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Curiosità per amanti dei libri

Ecco perché leggere fa bene al cervello

Una pagina al giorno leva il medico di torno. E se la lettura fosse una nuova prescrizione del nostro medico di base? Quali potrebbero essere gli effetti a breve e a lungo termine di una siffatta prescrizione?

Cristi Marcì
Cristi Marcì Pubblicato il 01-09-2022
Ecco perché leggere fa bene al cervello

Una pagina al giorno leva il medico di torno. Sotto il profilo neuroanatomico e funzionale non resta che sorprenderci: leggere è un esercizio, nonché un vero e proprio toccasana, per il nostro cervello e per tutti i misteriosi ingranaggi che lo costituiscono. Apprendimento e memoria infatti riflettono le due funzioni cognitive correlate al processo che promuove lo sviluppo di quelle capacità cerebrali utili a prevenire l’invecchiamento precoce.

La lettura fa bene al cervello

Leggere infatti non solo rafforza i collegamenti sinaptici ma crea il presupposto per un buon funzionamento di quelle regioni cerebrali deputate ai ricordi e all’acquisizione di un qualcosa di nuovo. Tra le pagine di un libro non troviamo infatti soltanto parole, bensì quanto più di stimolante possa esserci per tenere fresca la nostra mente. Addentrandoci più nello specifico la lettura è un’azione “semplice”, dietro la quale si cela però un mondo non sempre conosciuto e tramite la quale la complessa architettura cerebrale sembra fare i conti con due processi fondamentali; quello della plasticità e della neurogenesi.

Leggere interviene sulle sinapsi

Con il termine plasticità ci riferiamo alla capacità del cervello di modificare la forza delle sinapsi e nondimeno di produrre nuove cellule, effettuando una vera e propria potatura di quanto risulta ormai vecchio e obsoleto. Sotto il profilo morfologico mentre leggiamo è come se nuovi ponti venissero costruiti in sostituzione di quelli vecchi, impiegando così nuovi materiali ed evitando quelli già usati, poiché porterebbero di nuovo lungo lo stesso cammino che abbiamo scelto di cambiare.

Leggere aiuta a produrre nuove cellule nervose

Con il termine neurogenesi, al contrario, ci riferiamo a una pluralità di fattori che interagiscono all’interno delle aree che producono nuove cellule nervose. La scienza pertanto è stata in grado di confermare l’esistenza di una regione proliferativa di cellule, situata nel giro dentato dell’ippocampo, comprovando sempre di più quanto questa regione deputata alla memoria e all’immagazzinamento delle informazioni sia promotrice della neurogenesi stessa.
Tale regione, definita nicchia neurogenetica, può dunque risentire dei benefici correlati alla lettura poiché quest’ultima funge da interruttore in grado produrre neuroni nell’ippocampo e in altre zone cerebrali deputate alle funzioni cognitive.

Immedesimarsi nei personaggi di una storia, dunque, non valorizza solo le nostre capacità empatiche bensì valorizza un interesse che si traduce in una produzione neurogenetica, quale riflesso di un’attività stimolante e piacevole come sfogliare le pagine di un libro.
Educare alla lettura è un invito a prendersi cura di sé in previsione di un futuro sempre più fantasioso e stimolante.

Fonti bibliografiche

Bergmann, O, Spalding, K, L., Adult neurogenesis in humans. In “Cold Spring Harb Perspect Biol”, 7, 2015;
Kempermann, G., Adult neurogenesis, Oxford Univerity Press, Oxford, 2011;
Kempermann, G., Noncanonical sites of adult neurogenesis in the mammalian brain. In “Cold Spring harb Perspect Biol”, 7, 2015;
Sale, A, Berardi, N., Environment and brain plasticity: towards and endogenous pharmacotherapy. In “Physiol Rev”, 94, 2014;
Ziv, Y, Ron, N., Immune cells contribute to the maintainance of neurogenesis and spatial learning abilities in adulthood. In “Nat Neurosci”, 9, 2006;
Wang, J., Xie, L., Activated regulatory T cell regulates neural stem cell proliferation in the subventricular zone of normal and ischemic mouse brain through interleukine 10, in Front cell Neuroscience, 2015.

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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Ecco perché leggere fa bene al cervello

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