Lo sconosciuto di Nicola Gardini

Questa è la storia di un uomo che vede suo padre, ammalato di Alzheimer, trasformarsi in uno sconosciuto. Lo accompagna a passeggiare nel parco, lo studia mentre siede inebetito davanti al televisore. E scopre -via via che la malattia avanza- un padre in realtà sconosciuto da sempre. (4^ di copertina).

L’uomo è Nicola Gardini, traduttore, scrittore e professore di Letteratura Italiana all’Università di Oxford.
Suo padre è Bruno, sposato a Maria, mantovano, un uomo piuttosto ruvido e poco incline alle richieste del figlio e della moglie.

Lui è il silenzio, la censura, il rifiuto del ricordo. E si vedrà con quale ostinazione.

In età ancora piuttosto giovane, Bruno viene colpito dal morbo di Alzheimer che lo costringe a star sveglio tutta la notte, tra dolori veri e presunti, che lo porta ad un ricovero di sollievo per qualche tempo a Casa Azzurra, che lo rende estraneo a tutto, fino al punto di non riconoscere più il proprio figlio.

In questo romanzo breve Gardini mette a nudo la propria storia personale e di famiglia, dalle origini più che umili dei genitori, la durezza del padre, l’esistenza di un fratello "tedesco" mai conosciuto prima dei suoi 39 anni. Lo fa con estrema lucidità e totale trasparenza, come spesso non si è in grado di fare neanche tra parenti stretti. Bravo.

Fra le pagine, spicca su tutte la figura positiva di Maria, la mamma dell’autore, una donna forte e dedita alla famiglia.

"Grazie, Maria. le disse Jonas", abbracciandola, sotto gli alberi spogli. "Sei una donna con un cuore grande. Vieni qualche volta a Friburgo, con Nicola. Mia moglie e i bambini sarebbero felici di conoscerti".

Due fatti incisivi, la malattia del padre e la verità sull’esistenza del fratellastro, che potrebbero incupire lo scrittore e che invece gli fanno affermare:

"Questo ho imparato: che in qualunque momento della nostra giornata c’è il mondo."

Che belle parole.

P.S. Scopro in questo momento che a giorni uscirà per Feltrinelli una nuova opera di Gardini dal titolo "Fauci", un libro di tutt’altro genere. Sono impaziente.