e nemici, figure dell’ambivalenza delle relazioni umane, incarnazioni dello straniero quotidiano, rappresentano incroci inevitabili e vitali nel cammino identitario che ciascuna persona intraprende nel corso della propria esistenza.

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