La verità su Josie Fair di Lisa Jewell

Dopo successi internazionali come Qualcuno ti guarda e La famiglia del piano di sopra, l’autrice britannica Lisa Jewell torna con La verità su Josie Fair (Neri Pozza, 2025, traduzione di Giovanni Zucca), romanzo che unisce abilmente suspense psicologica e attualità mediatica. Il libro si muove lungo i confini tra realtà e finzione, affrontando temi come l’identità, la manipolazione e il bisogno di visibilità, il tutto incorniciato in una struttura narrativa dinamica e coinvolgente. Al centro della storia, un incontro fortuito che si trasforma in un incubo a occhi aperti.

Alix Summer, giornalista e podcaster affermata, e Josie Fair, una donna dal passato opaco, con una famiglia difficile e una quotidianità segnata da disagi sottili ma persistenti, si incontrano per caso in un pub di Londra, il giorno del loro quarantacinquesimo compleanno, e scoprono di essere nate lo stesso giorno, nello stesso ospedale. Josie, colpita dalla figura pubblica di Alix, le propone di essere intervistata per il suo podcast, sostenendo di trovarsi in una fase di profondo cambiamento personale.
Quello che inizia quasi come un esperimento si trasforma ben presto in una spirale di ambiguità e sospetto. Le interviste tra le due donne svelano dettagli sempre più disturbanti della vita di Josie: un marito che l’ha adescata quando aveva solo quattordici anni, una madre narcisista, due figlie problematiche tanto da coinvolgere i servizi sociali. Alix si ritrova così invischiata in una rete di contraddizioni, manipolazioni emotive e crescente inquietudine. La cerchia dei personaggi secondari – il marito alcolizzato della podcaster, una delle figlie di Josie che se n’è andata di casa e l’altra che non esce mai dalla sua stanza, l’enigmatico Walter e le persone che vengono coinvolte nella ricostruzione dei fatti accaduti – contribuisce ad arricchire l’intrigo, senza mai distogliere l’attenzione dal dualismo tra le due protagoniste.
Il romanzo è costruito su un costante senso di disagio strisciante. Jewell è abile nel trasformare scenari quotidiani – la casa, la scuola, lo studio di registrazione – in spazi carichi di tensione. L’oscillazione tra il normale e l’inquietante è gestita con misura: nulla appare immediatamente minaccioso, ma tutto sembra pronto a scivolare nel perturbante, in bilico verso un’imminente catastrofe. Il lettore si trova immerso in un clima psicologico opprimente, dove la percezione della realtà viene messa continuamente in discussione.
Jewell conferma la sua capacità di costruire storie che scorrono veloci, pur senza sacrificare la profondità dei personaggi. Lo stile è incisivo, mai ridondante, e si adatta perfettamente al genere. Uno dei punti di forza del romanzo risiede nell’uso sapiente del podcast come dispositivo narrativo e negli episodi della serie originale Netflix dal titolo Ciao, sono la tua gemella di compleanno! tratti dal podcast stesso. L’integrazione di alcune puntate registrate, interviste, trascrizioni e frammenti audio conferisce al racconto un’immediatezza rara, così da ricreare l’illusione di trovarsi di fronte a un documento reale.

La verità su Josie Fair è un thriller che gioca su ambiguità sottili, più psicologico che spettacolare, più insinuante che drammatico. Sebbene alcuni snodi nella seconda parte potrebbero risultare eccessivi o, al contrario, poco approfonditi, l’effetto dei tanti colpi di scena è potente: esplorando il lato oscuro dell’intimità e della fiducia, ci suggerisce che, a volte, conoscere qualcuno troppo da vicino può diventare pericoloso. Forse, irreversibilmente.