“Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido.”
Su numerosi siti, e persino in molti libri, questa frase è attribuita ad Albert Einstein... È indubbiamente un pensiero interessante, ma sulla sua reale paternità non abbiamo in realtà alcun indizio.
“Ha una mente matematica”, “Ha una mente umanistica” popolarmente può capitare di udire queste frasi nei riguardi delle particolari inclinazioni di una persona nei suoi studi, in questo caso non siamo però a cospetto di riflessioni prive di una loro tradizione storica. In passato, infatti, si tenevano in considerazione soprattutto l’intelligenza linguistica e quella logico-matematica, trascurando altre forme di intelligenza cognitiva.
La teoria delle intelligenze multiple
La situazione mutò negli anni Ottanta, quando uno psicologo cognitivista statunitense di origine tedesca, Howard Gardner (classe 1943), criticò la concezione classica dell’intelligenza e teorizzò che negli individui fosse possibile distinguere vari modelli di intelligenze. Gardner sostenne che ogni persona sia in possesso di molte forme di intelligenza localizzate in parti specifiche del cervello, utilizzabili se sollecitate o grazie a incoraggiamenti.
La teoria delle “intelligenze multiple”, derivante dalla psicologia, spiega che le capacità di apprendimento sono parzialmente innate, ma non statiche, e possono essere migliorate con esercizi mirati. Riconosce quindi agli individui diversi tipi di capacità intellettuali, da cui derivano necessariamente diverse visioni della realtà.
Un individuo potrebbe anche raggiungere buoni livelli in tutte le intelligenze e tale osservazione ha influenzato la pedagogia e le metodologie didattiche contemporanee.
Tale teoria riconosce negli individui delle capacità mentali distinte che favoriscono apprendimenti diversi, e apre le porte a un’indagine sui diversi stili di insegnamento che si possono adottare. Del resto già Lorenzo Milani affermava che:
“non c’è nulla che sia ingiusto quanto far le parti uguali fra disuguali” (Lettera a una professoressa, maggio 1967).
Gli otto gruppi di intelligenze
Queste “intelligenze” sono state divise da Gardener in otto macrogruppi:
- L’intelligenza linguistica (propria degli scrittori), che si lega alle capacità di padroneggiare un linguaggio chiaro ed efficace, e comprende anche l’abilità di variare il registro linguistico a seconda dei contesti e delle necessità.
- L’intelligenza logico-matematica, quella del ragionamento deduttivo, della logica e della schematizzazione, che coinvolge l’emisfero cerebrale sinistro nel ricordare i simboli matematici e il destro nell’elaborazione dei concetti.
- L’intelligenza spaziale “si occupa” degli oggetti e delle forme nello spazio (propria di chi si dedica alle arti figurative). Chi possiede questo tipo di intelligenza, solitamente, ha una memoria fotografica che conserva i dettagli degli ambienti e delle figure, e la sua peculiarità gli permette un buon orientamento anche in spazi in cui non è facile per tutti trovare la direzione corretta.
- L’intelligenza corporeo-cinestesica (propria dei ginnasti, dei ballerini e degli sportivi) coinvolge il cervelletto, i gangli fondamentali, il talamo e altre parti del cervello.
- L’intelligenza musicale ha sede solitamente nell’emisfero destro, benché alcuni elaborino la melodia con il sinistro. Essa concerne la capacità di riconoscere i suoni e di articolarli tra loro in un linguaggio armonico.
- L’intelligenza interpersonale (quella delle capacità relazionali, dell’empatia) tocca tutto il cervello, ma soprattutto i lobi prefrontali. Essa consiste nella capacità di comprendere gli altri, i loro problemi, i loro desideri e di creare situazioni e modelli sociali e personali favorevoli e vantaggiosi. Dovrebbe appartenere agli psicologi e ai politici (almeno in senso aristotelico: “la politica è arte di vivere bene insieme”).
- L’intelligenza intrapersonale (per Gardner, speculare alla precedente) è invece la capacità di comprendere la propria individualità, quindi di sapersi inserire in un contesto vantaggioso, ma anche di sapersi immedesimare in personalità differenti dalla propria.
- L’intelligenza naturalistica è propria di chi vive ancora in un rapporto di contatto diretto con la natura (i cacciatori, i pastori, i raccoglitori, i coltivatori). Ovvero la capacità di riconoscere degli oggetti naturali, classificarli con precisione e ordinarli, capendo e sfruttando le relazioni tra di essi.
Foto copyright Citizen University: Howard Gardner- "Can We Raise Good Citizens?"
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La teoria delle intelligenze multiple di Howard Gardner
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