

Sto traducendo le Metamorfosi di Ovidio e mi sto accorgendo che l’autore usa un linguaggio molto esatto e definito. I versi scorrono bene, però il poeta di Sulmona riesce a dare un’immagine precisa di quello che scrive e di come lo scrive.
La Natura e gli dei, i due poli delle “Metamorfosi”


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I due poli entro cui si muovono le Metamorfosi sono la natura e gli dei, entrambi immanenti all’uomo.
Ad esempio il bosco, questo luogo oscuro in cui sembra accadere di tutto, ha in sé la sacralità che i popoli primitivi davano al mondo vegetale, un mondo che nutre e può essere designato dal genere femminile delle piante che hanno la capacità di nutrirci nel nostro ecosistema e. di conseguenza, essere sacre. Un buon antidoto all’antropocentrismo.
Credo sia importante, in questo mio articolo, fare un esempio della complessa definizione di bosco, che in latino è connotato da tre parole diverse: silva, nemus e lucus. Vediamole una per una.
“Silva”: la foresta incolta
Silva è la foresta incolta, fitta e senza caratteristiche particolari ed è una delle prime parole che viene fatta imparare ai principianti (silva, -ae della prima declinazione), resa aulica dai poeti classicisti italiani (quante selve nell’Arcadia!), più colti dei Latini.
“Lucus” o “nemus”: il bosco sacro
Per indicare il bosco sacro si usano altre due parole: lucus e nemus.
Lucus è un insieme di alberi dotato di carattere sacro, che per la sua sacralità non ha subito interventi umani, e non potrebbe essere altrimenti perché se qualcuno lo facesse incorrerebbe nell’ira degli dei.
E poi nemus è un insieme di alberi, piantato e consacrato dagli uomini che vi creano i loro templi, ma nel corso dei secoli c’è stato uno slittamento semantico.
Le due parole per contiguità sono diventate sinonime, ma dobbiamo in realtà tenerle distinte anche per una questione geografica. Il lucus è lo spazio italico della religione romana primitiva, con un paesaggio che non si fatica a riconoscere come laziale o umbro; nemus è lo spazio sacro greco umanizzato, in quanto la religione greca era legata alla polis e a un contesto più urbano, anche se i Greci conservano nel fondo un elemento silvo-pastorale.
Sincretismo religioso e legami con la natura
Il tempo ha sovrapposto la religione romana a quella greca, ma la prima è sopravvissuta nei rituali previsti e ha permeato le opere degli autori latini, creando una religiosità più intima e naturale.
Non dobbiamo dimenticare che le religioni politeistiche sono soggette al sincretismo religioso, cioè alla mescolanza di culti diversi, e mostrano una capacità di adattamento notevole.
Riguardo ai boschi, questi sono vissuti diversamente rispetto al mondo germanico perché legati a suoli e climi diversi anche se dello stesso continente.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Le parole per indicare il bosco nella lingua latina
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