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Recensioni di libri

La manutenzione dei sentimenti di Gabriella Musetti

Esiste un senso ultimo delle cose? La silloge è attraversata da questa domanda essenziale, mai posta direttamente, eppure è una domanda costante, sotterranea.

Graziella Atzori Pubblicato il 28-08-2020

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La manutenzione dei sentimenti

La manutenzione dei sentimenti

  • Autore: Gabriella Musetti
  • Categoria: Poesia
  • Anno di pubblicazione: 2015

Vedi Prezzo:

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La manutenzione dei sentimenti di Gabriella Musetti (Samuele editore, p. 106, 2015), con prefazione di Rossella Tempesta, è una silloge che mantiene intatta la memoria dei contenuti psichici, con una nostalgia pudica, detta ma non ostentata, senza enfasi o retorica, possiamo dire misurata, ma non per questo meno drammatica. Anzi l’intensità emotiva si sprigiona compiutamente entro i limiti imposti dallo stile. Si intende dramma nel significato greco di “accadimento”, di fronte al quale l’autrice si chiede, in modo altrettanto misurato e a volte criptico, quale sia il senso.
Esiste un senso ultimo delle cose? Il libro è attraversato da questa domanda essenziale, mai posta direttamente, eppure è una domanda costante, sotterranea. Valgano a tale riguardo i versi:

"dove porta il treno
che attraversa la campagna
da dove scorre l’acqua del
torrente sotto il ponte di ferro
fin dove s’infiltra il lungo
gemito cupo – se un solitario
cavallo smagrito rode poca
erba in un recinto a tratti divelto”

Dove svanisce il vissuto e perché? Musetti cerca, e lo fa in modo apparentemente assurdo, surreale, nel sottosuolo, metafora dell’inconscio:

“Ma tra i masegni io trovo
cavità profonde dove si perde la mia
mente galleggia sulla pozza d’acqua
sotto il marciapiede rincorre le rotaie
oltre le curve”

La poetica del titolo dunque non viene racchiusa in un bisogno di “durata”, di lotta contro la rapina del tempo - sì anche questo contemplano i versi scritti con cuore e mente, con l’intelligenza che vuole penetrare il mistero - ma è continua la meditazione profonda sull’attimo, sull’ORA, sulla sua natura duale di frammento e di totalità nello stesso tempo. Valga l’esergo scelto di Emily Dickinson:

"Degli attimi fuggenti è fatto il sempre -
non è un tempo diverso -
se non per l’infinità -
o l’ampiezza della casa -
(624, E. Dickinson, trad. Silvio Raffo)

nel quale è contemplata sia la natura infinita del “qui e ora” sia la sua sequenzialità. Ed è il senso doppio del momento che viene posto in evidenza, come frammento, anzi “frammentaglia”, “Frammenti – che noi siamo” ma per scoprire un’aporia consolante:

“la mancanza si avvicina alla perfezione”

Siamo nati senza volerlo, sostiene Musetti (ma chi crede nell’Oltre, in una vita dopo la morte, afferma invece che il proprio consenso viene richiesto, ed entrambe le ipotesi vanno considerate come esigenze dell’indagine, basata su intuizione e meditazione, non unicamente sul metro dello scientismo). Il dolore ci accerchia, la vita non regala:

“si sa la vita è avara
non tiene conto dei pensieri”

ma restano i ricordi, sempre legati all’amore e all’amicizia, che è necessario curare, a cui dobbiamo manutenzione:

“e facevamo l’amore davanti al balcone
per essere più vicini al cielo”

È necessario conservare anche la ferita della malattia e della dipartita della persona amata, con il coraggio resiliente, stoico. Le poesie dedicate alla malattia, all’accettazione del destino sono fra le più toccanti:

“ora facciamo costruire una doccia
al piano terra se non salirai
più la scala Questa operazione
concordata
mostra un’altra nascosta previsione
che resta al fondo”

Che cosa resta, poi? Accanto al caos della città, ecco apparire rose nel giardino in inverno, ignare del freddo. Dovranno sopportarlo. Così è per noi.
Un senso sta nella parola che si fatica a dire, che bisogna dire, anche se può sembrare “spudorato” il dire intimo.
Un senso in-compiuto è nel frammento:

“l’attimo rivela una comprensione più allargata, supera l’io, esce fuori dal circuito limitato della esperienza singola per sfiorare l’assoluto, che rimane inconoscibile, sia esso dio, il caso, la materia.”

E nel finale:

“nell’attimo sospeso, a volte, la bellezza”

Per la bellezza, pensiero molto vicino al pensiero di Dostoevskij, anche per Gabriella Musetti si può vivere e gustare la pace. Gustare è sàpere in latino, quindi sapere. Giordano Bruno, al pari dei fisici studiosi dei quanti, sapeva che nella parte è compreso il Tutto. In una frazione di tempo, l’eternità.


© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La manutenzione dei sentimenti

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Commenti: 1

  • leilaf
    30 agosto 2020, 01:47

    Un libro importante che ci aiuta a cercare quale sia l’atteggiamento migliore hic et nunc, per affrontare il futuro, i nostri possibili futuri. Certononunlibro di risposta, ma di ipotesi, si.
    E non è poco..
    Lf

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