La principessa di Lampedusa
- Autore: Ruggero Cappuccio
- Genere: Romanzi d’amore
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Feltrinelli
- Anno di pubblicazione: 2024
Ruggero Cappuccio dà alle stampe un libro di grande fascino, intitolato La principessa di Lampedusa, edito da Feltrinelli.
Un libro che è tanto e molto insieme, dalla biografia romanzata di una donna nobile nell’animo e nei comportamenti, al ritratto fedele di una società che va mutando, anche se non in positivo; all’inno romanzato di un concetto determinante come la “libertà” e la fatica per ottenerla.
Chi è la principessa di Lampedusa? È una donna famosa e importante, madre di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, autore di quel capolavoro che è Il Gattopardo, e si chiama Beatrice Mastrogiovanni Tasca Filangeri di Cutò.
Beatrice torna a Palermo il 9 maggio 1943 a Palazzo Lampedusa. Il quadro storico della città è tragico e desolante:
Quattro ore prima erano state sganciate 1114 bombe da 500 libre e 456 bombe da 300 libbre, sotto le pietre della sua Palermo erano stesi 373 cadaveri.
E lei la Principessa arriva e non si può fare a meno di notarla:
Il tailleur nero, giacca e gonna di velluto, il Borsalino color crema guarnito di veletta, la preziosa borsina a tracolla con una lunga catena d’argento e la valigia di cuoio, insieme con il passo elegante tra le macerie, furono la cosa più singolare che avesse visto in vita sua.
Torna per vedere le condizioni del “suo palazzo”:
La principessa di sentiva la protagonista di un funerale in cui le toccavano contemporaneamente la parte della morta e quella della sua unica amica. L’oltraggio ad una casa ha la stessa misura inumana di uno sfregio contro un animale indifeso. Si domandò. Quelli che sono ancora vivi possono tornare alle loro case, ma quali case?
La principessa è intrisa di eleganza e malinconia e guarda lo stemma, intatto, del casato:
Giunta all’ingresso della portineria era inciso lo stemma di Lampedusa: un ovale satinato con dentro un leopardo danzante: U’ Gattupardu lo avevano sempre chiamato i contadini dei feudi perduti.
La principessa prende possesso del suo palazzo, convivendo con un mondo attuale che non c’è più ed è al totale sbando. Tuttavia il suo arrivo non è passato inosservato, e per molti la Principessa di Lampedusa è ancora una signora a cui si deve obbedienza cieca e devozione assoluta. Basterà? Lei donna austera e cinica, altezzosa come non mai cosa farà in tutte quelle stanze invase dai calcinacci dove non c’era più nulla, né dentro né fuori?
Beatrice pensava:
La vita apparente di questo pomeriggio è soltanto la prova generale della morte.
Di fronte al suo palazzo abitava una giovane e triste donna: Eugenia Bonanno, costretta dal padre ad abbandonare i suoi studi universitari, promessa sposa a un uomo che neanche conosceva o voleva conoscere: il figlio dell’ingegnere Guerrera, personaggio potente palermitano, che amava intrallazzare ovunque in una città ormai allo sbando. Che tuttavia procurava alla famiglia della promessa sposa un benessere di cui pochi a quei tempi godevano. Eugenia spia dalla finestra le gesta della principessa, ne è affascinata, e vorrebbe conoscerla, ma è allo stesso tempo intimidita dalla forza che questa donna sprigiona:
Era sedotta dalla solitudine della principessa e del modo in cui la viveva. La capacità di essere sola ed essere forte era ciò che voleva imparare.
Beatrice vede in Eugenia la proiezione di quella figlia morta in giovane età per difterite, ma sarà in grado di indicarle il cammino giusto per affermarsi nella vita e nella società?
Un libro potente e di un fascino indiscutibile. La madre di Giuseppe Tomasi di Lampedusa è una donna da cui imparare, ma soprattutto è una donna libera, che a quei tempi non era così immediato. Criticata da una società che nascondeva misteri, fallimenti, ma che godeva di privilegi che erano innati, Beatrice è ben consapevole del tempo in cui vive e delle sue caratteristiche intrinseche:
“Essere nobili è interessante solo perché se si è sensibili, si impara a fare i conti con la memoria. I palazzi, i blasoni, le etichette sono terribili prigioni. Voglio dire che dobbiamo avere coscienza di quanto le nostre miniature di esistenza rappresentino particelle infinitesimali di fronte all’eternità.”
Sullo sfondo di un discorso importante e di libertà, il fantasma etereo del figlio Giuseppe, con il quale ha un rapporto particolare, perché lui aveva tredici giorni quando lei è distrutta dalla morte della figlia, così che lo considera da sempre l’incarnazione della figlia defunta e stringe con lui uno strano patto:
“Con Giuseppe io farò il palo, lui farà la rapina alla banca della memoria. Sarà uno splendido furto.”
Ne emerge un ritratto di donna senza tempo, emancipata come non mai, altezzosa e consapevole di quello che è stato e non c’è più. Parole profetiche ed identificative la caratterizzano:
“Per gli uomini , una donna che sogna la libertà è sempre una strega. Dietro una grande ricchezza, c’è sempre un grande delitto. Ma qui ce ne sono a centinaia.”
Una lettura che intriga, sulla scia di una donna che sicuramente colpisce il lettore che rimane esterrefatto per il suo comportamento e per la lezione di vita che lei stessa infonde attraverso le sue parole.
L’autore scrivendo questo libro dedicato alla figura di Beatrice:
“Ci restituisce la sua modernità, il suo carisma, il suo coraggio, il suo eros.”
Così tra “eros, passione e misteri e segreti di famiglia” emerge un ritratto di donna meravigliosa e straordinaria. Da leggere tutto di un fiato. Da indicare come testimone per le nuove generazioni, per insegnare loro il concetto di libertà sottostante al vivere quotidiano, nel sentire e nel vivere le proprie e le altrui emozioni.
La principessa di Lampedusa è un inno alla vita, alla libertà, ai suoi valori intrinsechi, narrato da una donna che nella vita ha visto tutto, tanto, troppo. Sofferenza, amore, passione e decadenza.
Incantevole, fatato, e intrigante.
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Adatto a chi ama le biografie romanzate.
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