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Recensioni di libri

La Liberazione di Torino. Aprile 1945: le sette giornate dell’insurrezione di Gigi Padovani

Edizioni del Capricorno, 2022 – Nuova edizione, dal 1979, di un saggio ampliato secondo le nuove fonti storiografiche e riallineato alla realtà storica rispetto agli anni in cui prevaleva un’interpretazione eroica degli eventi resistenziali.

Felice Laudadio
Felice Laudadio Pubblicato il 08-11-2022
La Liberazione di Torino. Aprile 1945: le sette giornate dell'insurrezione

La Liberazione di Torino. Aprile 1945: le sette giornate dell’insurrezione

  • Autore: Gigi Padovani
  • Genere: Romanzi e saggi storici
  • Categoria: Saggistica
  • Anno di pubblicazione: 2022

Quando gli Americani entrarono a Torino, il 3 maggio 1945, i combattimenti erano terminati, gli uffici aperti, i tram funzionavano, le scuole stavano per riprendere le lezioni, i tribunali di guerra partigiani avevano cessato di funzionare, lasciando il posto alla giustizia ordinaria. È il “capolavoro” che secondo Paolo Borgna, presidente dell’Istituto storico piemontese del ’900 (Istoreto), va riconosciuto ai vertici della Resistenza della città sabauda.
Il giornalista Gigi Padovani lo racconta, “con lo stile giornalistico migliore”, nel saggio storico La Liberazione di Torino. Aprile 1945: le sette giornate dell’insurrezione, riedito quest’anno in versione riveduta e ampliata dallo stesso autore, per le Edizioni del Capricorno (Torino, aprile 2022, 235 pagine).
È un libro che ha una storia, una gestazione lontana nel tempo e una doppia vita, in senso positivo. È uscito quasi mezzo secolo fa e ora di nuovo in diffusione, non tanto rivisto quanto riallineato a una visione più storica e meno celebrativa degli eventi resistenziali in quella settimana di fine aprile sotto la Mole e dintorni.

Alla prima edizione, nel 1979, il Padovani ventiseienne e già brillante cronista, con alle spalle una militanza nel PCI di Enrico Berlinguer, era “amico di Lajolo”, il partigiano garibaldino, giornalista dell’Unità - segnala Borgna - “e scriveva quando quasi tutti i protagonisti della Resistenza erano vivi e molto vigili” su quanto si dicesse di loro. Il libro risentiva inevitabilmente per fonti, ispirazione di fondo e tono del racconto di un clima culturale ancora emotivo, che induceva in particolare a un’interpretazione “un po’ troppo eroica della Resistenza”.
Padovani ha ripreso quelle pagine e ha confermato la struttura portante del racconto, ma potendo approfondire fatti ed episodi prima affidati all’agiografia, li ha riletti alla luce delle numerose nuove fonti storiografiche, prodotte da una generazione di giovani studiosi, ispirati dalla stessa passione civile ma con più distacco rispetto a chi era nato nell’immediato dopoguerra.

In questa seconda edizione, alla maggiore ampiezza delle fonti si aggiunge un’ampia documentazione fotografica, integrata nei vari capitoli da manifesti, documenti, pagine dei quotidiani dell’epoca e preziosi box illustrativi delle sigle politiche e dei personaggi.
Albese, classe 1953, Gigi Padovani è piemontese come Giampaolo Pansa, il monferrino autore del ciclo dei vinti, i fascisti uccisi a ridosso della Liberazione e come fa presente il direttore di Istoreto, la rivisitazione storica più approfondita che deriva dagli arricchimenti dell’attuale stesura consente di verificare che anche eventi storici considerati il mastice della nostra identità culturale e politica possono essere rivisitati senza cadere nel revisionismo.
La domanda se abbia ancora senso ricordarli, a tanti anni di distanza, viene legittimata dallo stesso Padovani. Sono in pochi a conoscere gli accadimenti locali e i protagonisti ricordati dalle targhe sui palazzi, dalle pietre d’inciampo sul selciato, dai monumenti e dall’intitolazione di piazze e vie cittadine. Eppure, questi brandelli di storia, rimasti nella toponomastica di Torino come in tante altre città, testimoniano che la democrazia italiana è nata da quei fatti tragici.

“Al nostro Paese serve una memoria attiva della Resistenza, che non fu affatto un ’derby tra fascisti e comunisti’, bensì il momento fondativo della Repubblica italiana, sostenuto da tutte le forze politiche - democristiani, comunisti, socialisti, liberali, azionisti, monarchici - che parteciparono alla lotta clandestina contro il fascismo”.

In sette giorni, dal 18 aprile 1945, la battaglia di Torino liberò il capoluogo piemontese dalla Wehrmacht e dalle Brigate Nere: si può considerare una delle poche città italiane ed europee che ci sia riuscita (Napoli nel 1943, Firenze nel 1944 e Genova contemporaneamente). E questo per merito della Resistenza. Il libro ha voluto e vuole ricordare, soprattutto alle giovani generazioni, i giorni della Liberazione del nostro Paese. “Tremendi e trepidi, tormentati e lieti”, scrisse Davide Lajolo, giornalista-scrittore, partigiano col nome di battaglia Ulisse, nella quarta di copertina della prima edizione del libro di Padovani. Era venuta proprio da Ulisse - di cui frequentava la casa nelle colline del Monferrato, per l’amicizia con la figlia Laurana - la richiesta di realizzare un libro dedicato ai giorni dell’insurrezione di Torino, per una collana che stava organizzando.

In seguito, Padovani ha scritto tante opere, da solo o con la moglie Clara, ma quell’esordio da giovane autore è rimasto indimenticabile.

“Mi gettai con entusiasmo alla ricerca di testimonianze, documenti, libri, articoli dedicati ai giorni della Liberazione di Torino, in un lavoro che m’impegnò per oltre un anno”.

È tornato in libreria grazie alle Edizioni del Capricorno, riveduto e ampliato dalle fonti storiografiche successive a quel periodo, nel quale - ripetiamo - prevaleva un’interpretazione eroica, retorica, degli eventi resistenziali. Alcuni episodi, come la morte di Dante Di Nanni, le stragi di Grugliasco e Collegno, vengono ricostruiti in modo più veritiero. E non mancano le vendette contro i fascisti dopo la Liberazione e le esecuzioni dei repubblichini “vinti”.

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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La Liberazione di Torino. Aprile 1945: le sette giornate dell’insurrezione

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