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Recensioni di libri

La composizione del grigio di Sara Notaristefano

Divergenze, 2021 - Con uno stile narrativo rapido e avvolgente, Sara Notaristefano compone la scala cromatica dei colori esistenziali in un romanzo che evidenzia innegabili doti narrative all’insegna della sintesi concettuale e dell’aspra e realistica restituzione di volti sofferenti eppure vivi, quelli dei personaggi.

Rocco Della Corte Pubblicato il 30-01-2022
La composizione del grigio

La composizione del grigio

  • Autore: Sara Notaristefano
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Anno di pubblicazione: 2021

La composizione del grigio di Sara Notaristefano (Divergenze, 2021) è un romanzo di formazione non canonico e ribelle rispetto a qualsiasi scolastica imposizione, in cui a essere eroici non sono troppo i gesti quanto i pensieri. L’ambiente della storia, infatti, è quello in cui molte giovani donne possono riconoscersi: una famiglia normale con un’ombra considerata dai benpensanti anormale, composta da un padre all’antica burbero e buono e una madre alle prese con il male oscuro. La crescita e il non semplice rapporto con i genitori favoriscono la voglia di evadere, unita alla formazione di un carattere gioviale e propositivo, contraltare perfetto rispetto allo stantio nido famigliare. La voglia, innata e fisiologica, di nuove esperienze e l’incapacità di affrontare, in un primo momento, la figura amebica di una madre consapevole e lucida eppure incompresa nella sua fragilità e auto-condanna porteranno la protagonista a emigrare per motivi di studio.

Il distacco e l’illusoria speranza di risolvere i conflitti interiori frapponendo chilometri tra sé e i problemi si riveleranno delle aggravanti: le delusioni d’amore, le speranze boomerang, la carriera agognata e le ambizioni artistiche e umane sembrano stagnanti fin quando arriva una doppia svolta, un bivio con annesso tranello a cui la protagonista abbocca. La serenità familiare e un marito fedele porteranno una figlia, il talento letterario condurrà al successo insperato. Proprio quest’ultimo, nel perenne dissidio fra lavoro e famiglia, allontanerà la protagonista dalla sfera più intima la donna e sgretolerà il microcosmo creato. D’effetto disarmante la modalità con cui le viene spiattellata la propria distrazione (“tua figlia gattona, te ne sei accorta?”, dice rassegnato il marito prima di chiedere la separazione perché da tre settimane ha un’altra come ammette candidamente e senza rimorso).

Quello che opera la protagonista, in questo processo di ricerca interiore e formazione della sensibilità, è un graduale ritorno a sé. La gloria e la fama letteraria hanno un effetto paradosso: per strenua opposizione alle sirene della convenzione, la donna cede a quelle della superficialità. Per sfuggire sia alla società patriarcale che a quella simil-femminista, Sara Notaristefano traccia il ritratto duro e indeciso di un’anima in continua lotta con le etichette che dovrà nuovamente riordinare, e in fretta, i propri bisogni emotivi per non cadere in un universo di un grigio sbagliato.

Il rifiuto del rapporto con male si trasforma in accettazione. La parola magica incombente è quella che la protagonista evita di pronunciare, chiudendo i rapporti, e che sua figlia si rifiuta a sua volta di assegnarle. “Mamma” è una key word cruciale per comprendere l’architettura dei rapporti inter-generazionali.

Sono tanti i macro-temi che si potrebbero poi isolare e ri-affrontare singolarmente con un’analisi approfondita da condurre in primis partendo dalle reazioni dei personaggi. La depressione — il fantasma di dentro — viene ad esempio raccontata dai due punti di vista, interno ed esterno, senza un giudizio moraleggiante intrinseco alla narrazione. L’accettazione di una malattia passa anche dal rispetto di chi l’ha vissuta: la protagonista giungerà a questa conclusione proprio dopo la morte della madre, condividendo con la genitrice il segreto del blistex di medicinali rinvenuto nel letto. Il non indagare se si sia trattato di suicidio o meno è un atto di rispetto e accettazione del dolore più che d’ignavia. Il rapporto madre/figlia è un concentrato di proiezioni del proprio vissuto, esperienze, paure e timori per contrapposizione. Anche il labile confine tra successo e vanità, fra contenuto e forma, tra superficialità e introspezione rappresenta un’arma a doppio taglio ben sciorinata nella trama.

La composizione del grigio è quindi un romanzo anti-retorico, che non vuole insegnare ma insegna, non vuole incantare ma fa riflettere, affrontando con piglio determinato e giusto cinismo le ombre della vita. Un’esistenza componibile dal certo retrogusto amaro e tuttavia non avvezza alle rese incondizionate, poiché capace d’offrire diverse sfumature cromatiche, con il senso (non fondamentale) da ricercare più nel grigio che nei colori arcobalenici.

La composizione del grigio

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La composizione del grigio

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